Smog Torino: giudice, no a indennizzi solo per disagio personale

Il semplice "disagio" o il "fastidio personale" provocato dal vivere in una città inquinata come Torino "non è suscettibile di alcun rimedio risarcitorio". E' per questo motivo che il giudice Roberto Ruscello ha respinto, lo scorso 18 giugno, la richiesta di costituzione di parte civile presentata da sette cittadini al processo per lo smog contro alcuni ex amministratori comunali e regionali (fra cui gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino). Lo si legge nell'ordinanza depositata in occasione dell'apertura dell'udienza predibattimentale. Il magistrato ha osservato che da nessuna delle sette aspiranti parti civili è arrivata della documentazione precisa rispetto a "specifiche conseguenze lesive patite dalle persone fisiche in termini obiettivamente apprezzabili". La conseguenza è che non si può parlare di lesione del diritto alla salute e nemmeno di "un danno non patrimoniale diverso dal mero disagio o fastidio personale, che non è suscettibile di alcun rimedio risarcitorio". Per il giudice Ruscello diversa è la situazione delle associazioni ambientaliste: in questo caso, in caso di sentenza di colpevolezza potrebbero lamentare dei danni "arrecati alla loro attività svolta concretamente" nel campo della sensibilizzazione, dell'informazione e del monitoraggio sulla tutela dell'ambiente. Ed è per questo che il Comitato Torino Respira, Greenpeace e Isde hanno potuto costituirsi parte civile. Il procedimento riprenderà il 4 luglio. 

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