Sanità al bivio, Cota all’esame finale
11:44 Mercoledì 03 Aprile 2013 6Domani il Governo deciderà sul commissariamento. Il presidente: “Sono ottimista”. Ma questa volta non saranno ammesse scorciatoie. Task force in partenza per Roma per convincere i funzionari del Tavolo Massicci
O la Regione avvierà azioni di risanamento incisive oppure il commissariamento della Sanità sarà inevitabile. Roberto Cota è però ottimista. «Per quanto riguarda gli interventi di risanamento del nostro bilancio abbiamo lavorato anche durante le vacanze di Pasqua e oggi. Con il Governo l’interlocuzione è ottima. Sono fiducioso. Nelle prossime ore potremo dire di più». Poche righe sul suo portale internet per dissimulare l’ansia in attesa del giorno del giudizio.
Domani, a partire dalla tarda mattinata i conti della Sanità piemontese verranno passati ancora una volta al setaccio del tavolo Massicci, subito dopo l’analisi della Puglia. Ma a Roma le perplessità rispetto ai numeri finora analizzati sono molte. Secondo fonti interne al Governo i dati forniti da piazza Castello non lascerebbero spazio a ulteriori indugi: in condizioni normali il commissariamento della sanità piemontese sarebbe inevitabile, ma, paradossalmente, l’instabile quadro politico nazionale potrebbe favorire Cota e concedergli una ulteriore dilazione di tempo. La task force del presidente che domani si recherà nella capitale è formata dai due assessori a Bilancio e Sanità, Gilberto Pichetto Fratin e Ugo Cavallera, il capo di gabinetto Luciano Conterno, il direttore di corso Regina Margherita Sergio Morgagni e il direttore del settore risorse finanziarie Sergio Rolando. A loro spetterà il compito di illustrare i provvedimenti che intendono adottare nei prossimi mesi per rimettere in sesto i conti della sanità. Di fronte si troveranno il molosso Francesco Massicci, la dottoressa Angela Adduce; per il ministero della Sanità al posto di Filippo Palumbo dovrebbe esserci Francesco Bevere, direttore generale della programmazione sanitaria, il numero uno dell’Agenas Fulvio Moirano e una serie di funzionari delle diverse articolazioni del Tesoro e della Ragioneria dello Stato. Una composizioine da corte marziare, come riferì un partecipante all'ultimo incontro.
Un tavolo che a lungo il governatore ha dato la sensazione di snobbare, cercando spesso di aggirarlo attraverso intermediazioni politiche, non fornendo la documentazione completa e partecipandovi con una delegazione spesso ridotta all’osso. Un atteggiamento che ha provocato un certo irrigidimento nei confronti dei tecnici ministeriali, particolarmente severi verso l'ex titolare delle deleghe, Paolo Monferino. Domani, però, non saranno accettate scorciatoie e se non riuscirà a fornire indicazioni precise su interventi - che dovranno essere strutturali -, come hanno fatto in passato i colleghi della Calabria Giuseppe Scopelliti e dell’Abruzzio Giovanni Chiodi sarà difficile immaginare a un’altra strada che non sia il commissariamento. Nell’eventualità che venga aperta la procedura, i tempi di attuazione richiederebbero un paio di mesi e il commissario potrebbe insediarsi a giugno.