ECONOMIA DOMESTICA

Meno prestiti, business per Mafia Bank

Le banche chiudono i rubinetti: nell'ultimo anno contrazione del 4,7% di impieghi vivi verso le imprese. La criminalità ci sguazza investendo i proventi illeciti per "aiutare" chi è in difficoltà. Alert al Sud, ma anche Torino, Novara e Vco tra le province a rischio

Nell’ultimo anno gli impieghi vivi erogati alle imprese sono diminuiti del 4,7% (in termini assoluti -32,2 miliardi di euro), ma a Nordest la contrazione è stata molto pesante, addirittura del 7,4 (-14 miliardi). Continua, pertanto, la riduzione dei prestiti bancari alle aziende che negli ultimi 12 anni a livello nazionale ha registrato una caduta del 27%, pari a -247 miliardi di euro di impieghi vivi in essere.

A livello provinciale la contrazione dei prestiti si è sentita maggiormente a Trieste (-18,5 per cento pari a -756,9 milioni di euro), a Gorizia (-14,1 per cento pari a -154,7 milioni), a Novara (-13,8 per cento pari a -460 milioni) e a Trento (-13,5 per cento pari a -1,6 miliardi di euro). Tra tutte le province d’Italia monitorate, nell’ultimo anno solo quattro hanno aumentato il volume dei prestiti. Si tratta di Messina (+1,1 per cento pari a +24,6 milioni), Enna (+1,4 per cento pari a +6,4 milioni), Caltanissetta (+12,3 per cento pari a +91,3 milioni) e Lodi (+12,7 per cento pari a +291,6 milioni di euro). A livello regionale, infine, sono le realtà del Triveneto quelle più interessate dalla diminuzione dei prestiti. Sempre nell’ultimo anno il Trentino-Alto Adige ha subito una diminuzione del 10,4 per cento (-3 miliardi di euro), il Friuli-Venezia Giulia del -10,3 per cento (-1,6 miliardi di euro), la Valle d’Aosta del -8,7 per cento (-155 milioni), le Marche del -7,6 per cento (-1,2 miliardi) e il Veneto del -7,2 per cento (-5,1 miliardi di euro).

Per l’Ufficio studi della Cgia questo trend rischia di alimentare, indirettamente, un fenomeno molto preoccupante che, ormai, non riguarda solo le regioni del Sud, ma anche quelle del Nord: la presenza sempre più diffusa nell'economia reale delle organizzazioni criminali. In questi momenti così particolari, infatti, sono gli unici soggetti che dispongono della liquidità necessaria per “aiutare” chi si trova in difficoltà economico-finanziaria.

È vero, come sottolineano gli analisti, che il calo degli impieghi dell’ultimo anno è sicuramente condizionato dalla diminuzione della domanda di credito da parte delle imprese, dall’elevato costo del denaro e dalla diminuzione degli investimenti in macchinari dovuta all’attesa delle agevolazioni previste dalla nuova transizione 5.0. Tuttavia, i segnali di una presenza stabile e consolidata della criminalità nel mondo delle imprese del Nord risalgono almeno da 25 anni.

Come dimostrano alcuni studi realizzati dalla Banca d’Italia, a livello territoriale la presenza più diffusa delle organizzazioni economiche criminali si registra nel Mezzogiorno, anche se ormai molte evidenze altrettanto inquietanti segnalano la presenza di queste realtà illegali nelle aree economicamente più avanzate del Centronord. In uno studio realizzato verso la fine del 2021, secondo via Nazionale la penetrazione territoriale della Mafia Spa è presente anche in realtà del Centronord, in particolar modo le province di Roma, Latina, Genova, Imperia e Ravenna. Meno colpite delle precedenti, ma comunque con forti criticità si segnalano, sempre nella ripartizione centrosettentrionale, anche le provincie di Torino, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Varese, Milano, Lodi, Brescia, Savona. Meno investite dal fenomeno sarebbero, invece, le province del Triveneto (con leggeri segnali in controtendenza a Venezia, Padova, Trento e, in particolar modo, Trieste).

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