SANITÀ

Liste d'attesa, la Babele dei tempi. E si aspetta troppo pure al Cup

Nel giorno in cui viene approvato il decreto del governo arriva l'ennesima certificazione del disastro. Picchi di 498 giorni pet un'ecografia. Solo 9 Regioni forniscono aggiornamenti online sui tempi. In Piemonte qualche Asl lo fa, qualcun'altra no

C'è chi deve aspettare quasi un anno e mezzo per un'ecografia e chi riesce, invece, ad avere la stessa prestazione in 13 giorni. Per una mammografia si può ottenere un appuntamento per il giorno seguente o per sei mesi dopo e ciò accade anche nell’ambito dello stesso territorio regionale. E ci sono Regioni, appena 9, che forniscono l’aggiornamento dei tempi di attesa online e altre, come il Piemonte, dove questo servizio funziona in alcune Asl e in altre no. Nel giorno in cui la Camera dà il via libera definitivo al decreto del governo (approvato con 171 sì e 122 contrari) esce l’ennesima radiografia di un sistema al collasso. E se, soprattutto per quanto riguarda le (scarse) risorse destinate, permangono seri dubbi che questa legge possa seriamente segnare un’inversione, i dati confermano i gravi disagi che patiscono pazienti in tutta Italia.

Nulla di più confuso e meno omogeneo delle liste d’attesa e pure dei sistemi che dovrebbero servire a renderle più brevi. È quanto emerge da un'indagine realizzata da Cittadinanzattiva, condotta a metà giugno e concentrata sull'analisi dei tempi di attesa per sei prestazioni. Per ciascuna di esse è stato valutato il rispetto dei tempi previsti dal piano nazionale del governo a seconda delle diverse classi di priorità: Urgente (da eseguire nel più breve tempo possibile), Breve (entro 10 giorni), Differibile (entro 30 o 60), Programmata (120 giorni). In generale, dall'indagine emerge che le difficoltà nel rispetto delle tempistiche si riscontrano al Nord così come a Sud. 

In Friuli-Venezia Giulia quasi tutte le prestazioni oggetto di indagine, a maggio, sono state erogate oltre i giorni previsti. Al contrario, in Veneto i tempi vengono rispettati per tutte le prestazioni e tutte le priorità. Bene anche la Calabria, anche se Cittadinanzattiva ritiene che siano necessarie ulteriori indagini su questa Regione. Tra i casi limite, quello dell'Azienda Universitaria Friuli Centrale, dove si attendono in media 498 giorni per un'ecografia addome e 394 giorni per una visita ginecologica programmabile, mentre nell'Asl 3 della Liguria si aspettano in media 427 i giorni per una visita cardiologica programmabile.

La stessa raccolta dei dati che compongono il report dà l’idea non solo dei divari sui tempi di attesa, ma anche della vera e propria babele che è il sistema di monitoraggio con differenze non solo tra una regione e l’altra, ma anche all’interno dello stesso territorio con Asl che agiscono in un modo e altre diversamente. E questo non ha conseguenze soltanto per ricercatori e associazioni, ma prima ancora proprio per chi deve gestire un problema che resta ancora la priorità assoluta per la sanità.

Basta scorrere le tabelle della ricerca di Cittadinanzattiva per trovarsi di fronte in un caso, quello dell’Asl di Alessandria, ai dati assoluti sui giorni di attesa che per le prestazioni entro i 10 giorni risultano pienamente rispettati, mentre per l’Asl di Novara il quadro è fornito in percentuali. 

Altra questione le cui criticità vengono riconfermate da quest’ultima rilevazione è quella dei Cup, i centri unici di prenotazione. Sono centralizzati, come peraltro ribadito nell’ultimo decreto appena convertito, in 13 regioni tra cui il Piemonte, mentre restano divisi territorialmente ancora in Veneto, Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, Sardegna e Toscana. Per quanto riguarda il tempo che bisogna attendere al telefono per avere risposta, anche questo varia da regione e regione. Il più rapido è il Cup del Lazio con 2 minuti e 15 secondi, non va male in Lombardia, Puglia, Sardegna, Campania e Basilicata che restano al di sotto dei 3 minuti. In Piemonte l’attesa media è di 5 minuti e 48 secondi. Non ci sarebbe di cui lamentarsi guardando ai 18 minuti della Liguria o pensando a chi chiama per prenotare in Valle d’Aosta e si sente rispondere dal messaggio registrato che c’è troppo traffico telefonico e, dunque, meglio andare allo sportello.

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