GRANA PADANA

"Salvini attento, stiamo arrivando". Borghezio e la carica dei nordisti  

L'indomito fronte del Nord della Lega ci riprova. Domenica reunion autonomista a Vimercate: esorcismo contro la deriva nazionalista e destrorsa del Capitano (e del generale). L'ex europarlamentare avverte: "La casa brucia" e rispolvera Roma ladrona

“Pronto, eccomi. Qui la casa brucia”.

Ma che dice, Mario Borghezio? Quale casa?
“La nostra, il Nord. E non c’è tempo da perdere perché quando la casa brucia bisogna chiamare a raccolta tutti e non stai mica a guardare se quello che ti passa il secchio, prima ha toccato il culo a tua moglie, va bene tutto”.

Concetto chiarissimo. Quindi domenica a Vimercate porte aperte a tutti quelli che vogliono far parte del Patto per il Nord, oltre ai nomi storici della Lega bossiana, da Paolo Grimoldi a Gincarlo Pagliarini e via così?
“E certo, pensi che ci sarà anche una delegazione ufficiale del Pd”.

Più che Elly Schlein, pare che per lei e quelli che la pensano come lei, il problema sia Matteo Salvini.
“Salvini se fosse veramente intelligente dovrebbe correggere immediatamente il tiro. Noi gli diciamo: stiamo arrivando”.

Così non potrete dire che non si è accorto che arrivavate, ma il punto è dove volete andare voi irriducibili nordisti?
“E autonomisti. Ma è evidente che l’allarme lanciato da Mario Draghi è ancora più grave al Nord, ormai c’è una situazione di pressione fiscale intollerabile e scelte centraliste intollerabili, quando dico che la casa brucia è perché brucia davvero”.

E l’autonomia? Calderoli ha fatto quello che la Lega delle origini ha sempre visto come un obiettivo e, invece adesso?
“Calderoli merita un monumento. Il problema è che la legge è in mano alla burocrazia, al deep state nel quale io ho la stessa fiducia che ho in uno spacciatore arabo”. 

E c’è pure Vannacci. 
È la dimostrazione della debolezza di Salvini e della sua linea. Se per prendere qualche voto in più si è dovuto rivolgere a uno che la pensa esattamente all’opposto della Lega, a un ipernazionalista che diventa de facto se non de iure la guida di un partito super autonomista siamo oltre il paradosso. Come generale lo stimo, ma non c’entra niente con le idee della Lega. Noi stiamo con i baschi e con i catalani e Salvini porta sul palco Vox che i catalani e i baschi li vuol mettere in galera”.

Tra il sogno federalista di Umberto Bossi e Gianfranco Miglio, questa chiamata a coorte del Nord è anche un tentativo, forse anche questo un sogno, di riportare sui vecchi binari il partito?
“Più fuori dai binari di così è difficile immaginarla”.

Lei ha ancora la tessera?
“Certo che sì, sono un militante ancor più di quando ero un eletto. E domenica sarò alla riunione con l’Alberto da Giussano all’occhiello. Ho sempre votato e fatto votare la lega, ultimamente turandomi un po’ il naso”. 

Troppa debolezza da parte di chi, pur non condividendo la linea del segretario, la continua a subire? 
“Bisogna richiamare tutti, dal primo all’ultimo, al loro dovere verso il Nord. Il richiamo è forte. E i parlamentari, i governatori, sono lì perché li ha votati il popolo del Nord, mica Vannacci”.

Però Salvini punta molto sul ponte di Messina.
“Mi viene la bava alla bocca. Mentre c’è da salvare il Nord e la voglia di farlo crescere non è più solo dei militanti della Lega, ma di un fronte ben più ampio, lui parla del ponte”.

Il suo Piemonte?
“Nella debolezza del Nord, siamo l’anello più debole. Una regione fondamentale nel miracolo economico, merito del Nord, adesso ha un capoluogo, Torino, che è una città povera del Sud”.

E che si fa?
“Si dice: la casa brucia e se siamo dei patrioti del Nord ci diamo da fare per salvarla. Noi fedeli all'insegnamento originario della Lega di Bossi e di Miglio e quindi di una Lega ancorata ad un compito storico, quello di liberare i popoli del nord, crediamo che forse questo è l’ultimo treno che passa”.

E se va a Roma?
“Roma ladrona, Borghezio non perdona”.

print_icon