ECONOMIA DOMESTICA

Auto, il mercato rallenta. Una su tre sarà cinese

Il volume di vetture prodotte nel mondo crescerà solo del 2% di qui al 2030, ma aumenterà sensibilmente la quota dei marchi del Dragone che in Europa raggiungerà il 12%, raddoppiando quella dell'anno scorso. Il report di AlixPartners

Il mercato dell’auto corre sempre di meno, ma allo stesso tempo va incontro a un periodo di profonde trasformazioni. I volumi di vetture vendute nel mondo cresceranno in modo moderato, intorno al 2% fino al 2030. Più della metà della crescita sarà guidata dal mercato cinese (3,4% nel periodo 2024-2030) con quasi stagnazione in Europa (1%) e Nord America (0,7%). È quanto prevede il Global Automotive Outlook di AlixPartners, società leader nella consulenza strategica che negli anni ha lavorato per conto dei principali gruppi del mondo (tra cui General Motors). Nel Vecchio continente è prevista una crescita del 2% nel 2024, sulla scia della ripresa post-Covid, e poi dell’1% all’anno fino al 2027. Anche in Italia la ripresa proseguirà nell’anno in corso, dove i volumi raggiungeranno gli 1,8 milioni, e poi si stabilizzeranno fino al 2030. Negli Stati Uniti quest’anno le vendite cresceranno del 3%, mentre l’aumento atteso in Cina è del 4,7%, raggiungendo 26,7 milioni di veicoli, con previsioni che superano i 33 milioni entro il 2030, anno entro il quale i marchi cinesi, secondo AlixPartners, domineranno l’industria con il 33% di share globale e il 13% di quota fuori dalla Cina.

Il report evidenzia come in un contesto di volumi in crescita globale al 2,2% annuo fino al 2030, i nuovi costruttori cinesi sono forti di prodotti comparabili a quelli dei concorrenti occidentali, ma con costi competitivi, tempi di sviluppo dimezzati, livelli di integrazione verticale maggiore e pieno sfruttamento delle capacità fornite dal progressivo predominio del software all’interno del veicolo. Lo studio prevede inoltre che, entro il 2030, le case cinesi conquisteranno il 12% del mercato europeo, raddoppiando la loro quota del 2023. Secondo AlixPartners, inoltre, le nuove barriere doganali daranno ulteriore impulso a nuove localizzazioni da parte dei costruttori cinesi in Europa, a partire dalle iniziative già annunciate o in discussione per un totale tra 500mila e un milione di veicoli all’anno.

“Da un lato un mercato maturo come la Cina vede un aumento dell’interesse dei consumatori e prevediamo possa crescere al 77% di veicoli elettrici o ibridi al 2030. In Europa, invece, la crescita dell’elettrico è indietro rispetto ai target della normativa europea. Il green deal prevedrebbe l’uscita dal motore endotermico al 2035 in Unione Europea, ma noi lo vediamo poco probabile. La nostra stima è che al 2030 l’Europa nel suo complesso possa vedere i veicoli elettrici al 46%, di cui 41% puri elettrici” ha detto Dario Duse di AlixPartners, alla presentazione del Global Automotive Outlook 2024. Del resto, l’elettrificazione “è un trend imposto e la sua traiettoria è soggetta a leve di attuazione come gli incentivi pubblici per colmare il gap di costo (ancora alto in Europa), la creazione delle infrastrutture di ricarica rapida, l’entità delle restrizioni imposte ai veicoli a combustione”, ha detto Duse, spiegando che “è fondamentale non sottovalutare l’entità del cambiamento che l’industria automobilistica sta attraversando”.

“Oltre a vantaggi di costo, i produttori cinesi hanno anche un diverso approccio allo sviluppo prodotto, utilizzando meno il costoso testing fisico rispetto alla validazione in “virtuale”, riducendo i cicli di approvazione e validazione e realizzando in metà del tempo rispetto ai costruttori tradizionali (soli 20 mesi rispetto a 40) un prodotto che è good enough per andare sul mercato”, ha detto Emanuele Cordone, director Automotive e Industrial di AlixPartners.

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