ALTA TENSIONE

Pro vita nel mirino degli antagonisti: "Antiabortista sei il primo della lista"

Assalto delle femministe di Askatasuna al convegno sulla maternità promosso a Torino dalle associazioni pro life. Muri imbrattati, insulti e minacce: "Viscido cristiano nella bara ti mettiamo". Contestato l'assessore Marrone, ideatore della Stanza dell'ascolto al Sant'Anna

Momenti di tensione questa mattina davanti al collegio San Giuseppe di Torino per il presidio organizzato dai collettivi femministi, vicini al centro sociale Askatasuna, che ha tentato di impedire lo svolgimento di un convegno di Federvita, sul tema “Per una vera tutela sociale della maternità”. Un picchetto di militanti, una cinquantina, ha sbarrato i tre ingressi ai partecipanti, scandendo slogan e indirizzando insulti e minacce: “Obiettore ti sprangheremo senza fare rumore”, più una serie di epiteti verso le associazioni pro-life. Un’accoglienza preparata nella notte dalle scritte contro la Chiesa, Federvita e l’assessore regionale Maurizio Marrone comparse sui muri del collegio: “Federvita sottoterra”, “Cloro sul Clero, sassi su Marrone”. Solo grazie all’intervento della polizia è stato possibile fare accedere tutti i relatori e i partecipanti all’interno del teatro.

«Mi hanno fisicamente impedito di entrare per partecipare al convegno. Questo l’Occidente del pensiero unico – riferisce Cristina Zaccanti, coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia –. Le giovani sono molto irritate e nella loro fragilità argomentativa ed esistenziale fanno scudo con il loro corpo per evitare l’accesso». Il convegno, iniziato con due di ritardo, si è poi svolto tra le urla incessanti all’esterno. «Prima i cartelli con i “pro vita appesi”, poi le irruzioni in ospedale, ora le minacce sui muri e l’assalto a una scuola paritaria per impedire un convegno: questi sono i frutti avvelenati delle menzogne e delle strumentalizzazioni, lanciate purtroppo anche da chi siede nei banchi delle istituzioni, contro misure che sono semplicemente di tutela sociale della maternità e di aiuto a madri in difficoltà – commenta l’assessore alle politiche sociali Marrone –. Pd, M5s, Avs condannano almeno le minacce di morte e la violenza privata viste oggi? O vogliono rendersi responsabili di questa spirale di odio?».

«A Torino è andata in scena questa mattina l’ennesima manifestazione contro le donne e contro la loro libertà di scelta – afferma la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella –. Da tempo penso che la sinistra, oggi, nonostante i proclami, non voglia affatto difendere la legge 194, ma voglia cambiarla. Poiché però non ha il coraggio di dirlo apertamente, a uscire allo scoperto sono i centri sociali e i gruppi delle antagoniste, che mi rifiuto di chiamare femministe». L’esponente di governo sottolinea come la Regione Piemonte, «è stata forse la prima amministrazione pubblica a dare piena attuazione a una legge dello Stato che si intitola “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” e all’articolo 1 attribuisce allo Stato, alle regioni e agli enti locali, il compito di “promuovere e sviluppare i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie” per sostenere la maternità fragile». Intervento che si è concretizzata con la “Stanza dell’ascolto” allestita presso l’ospedale Sant’Anna di Torino, il principale punto nascita del Piemonte e tra i maggiori in Italia. Finora, evidenzia Roccella, l’applicazione della prima parte della legge, che tutela la libertà delle donne di non abortire se desiderano portare avanti la gravidanza ma si trovano in situazioni di difficoltà, è stata sempre affidata solo al volontariato. «Ora che un’amministrazione regionale si occupa di attuarla, apriti cielo: per le donne in situazioni di disagio l’unica opzione possibile si vuole che sia l’aborto. Evidentemente, per chi a Torino protesta – afferma ancora la ministra –, solo le donne benestanti possono avere un figlio. Alla sinistra chiediamo da tempo di dire da che parte sta, se contro la legge 194, o a difesa della maternità come libera scelta».

Una condanna dell’azione è arrivata da esponenti politici di centrodestra e dal presidente della Regione Alberto Cirio. «Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, ma non è accettabile vietare la parola a chi non la pensa come te o, peggio ancora, minacciarlo – scrive in una nota il governatore –. Intimidazioni e violenze vanno condannate con forza perché la libertà di espressione va sempre difesa ed è per questa ragione che, condannando con forza quanto accaduto questa mattina al San Giuseppe di Torino, voglio esprimere tutta la mia personale e istituzionale solidarietà al mio assessore Maurizio Marrone».

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