TERTIUM DATUR

Terzo polo, in 4mila ci mettono la firma

L'estate militante della premiata ditta Costa & Marattin si scalda con la raccolta di adesioni all'appello per l'unità di liberali e riformisti. Renzi non boccia la loro iniziativa ma intanto apre a Schlein. Azione (al solito) brancola nel buio

Contarsi per contare. E l’appello lanciato da Enrico Costa di Azione e Luigi Marattin di Italia viva per un nuovo centro liberaldemocratico e riformatore ha già raccolto 4.500 sottoscrizioni sulla piattaforma Change.org. Non sarà una folla oceanica ma è comunque un’iniezione di fiducia per i due “irriducibili” del Terzo Polo, che non si sono rassegnati all’inconciliabilità dei due leader Matteo Renzi e Carlo Calenda, che vogliono mettere da parte per costruire un partito nuovo.

“Un numero così elevato di firme e in così poco tempo rappresenta un segnale inequivocabile delle sensibilità esistenti e della conseguente necessità di avviare un vero dibattito politico finalizzato a ricostituire le condizioni per riprendere un cammino unitario, con chi è disponibile” dichiarano Marattin e Costa. “Ed è questo quello che intendiamo fare nella più ampia collaborazione con i tanti che sono interessati alla costituzione di un soggetto politico unitario e forte”.

Dopo un anno che girano l’Italia col tour col loro tour su Fisco&giustizia, lo hanno rilanciato in grande stile rinominandolo “Il momento delle scelte”. Ma la strada è ancora lunga, anche perché il tempo delle scelte non arriverà prima dell’autunno. Intanto si è capito che Marattin non va per il sottile, visto che quando gli hanno chiesto del passo indietro di quello che è ancora il suo leader, ha risposto che "Renzi lo ha già detto, poche ore dopo il risultato delle Europee. Calenda non so cosa pensi, ma per me simul stabunt simul cadent”.

Lo statista di Rignano in questa fase si mostra flemmatico, preso com’è dalla nuova collaborazione con Tony Blair che lo “riempie d’entusiasmo”. Nella stessa intervista dichiara di aver già fatto un passo indietro, e visto che ormai non ha più il timone tra le mani, coglie l’occasione per aprire a Elly Schlein, addirittura giudica “intelligente” la sua ultima mossa. Renzi è distaccato dalle beghe della politica, ma non esclude di intervenire: “Aiuterò a scegliere in modo libero e democratico tra l'ipotesi di un nuovo terzo polo e quella di una nuova Margherita”, tra l’altro suo ex partito in gioventù. Se il passo di lato di Renzi non sembra troppo credibile, in Azione si brancola nel buio in attesa del direttivo del 13 luglio.

Intanto a fare da contraltare a Marattin c’è Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e renziana Doc che ha cominciato la difesa del suo leader subito dopo la chiusura delle urne europee rispondendogli su Twitter chiedendo che Italia Viva sia un partito “in cui non si mette sullo stesso piano chi come Calenda ha rotto il terzo polo e chi come noi ha cercato di ricucire”. La stessa tesi di Renzi secondo cui il Terzo Polo era “un’idea fantastica distrutta inspiegabilmente da Calenda”. Un’assonanza che fa parlare di Paita come della possibile candidata “renziana” a un futuro congresso di Italia Viva, al momento soltanto ipotetico.

Fatto sta che la tesi di Paita (e Renzi) è all’opposto di quanto argomentano Costa e Marattin, che si sono stancati di interrogarsi sugli inconciliabili dissidi tra i due leader e insistono su un partito che parli di programmi. Una tesi decisamente antipopulista, e che corre pure il rischio di non essere popolare visto che gli scazzi tra leader tirano decisamente più delle proposte “riformatrici” che i due riformisti ribelli portano in giro per l’Italia. Intanto sul web si spreca l’ironia sul nome del partito del futuro, da Fare per fermare Calenda a Nuovo terzo pollo.

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