FIANCO DESTR

Quel "Noi" al "federale" Delmastro.
Coro alla festa della penitenziaria

Il sottosegretario meloniano di nuovo nella bufera. "Chi sono i migliori?" ha chiesto tonante ai nuovi agenti e loro: "Noi, noi, noi". Ma quel pronome per il renziano Borghi evoca il Ventennio. Interrogazione a Nordio. Il sindacato: "Grido goliardico" - VIDEO

Chi sfidando la mitraglia nel fragor della battaglia all’assalto ci conduce? La risposta Primo Arcovazzi, graduato della milizia interpretato da Ugo Tognazzi, la declamava ovviamente in rima, mentre il professor Erminio Bonafè scuoteva, sconsolato, il capo.

Forse ci sarebbe solo da sorridere, come nel rivedere Il Federale, di fronte al sottosegretario alla Giustizia (una ne fa cento gliene appioppano) Andrea Delmastro che con voce tonante chiede ai 300 giovani agenti della polizia penitenziaria che hanno appena giurato chiede “Chi sono i migliori?” e loro rispondono gridando “Noi”, lui ripete la domanda e loro “Noi, noi noi. I migliori siamo noi”. Rompete le righe e poi la classica festa che conclude ogni giuramento in divisa, con rituali e orpelli anche verbali che possono piacere o meno, irritare o no, ma stanno lì più o meno da sempre. Magari, ecco, difficilmente si vede e si sente il politico di turno recitare la parte che sarebbe, come dire, interna corporis in tutti i sensi. Ma Delmastro, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, un passato da “federale” nel suo Biellese, quell’occasione non ha voluto perdersela. Così come chi, da quando al Governo c’è Giorgia Meloni, non si perde una parola del loquace sottosegretario. Stavolta è il renziano Enrico Borghi a lanciare l’allarme. "Lo scorso sabato 6 luglio, a Verbaniadurante la cerimonia, davanti allo schieramento in altissima uniforme, il sottosegretario con delega al Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria (cui afferisce il corpo di polizia penitenziaria) ha esortato gli agenti con cori da stadio. Tale performance – sostiene il capogruppo di Italia Viva al Senato - sarebbe stata persino oggetto di specifiche prove prima della cerimonia ufficiale, condotte dallo stesso sottosegretario all'interno della caserma". Per Borghi, non ci sono dubbi: "Simili esibizioni, alla presenza di esponenti di Governoe dinanzi a 300 agenti, armati e in divisa, rievoca inevitabilmente il coro fascista di mussoliniana memoria "a noi" e promuove, per questa via, quel tentativo mai sopito di associare le forze armate e di polizia, invero dedite e leali ai valori della nostra Costituzione, a una delle pagine più buie della storia italiana”. 

Borghi, in un’interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio,  chiede di sapere "se ritenga che la condotta del sottosegretario Delmastro delle Vedove, in occasione del giuramento degli allievi del 190° corso di formazione della polizia penitenziaria, richiamato in premessa, abbia avuto un contegno consono all'occasione, al suo ruolo istituzionale e alla solennità della cerimonia”.

Intanto da uno dei sindacati della polizia penitenziaria, l’Uilpa, arriva una nota in cui si rimanda alla goliardia e si ribadisce come ciò “non deve indurre nessuno a strumentalizzare il grido di incoraggiamento goliardico”. Il segretario nazionale del sindacato Gennarino De Fazio aggiunge: “Sono stato a Verbania, ho incontrato ragazzi volenterosi di prestare la loro opera al servizio delle istituzioni repubblicane e in difesa della democrazia. Non ho visto nessun fascista, né donne, né uomini disposti a prestarsi a essere inconsapevolmente utilizzati da chicchessia”. Poi spiega che “i migliori siamo noi è un grido spesso articolato dalla polizia penitenziaria e preferiremmo che le forze politiche si occupassero della gravissima emergenza penitenziaria e delle condizioni lavorative degli agenti”. 

Invito rivolto a tutti politici, a quelli che vedono fantasmi del passato senza il disincanto di un professor Bonafè e a quelli che si lasciano prendere un po’ dalla foga. Come Primo Arcovazzi, per dire. 

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