SANITÀ & POLITICA

Regina Margherita, parto complicato: "Mancano risorse e personale"

Il processo per la trasformazione in Irccs non è nemmeno iniziato. Ancora da nominare direttore sanitario e quello amministrativo. Il commissario Messori Ioli conferma le difficoltà. Valle (Pd): "Quell'ospedale ci costerà di più per avere gli stessi servizi"

Finché s’è trattato di annunciarlo, il nuovo Regina Margherita era cosa già fatta, ma per l’ospedale pediatrico di Torino tagliare il cordone ombelicale con la Città della Salute è un processo che rischia di richiedere anni e parecchi soldi, soprattutto se – come pare – è ancora fermo. Non sono notizie confortanti quelle che l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi ha dato in Commissione: mancano risorse e personale. Per il momento, insomma, siamo al punto di partenza. Ad accendere ancora una volta i riflettori sull’ospedale pediatrico è il consigliere dem Daniele Valle: “Rispetto agli annunci dell’anno scorso, una cosa adesso è chiara: non sarà possibile completare il distacco senza maggiori oneri amministrativi. Nuovi costi per continuare a dare gli stessi servizi”.

Secondo quanto emerso dall’audizione del commissario Giovanni Messori Ioli e del numero uno delle Molinette Giovanni La Valle non è ancora stato possibile nominare il direttore sanitario e il direttore amministrativo del Regina Margherita per assenza di fondi. Inoltre, tutta l’attività di supporto tecnico è attribuita esternamente allo studio Dal Piaz, che peraltro ancora non è stato possibile retribuire.

Secondo l’agenzia Agm Consulting – ingaggiata proprio dal nosocomio – servono almeno 150-250 amministrativi, a seconda degli scenari. “Pochi di questi potranno arrivare da Città della Salute, secondo quanto riferito dal dottor La Valle, che ha parlato di dieci figure dotate di autonomia professionale. Per gli altri bisognerà procedere con mobilità, convenzioni e nuove assunzioni. Con nuovi costi e tempi lunghi” prosegue Valle. Ci sono inoltre circa mille contratti di fornitura e servizi da far transitare in capo alla nuova azienda che peraltro non ha ancora entrate e risorse proprie, né è ancora previsto o prevedibile quando avrà un suo bilancio autonomo. Il percorso verso l’accreditamento come Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) è ancora fermo e non si sa quando potrà partire giacché servono tre anni di bilanci positivi e la produzione del Regina, ad oggi, è passiva di 20 milioni.

Valle parla inoltre di un verbale relativo all’incontro tra i tre direttori (Antonino Sottile, La Valle e Messori Ioli) che avrebbe fissato traguardi ambiziosi: un bilancio autonomo a partire dal 2025 e obiettivi conseguenti ai direttori, un tavolo per mettere in sicurezza i percorsi materno infantili e un piano regionale sugli Irccs.

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