PALAZZI ROMANI

Concorrenza (poca) e propaganda (tanta): Salvini si intasca una parte dei pedaggi

Varato in Cdm il ddl con misure su autostrade, dehors, taxi e offerte commerciali. Ma le novità non entrano subito in vigore: il testo passa al Parlamento per l'approvazione. Camera e Senato potranno modificarlo. passaggio per rispettare i paletti del Pnrr

Via libera del Consiglio dei ministri al ddl Concorrenza che contiene anche il tema delle concessioni autostradali: l’obiettivo del governo è fare sì che le tariffe abbiano meno differenze da una parte all’altra del Paese e, allo stesso tempo, si vorrebbe garantire che i lavori di manutenzione siano sempre fatti nei tempi previsti, anche senza portare ad aumenti eccessivi dei costi per gli autisti. L’ipotesi è di far incassare una parte dei pedaggi allo Stato, invece che all’azienda concessionaria. Questi fondi verrebbero poi redistribuiti. “Per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari, anche internazionali, ma allo Stato. L’obiettivo è realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo i pedaggi”, ha detto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.

Tra gli interventi principale vi è quello sulle concessioni delle autostrade. Queste saranno aggiudicate con procedure pubbliche (o con affidamenti diretti del ministero dei Trasporti, se si parla di una società in house creata appositamente e controllata dal ministero dell’Economia). Il punto è che il rinnovo di queste concessioni non dovrebbe più essere automatico, interrompendo quindi i rinnovi continui agli stessi concessionari.

Atteso già lunedì sul tavolo di Palazzo Chigi, ma slittato per un problema sulle norme che riguardavano proprio le autostrade, il ddl ora passa al Parlamento. Le norme contenute al suo interno non entrano immediatamente in vigore, dato che non si tratta di un decreto: saranno effettive solo quando avranno avuto il voto favorevole di Camera e Senato.

Il provvedimento contiene importanti misure in materia di dehors, portabilità delle scatole nere ai fini assicurativi, trasporto pubblico non di linea, rilevazione dei prezzi, shrinkflation (la pratica di vendere un prodotto con lo stesso prezzo e la stessa confezione, ma in quantità minore) e startup innovative, oltre a ulteriori rilevanti misure di competenza di altri dicasteri. Il ddl, inoltre, si ricorda, si inserisce a pieno titolo nel quadro delle misure e degli interventi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: all’approvazione annuale di una “Legge sulla concorrenza” risulta infatti subordinato lo stanziamento dei fondi previsti nell'ambito dello stesso Pnrr. Approvare il ddl Concorrenza entro la fine dell’anno, infatti, è uno degli obiettivi del Pnrr italiano per ottenere la settima rata, da 18 miliardi; quindi, la legge non potrà restare troppo a lungo ferma in Parlamento.

Si interviene anche sui dehors di bar e locali, allargati enormemente durante il periodo del Covid, a cui oggi molti non vogliono rinunciare. L’intenzione del governo è quella di rendere permanente questo allargamento, ma il ddl contiene semplicemente una delega all’esecutivo: una volta approvata la legge, il governo avrebbe un anno per stilare un decreto legislativo che decida definitivamente la questione. Per il momento, comunque, i dehors potranno restare allargati fino alla fine del 2025, e in generale fino all’entrata in vigore di questo decreto legislativo. Così che, se anche il governo dovesse ritardare, i commercianti avranno comunque diritto agli spazi più ampi per sedie e tavoli.

Nella norma ci sono delle punizioni più severe per i taxisti e gli autisti di Ncc che non si iscrivono al registro per le imprese esercenti le attività di trasporto pubblico non in linea. Per chi non rispetta le regole potrebbe arrivare la sospensione, o anche la revoca dal ruolo del conducente. Per quanto riguarda il noleggio con conducente, le sanzioni diventano identiche a quelle previsti per i taxisti abusivi. Le multe per varie violazioni (chi non rispetta l’obbligo di rimessa e foglio di servizio) diventano più pesanti se si ripete l’infrazione, sia in termini di denaro, sia per la durata della sospensione della carta di circolazione, che può arrivare fino a otto mesi se si ricevono quattro multe per lo stesso motivo. Nulla, com’è purtroppo ovvio per una coalizione sotto scatto delle corporazioni, sulla liberalizzazione del trasporto.

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