COMUNE DI TORINO

Pd Torino, tensioni sul capogruppo. Cerrato ok ma Conticelli non sloggia

Ampia convergenza sul nuovo capo delegazione in Sala Rossa però non c'è accordo sui tempi. I consiglieri spingono per l'avvicendamento entro fine mese, l'attuale numero uno vuole aspettare settembre (e la Festa dell'Unità). Sullo sfondo la lotta tra correnti

È un braccio di ferro che dura da un po' quello all’interno del gruppo Pd al Comune di Torino. Al centro del dibattito, deflagrato ieri durante una riunione convocata ad hoc, ci sono le dimissioni della capogruppo Nadia Conticelli, eletta, proclamata e da qualche giorno fa anche insediata in Consiglio regionale, e il nome del suo successore. Su quest’ultimo fronte non paiono esserci dubbi, anche perché Claudio Cerrato, dipendente di Gtt, gode di una fiducia abbastanza ampia e rappresenta il compromesso ideale tra le due anime del partito essendo lui parte dell’ala sinistra ma che al congresso ha votato Stefano Bonaccini. I “bonacciniani” d’altronde in Sala Rossa sono 14 su 17 e questa volta paiono non essere intenzionati a lasciarsi guidare da un esponente della maggioranza schleiniana, area di cui fa parte proprio Conticelli che tuttavia ottenne l'incarico prima del congresso. Il tema, piuttosto, sono i tempi con cui lascerà lo scranno: per la maggioranza della falange dem sono più che maturi, lei invece preferisce attendere e scavallare l’estate. Di certo c’è che lo statuto del Pd prevede l’incompatibilità tra le cariche di consigliere regionale e comunale e Conticelli, essendone la presidente in Piemonte, non può permettersi di aggirare o interpretare le regole.

Tra le candidature emerse ieri anche quella del cuperliano Pierino Crema, storico sindacalista della Cgil. Lui, come da prassi, ha offerto la propria disponibilità, ma il gruppo, a parte qualche isolata eccezione, è rimasto compatto su Cerrato e anzi ha chiuso la porta di fronte a ogni richiesta di approfondimento o discussione attorno ai due nomi.

La riunione di ieri si è conclusa in modo interlocutorio. Conticelli l’ha lasciata prima della fine senza rassegnare le dimissioni da capogruppo. Prima di settembre non ha intenzione di lasciare il suo incarico, i colleghi la pensano diversamente e vogliono chiudere la partita entro la fine del mese, prima della pausa estiva. Sullo sfondo c'è la Festa dell'Unità di Torino, un palcoscenico su cui Conticelli vuole salire ancora con i galloni di capogruppo. Tra i presenti all'incontro anche il segretario del partito subalpino Marcello Mazzù, che ha confermato l'intenzione di riequilibrare la sua segreteria in autunno, rimpolpando la rappresentanza schleiniana. Per evitare lo stallo, su proposta di Crema (che non ha preso bene i toni della discussione e ora si definisce “libero pensatore” a sottolineare un allentamento dei vincoli dettati dalla sua appartenenza al gruppo dem), è stato dato a Cerrato un “mandato esplorativo”. Cioè una sorta di viatico per l’incoronazione in tempi brevi. Tra i nomi che circolano come possibile vice c’è quello di Pietro Tuttolomondo. “Qualche giorno e si chiude” assicurano i consiglieri, ma Conticelli tiene duro. 

print_icon