MUNICIPI

Anci, duello Sala-Manfredi. FdI "prenota" il Piemonte

Il sindaco di Napoli resta super favorito ma il primo cittadino di Milano non demorde. Al tavolo nazionale "sparisce" il nome di Lo Russo che prova a giocare da pivot a livello regionale per piazzare Piastra. Delmastro però batte i pugni per il vercellese Gilardino

A via dei Prefetti il nome di Stefano Lo Russo è scomparso dai taccuini dei bookmaker. L’Italia dei municipi, quasi 8mila lungo tutto lo Stivale, prova a trovare un accordo sull’Anci e il tavolo nazionale rischia di trasformarsi in una Caporetto per il sindaco di Torino e compagni. Non solo le residue possibilità di ottenere l’investitura, durante l’assemblea “in casa” del prossimo 4 novembre al Lingotto, sono pressoché tramontate, ma anche al livello regionale i piani del geologo prestato alla politica rischiano di essere scompaginati da accordi in corso sopra la sua testa. E così la città che ha espresso due degli ultimi quattro presidenti dell’associazione (Sergio Chiamparino e Piero Fassino prima di Antonio Decaro) potrebbe uscirne con le ossa rotte. 

Qualche giorno fa, in una riunione preparatoria della prossima assemblea, la questione è stata al centro del confronto tra i rappresentanti delle principali forze politiche. Attorno allo stesso tavolo tante fasce tricolore: Pier Luigi Biondi, sindaco di L’Aquila (Fratelli d’Italia), l’attuale reggente Roberto Pella (Forza Italia), che oltre a trattare per il suo partito cerca la conferma alla vicepresidenza vicaria, Alessandro Canelli, primo cittadino di Novara e responsabile delle finanze (Lega), Roberto Rosato e Osvaldo Napoli di Azione, Mattia Palazzi sindaco di Mantova (Pd). Un vertice nel quale si è registrato il profilarsi di duello tra il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, al momento ampiamente favorito, e il collega di Milano Beppe Sala: due figure di spicco del centrosinistra ed entrambi non iscritte ad alcun partito. Sull’ex rettore della Federico II e ministro dell’Università nel governo rossogiallo di Giuseppe Conte si sono espressi molti big in maniera trasversale: dal leader leghista Matteo Salvini al neo europarlamentare Pd Matteo Ricci, già sindaco di Pesaro e per molti anni leader di Ali, sodalizio “gemello” e appartenente alla stessa famiglia di Anci. Sala però non si dà per vinto e continua a tessere la propria rete: anche in nome dell’alternanza, quasi sempre praticata, vuole che la guida dei sindaci italiani torni a una città del Nord. “Ma che facciamo tra due anni quando scadrà il suo mandato?” è la domanda che suona come monito. Sala finora non è riuscito a coagulare un consenso tale da modificare a suo vantaggio i rapporti di forza, nonostante la Lombardia possa contare su ben 144 delegati dei 731 totali. Non gli giova certo il freddo rapporto coltivato in questi anni con Lo Russo, che non ha dimenticato la simpatia manifestata da Sala verso il suo avversario di centrodestra nella campagna elettorale del 2021.

Ma a margine dell’incontro dell’altro giorno si è discusso anche della ripartizione delle varie Anci regionali, dove si vota per teste (lì sì che uno vale uno) e nessuno è intenzionato ad andare alla conta. Al Pd dovrebbero andare tra le 10 e le 12 presidenze, 3 o 4 a FdI, 2 a Forza Italia e Lega e una a Noi Moderati che prenderebbe l’Umbria. In questa ripartizione il Piemonte sarebbe finito ai meloniani, viste anche le pressioni del viceministro Andrea Delmastro, il quale però, contrariamente a quanto si credeva all’inizio, non starebbe puntando sul sindaco di Biella Marzio Olivero, con cui i rapporti si sono deteriorati dopo pochi mesi di mandato, ma su Davide Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli e primo cittadino di Ronsecco (cinquecento anime). Sarebbe lui a rilevare il testimone da Andrea Corsaro, ex sindaco di Vercelli ripudiato dal centrodestra, e a mantenere l’Anci piemontese saldamente nelle mani delle forze di governo a Roma e in Regione, nonostante il Pd abbia riconquistato Torino e Alessandria (ma perso Verbania). Se si va a vedere i capoluoghi di provincia, meloniani e alleati ne amministrano cinque su otto, il Pd però è a capo di otto delle dieci città più popolose della regione. Senza contare la sproporzione tra Torino e gli altri centri. Contando su questi numeri l’asse formato da Lo Russo, dal segretario regionale dem Mimmo Rossi e dalla responsabile degli Enti locali Rita Rossa (Lo Russo-Rossi-Rossa, sembra uno scioglilingua) punta su Elena Piastra, sindaca di Settimo Torinese, appena confermata per un secondo mandato con oltre il 70 per cento dei voti ed eletta una settimana fa vicepresidente di Ali, dove il nuovo numero uno è Roberto Gualtieri. A dirimere la questione sarà il tavolo nazionale e alle sue decisioni le rappresentanze locali dovranno uniformarsi.

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