COLPI DI TIMONE

Aponte vara il suo Secolo XIX.
In approdo anche la Stampa? 

Conclusa la direzione Aloia (la più breve nella storia del quotidiano) in plancia sale Brambilla. Al nuovo editore, l'armatore tra i più ricchi al mondo, sarebbe stata ventilata l'ipotesi di acquisire pure la testata torinese. Rumors dal fronte del porto o una mezza verità?

Oggi è il D-day per l’informazione sotto la Lanterna, meglio ancora sul fronte del porto. Con il closing dell’operazione che vede la cessione da parte di Gedi del glorioso Secolo XIX alla Blue Media del Gruppo Msc, l’armatore Gianluigi Aponte sbarca su un terreno per lui nuovo qual è quello dell’editoria e, in particolare, dei quotidiani. L’acquisto del giornale che da tempo ha ormai archiviato i fasti che ne hanno segnato la vita per oltre un secolo, con una vendita di copie che arriva a fatica alle 17mila (ultimo dato di luglio) e una perdita prevista per il 2024 di 4 milioni di euro, è nota da parecchi mesi. Ancor prima che su Genova e la Liguria si abbattesse la tempesta giudiziaria e mediatica che ha portato all’arresto del governatore Giovanni Toti (e dell’imprenditore amico-concorrente di Aponte, Aldo Spinelli) e al ritorno anticipato al voto per la Regione.

Un appuntamento, quello con le urne, che vedrà campagna elettorale seguita e trattata dalla principale voce della Liguria con una nuova guida e una diversa linea rispetto a quella dell’ormai ex direttrice (come aveva messo in gerenza) Stefania Aloia, prima donna a dirigere il giornale genovese e fino ad ora unico direttore nella sua lunga storia ad essere durato così poco. Per lei un ritorno a Repubblica che aveva lasciato con i galloni di vicedirettore. Al suo posto c’è Michele Brambilla, lombardo, classe 1958, una lunga carriera tra GiornaleCorriere della Sera, Libero, Stampa, alcune direzioni come quelle della Gazzetta di Parma e del Quotidiano Nazionale, autore del fortunato e divisivo “L’eskimo in redazione” sugli anni del terrorismo.

Cattolico, moderato, una lunga esperienza anche nei giornali regionali, questo il profilo scelto da Aponte per dirigere il giornale che ha acquistato insieme alla galassia di pubblicazioni che ruota attorno al mondo dello shipping e che va da The MediTelegraph all'Avvisatore Marittimo, dal Giornale del Ponente Ligure all’Automazione Navale Tecnologie Mare & Trasporti. “Il comandante” come viene chiamato l’armatore sorrentino di nascita, ma ormai elvetico di residenza dov’è il secondo uomo più ricco della Confederazione, con una flotta che conta il triplo di unità rispetto alla Marina Militare italiana, non pare abbia dovuto corteggiare più di tanto, anzi per nulla, John Elkann per acquistare il Decimonono. La cifra di cui si parla è attorno ai 14 milioni. 

Ma proprio quando ormai il passaggio del Secolo XIX è cosa fatta, negli ambienti vicini all’armatore, da oggi anche editore, una voce ovviamente per nulla confermata, ma non per questo da escludere totalmente secondo cui al “Comandante” sarebbe stata ventilata l’idea di non fermarsi al pur importante quotidiano ligure, ma ragionare anche sull’acquisizione della Stampa, altra testata del gruppo Gedi in profonda crisi (51.731 copie a luglio con un calo del 14,23% in un anno) e oramai ricondotta al perimetro regionale. Una proposta che certamente non vedrebbe la questione economica come ostacolo, considerata la potenza di Aponte che appena la scorsa estate ha firmato una commessa da 5 miliardi per l’acquisto di 22 portacontainer. Roba da considerare una testata, al massimo, come uno yacht. Che, però, Elkann non pare intenzionato a tenere nella sua flotta, destinata ad inverso destino rispetto a quella di Aponte, ad ogni costo. Chissà che, anche per l’affetto (oltre che per gli interessi) per la sua terra Il Comandante non ci faccia un pensiero, poi magari subito scacciato dalla proverbiale oculatezza nell’impiego delle palanche che certamente ha acquisito insieme a più della metà del porto sotto la Lanterna.

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