Asti, 500 firme contro il teleriscaldamento

Incontro informativo con i cittadini e consegna delle sottoscrizioni per il referendum sul progetto del Comune. Appuntamento il 24 giugno (ore 20,45) al cinema Lumiere. Danni ambientali e disagi per una tecnologia che è già vecchia

Il Comitato Spontaneo dei Cittadini annuncia che sono state raccolte oltre 500 firme autenticate per la petizione che richiede al Sindaco di proporre una consultazione popolare mediante referendum senza quorum che chieda ai cittadini se sono favorevoli o contrari al progetto di teleriscaldamento ad Asti come presentato dall'amministrazione comunale. Il progetto prevede addirittura la realizzazione della centrale, di potenza superiore ad 80 MW, nell’area di pertinenza dell’Ospedale Cardinal Massaia, ovvero nell’area più sensibile della città, lasciando in mano ai privati un’area pubblica sottraendola a possibili future necessità di natura sanitaria ed ospedaliera. Il risultato di questa sottoscrizione va ben oltre l’obbiettivo delle 300 firme, autenticate secondo i modi di Legge, imposto dal regolamento comunale per le istanze e petizioni. Inoltre sono state raccolte in breve tempo dai cittadini del Comitato Spontaneo altre 500 firme, e la raccolta proseguirà senza sosta anche nei prossimi mesi. Le firme autenticate saranno consegnate al Sindaco, che è ovviamente invitato a riceverle, in occasione dell’incontro pubblico con i cittadini che si terrà al cinema teatro Lumière, in Corso Dante 188, il prossimo 24 giugno alle ore 20,45.
 
Questo incontro è stato organizzato per continuare la necessaria opera di informazione e sensibilizzazione dei cittadini, che ancor oggi si sono rivelati nella maggior parte dei casi non informati o completamente all’oscuro riguardo il progetto di teleriscaldamento della città. Una copia della petizione con le relative firme, sarà consegnata anche all’Assessore Regionale alla Sanità, chiedendogli di non dare il proprio consenso all’utilizzo dell’area dell’ospedale per la centrale di teleriscaldamento fino all’espletamento del referendum consultivo comunale richiesto. Contemporaneamente è stata presentata in Consiglio Comunale da tre consiglieri una proposta di deliberazione per l’introduzione del referendum senza quorum nel Regolamento comunale sugli istituti della partecipazione popolare, dato anche il fatto che l'attuale Amministrazione comunale si è sempre espressa favorevolmente per l'istituto del referendum a quorum zero, ma nulla è stato ancora deliberato in tal senso. Numerosi sono i punti critici e inaccettabili, che anche lo stesso Sindaco ha evidenziato per iscritto nella sua relazione contenuta nella delibera della Giunta Comunale numero 518 del 19 novembre 2014.
 
Innanzitutto, il teleriscaldamento dà al gestore dell’impianto il monopolio assoluto, in quanto nessun altro soggetto potrebbe fornire il servizio e, dunque, le tariffe di vendita non godrebbero di alcun controllo garantito dal mercato e le bollette potrebbero raggiungere delle cifre altissime. E' una tecnologia vecchia e meno efficiente delle moderne caldaie a condensazione anche a causa delle perdite di calore lungo la rete di distribuzione. E' un danno ambientale perché non utilizza fonti di energia rinnovabili e non si garantisce una riduzione significativa dell’inquinamento cittadino. Le notevoli dimensioni dell’impianto necessiterebbero di un camino di circa 70 metri di altezza per l’emissione dei fumi, con una ricaduta atmosferica che interesserebbe tutta la città e non solo gli edifici abitati circostanti. La posa di 30 Km di tubi interrati lungo le strade cittadine comporta inevitabili disagi dovuti alla realizzazione di importanti opere di scavo e conseguenti modifiche della viabilità. Nel progetto non si prevede un effettivo controllo pubblico del servizio. E' un danno sociale perché il risparmio dichiarato del 6-8% non arriva nemmeno ad essere equivalente all'agevolazione fiscale relativa all'Iva ridotta al 10%. Inoltre nella stessa relazione del Sindaco non manca neppure l'ammissione che la città di Asti sia già ampiamente metanizzata con impianti efficienti e adeguati alle normative, arrivando addirittura a sottolineare che "il rischio che si correrebbe con la centrale di teleriscaldamento sarebbe quello di inquinare di più ma in maniera concentrata." Il Comitato dei Cittadini ritiene assolutamente inopportuna tale decisione in quanto i numerosi rischi sopra esposti, sono in contrasto con le più elementari valutazioni degli interessi collettivi e dei beni comuni, che vengono coinvolti nell’immediato e per gli anni a venire: una pesante eredità che lasceremmo anche ai nostri figli e ai nostri nipoti. 
 
* Mariateresa Gandolfo e Tiziana Valente per conto del Comitato spontaneo dei cittadini

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