Asti, teleriscaldamento insostenibile

Ci sarà uno spreco di energia e conseguente aumento dell'inquinamento ambientale. Un sistema inefficiente anche a detta della società che lo propone. Una petizione contro l'opera ha già ottenuto oltre 3mila sottoscrizioni

Il Comitato No teleriscaldamento ad Asti, anche a nome di diverse migliaia di cittadini che si oppongono a questo progetto di teleriscaldamento ad Asti, ribadisce la sua contrarietà alla realizzazione di un impianto di teleriscaldamento definito dallo stesso proponente come non efficiente e che sarebbe quindi realizzato contro le direttive europee e contro le norme che individuano nell’efficienza energetica un punto di indirizzo fondamentale per il Paese. La società Aec, proponente del teleriscaldamento, ha comunicato infatti in fase di Conferenza dei Servizi (risposte alle osservazioni del 2 febbraio 2016), su richiesta dei tecnici del “Comitato No teleriscaldamento ad Asti”, il Pef (Fattore di conversione dell’Energia Primaria) che risulta non meno di 1,1, certificando già a livello di progetto uno spreco di energia e un conseguente maggiore inquinamento ambientale. Il dato è addirittura peggiore di quello stimato dal “Comitato No teleriscaldamento ad Asti” già a maggio del 2015.
 
La stessa società ammette poi, definendo questo progetto migliore di altri presentati precedentemente (2007), che si tratta di “una condizione di funzionamento che non permette di rientrare nella classificazione di ‘teleriscaldamento efficiente’”. La Direttiva europea 2012/27/UE sancisce il ruolo fondamentale dell’Efficienza Energetica come strumento strategico nell’attuale scenario europeo. Efficienza energetica significa garantire gli stessi livelli e qualità di servizi, quali comfort e sicurezza, consumando meno risorse, ottenendo quindi un risparmio energetico. L’art. 14 della Direttiva europea è importante non solo per le opportunità di investimento nella cogenerazione e nel teleriscaldamento, ma anche per l’innovazione dell’approccio di policy adottato, che introduce l’obbligo di adottare tecnologie di cogenerazione e/o di teleriscaldamento a patto che sia svolta un’analisi costi-benefici volta a dimostrarne la loro effettiva convenienza economico-sociale.
 
Il Decreto legislativo n° 102 del 04/07/2014 (G.U. 18/07/2014), che recepisce la direttiva 2012/27/UE, nell'Art. 7 parla esplicitamente di Regime obbligatorio di efficienza energetica. Nel caso del progetto di Asti è ormai palese e dichiarato che non esistono le condizioni minime di efficienza energetica che giustificano un progetto del genere. Un Pef (Fattore di conversione dell’Energia Primaria) che risulta già in fase di progetto non meno di 1,1 è la prova lampante di uno spreco di energia, ma non solo. Il valore del Fattore di conversione può variare consistentemente la classe energetica dell'immobile influenzando il valore stesso dell'immobile, le aspettative degli utenti che hanno acquistato o preso in locazione l'abitazione in virtù di una determinata prestazione energetica e l’accesso alle detrazioni fiscali di cui alla L. 296/06 comma 344. Questo valore deve essere certificato da un ente terzo indipendente e non dal gestore stesso come spesso accade; altrimenti, come da normativa, questo Fattore di conversione va riportato sempre uguale a 1,5 e non inferiore, come invece fanno molti gestori.
 
La società proponente ammette anche altri problemi quali l’inquinamento acustico in una zona ospedaliera, ma sostiene che se le norme di pianificazione urbanistica consentono la destinazione d’uso relativa a un progetto di interesse, allora diventa possibile inquinare oltre le norme. Peccato che questa, come altre, sia solo un’interpretazione del proponente che parte sempre dal presupposto che si tratta di un progetto di interesse generale utile per Asti, cosa assolutamente non vera. Come può essere utile per Asti un progetto inefficiente dal punto vista energetico, che spreca energia, che non utilizza fonti rinnovabili e con un business plan molto opinabile?
 
Tutte le numerose criticità esposte dal Comitato durante l’ultima Conferenza dei Servizi non hanno avuto nessuna risposta soddisfacente tra quelle pubblicate dal proponente nel sito della Provincia di Asti il 2 febbraio 2016. Anzi, le uniche risposte ove era richiesta una quantificazione dei parametri - e questa è stata effettivamente riportata - avvalorano ancora una volta le motivazioni che definiscono questo progetto come assolutamente insostenibile. Un impianto come quello che si vorrebbe realizzare ad Asti, destinato a sprecare moltissima dell’energia disponibile nel combustibile, è un impianto da bocciare, anche se le emissioni al camino presentassero parametri in linea con la normativa.
 
Quindi, come il “Comitato No teleriscaldamento ad Asti” ha sempre affermato da mesi, il progetto non è sostenibile per la città di Asti, e leggendo anche le considerazioni dello stesso proponente non si può che trarre la conclusione che l’unica alternativa valida sia l’opzione zero, ovvero la bocciatura di questo progetto. Il sistema migliore di abbattere l’inquinamento è l’efficienza energetica e la riqualificazione energetica degli edifici. Meno energia si consuma, minori sono le emissioni di inquinanti.
 
Grazie a tutti i cittadini che hanno dato e daranno una mano per firmare online la petizione del Comitato No Teleriscaldamento ad Asti. Hanno già firmato oltre 3.000 persone oltre alle altre migliaia di firme raccolte su supporto cartaceo. Quando si realizza un’opera insostenibile e non efficiente si fa un danno a tutto il pianeta, e questo solo per fare gli interessi delle lobbies a spese dei cittadini. Ed è ancora più grave quando si vuole fare questo negando i più elementari diritti costituzionali di partecipazione dei cittadini alle scelte importanti per la città. Il “Comitato No Teleriscaldamento ad Asti”, che si oppone a qualsiasi progetto insostenibile e inefficiente come questo per tutelare la salute e gli interessi di tutti i cittadini, ha lanciato una campagna di affissioni a scopo informativo in tutta la città e una petizione online sul sito Change .org. Aiutateci a sottoscrivere questa petizione e fate sentire la vostra voce.
 
* Pierpaolo De Fina e Massimo Cerruti, per il “Comitato dei Cittadini No Teleriscaldamento ad Asti”
 

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