TERZO POL(L)O

Costa, Gelmini, Carfagna, Versace.
È partito il fuggi fuggi da Calenda

Un momentaccio per il Churchill dei Parioli. In poche ore viene mollato da una pattuglia di parlamentari. E anche sui territori è scattata la diaspora. Paga così lo scotto per lo spostamento a sinistra del partito. Non resterà che il solo Richetti

Il campo largo fa scattare il fuggi fuggi in Azione: quattro addii “eccellenti” in 48 ore. Le alleanze per le regionali con Pd, Avs e M5s e la prospettiva nazionale di un’intesa di centrosinistra innescano l’esodo degli ex forzisti dal partito di Carlo Calenda: dopo il deputato Enrico Costa, tornato tra gli azzurri, è la volta delle ex ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, un tempo le “favorite” della corte di Silvio Berlusconi, e della senatrice Giusy Versace. “La decisione di entrare nel campo largo in un’alleanza che comprende il Movimento 5 Stelle e la sinistra di Bonelli e Fratoianni nelle tre regioni che andranno al voto in autunno, mi costringe a prendere atto con rammarico che non posso rimanere”, spiega Gelmini dopo un lungo faccia a faccia con Calenda. Dura la risposta del partito: “Rispettiamo le scelte personali ma riteniamo grave e incoerente passare dall’opposizione alla maggioranza a metà legislatura contravvenendo così al mandato degli elettori”. E pensare che solo domenica a una trasmissione radiofonica Calenda aveva escluso l’uscita di Gelmini. Se continua così alla fine non resterà che il solo Matteo Richetti.

Al Comune di Roma, pure Francesco Filippo Carpano, subentrato a calenda nello scranno in Campidoglio, a lasciare il partito per entrare in Forza Italia. Nei giorni scorsi anche il segretario regionale della Valle d’Aosta Marco Curighetti, insieme agli altri componenti della segreteria del partito, il tesoriere Patrik Aloisi, la responsabile organizzativa Gabriella Poliani e il responsabile comunicazione Giuseppe Grassi, hanno comunicato la loro fuoriuscita. 

In Azione si prende atto “con rammarico della decisione di Mariastella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna di lasciare un partito che le ha accolte e valorizzate in un momento particolarmente critico del loro percorso politico”. Una nota in cui si può leggere in controluce tutta l’amarezza e il disappunto di Calenda che aveva nominato le ex ministre una presidente e una portavoce del suo partito. Gelmini parla di un “confronto sereno e leale” con il leader di Azione, nei cui confronti “la stima e la gratitudine restano immutati”. “Non provengo dalla sinistra e non intendo aderirvi adesso: ero e resto una moderata popolare e continuerò con linearità le medesime battaglie”. Ora andrà ad ingrossare le file del gruppo misto del Senato, ma a livello politico voci insistenti parlano di un suo prossimo passaggio a Noi Moderati con Maurizio Lupi. Un’ipotesi molto accreditata in ambienti parlamentari, che coinvolgerebbe anche Carfagna. Ma i rispettivi staff non confermano. Una cosa è certa Antonio Tajani non le rivuole indietro. Un conto è Costa, cui è legato da stima e da antichi rapporti di riconoscenza verso il padre Raffaele (di cui è stato assistente), altro è riprendersi due “ingrate e opportuniste”, come vengono definite nell’entourage del vicepremier.

In giornata va via anche Versace: “Già prima dell'estate avevo manifestato a Carlo Calenda il mio disagio, nonché il mio disappunto rispetto all’ipotesi di aderire a un campo largo anche in Liguria. Le scelte politiche, benché legittime, portano il partito in una direzione che non è quella che auspicavo”. L’addio di Mara Carfagna fa scendere a quota dieci i deputati di Azione: il gruppo alla Camera resiste ma sul filo. Anche il suo disagio era noto da tempo: da centrista e moderata una eventuale collocazione più a sinistra non l’avrebbe trovata d’accordo. Se lei e Gelmini davvero abbracciassero il partito di Lupi la strategia di rafforzare l’ala moderata della maggioranza segnerebbe un punto a suo favore. Anzi due. 

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