Asti, chiarezza sul teleriscaldamento

Le istituzioni devono dare risposte, non si può demandare ogni decisione a un parere legale (che dovrà esprimersi solo sull'area e sulla convenzione per la fornitura di calore). Sulla fattibilità tecnica del progetto dovrà pronunciarsi la Conferenza dei Servizi

Cara Asl At, sul teleriscaldamento i cittadini hanno bisogno di chiarezza e non di giochi di prestigio. Fermiamo per un attimo l’ipnotico gioco delle tre carte in atto e ricapitoliamo gli ultimi fatti concretamente avvenuti: più di un anno addietro Aec produce un progetto di teleriscaldamento rivelatosi insostenibile che, fra l’altro, coinvolge l’Asl At ed i suoi terreni senza averne alcun loro assenso. Si va in Conferenza dei Servizi e la stessa Asl At respinge il progetto definendolo “industria insalubre di prima classe” e richiedendo la formulazione di ipotesi alternative a quella presentata compresa l'opzione zero.
 
Ora, anziché fornire risposte convincenti ai pesanti quesiti tecnici sollevati si assegna un incarico ad un esimio legale motivando che “altrimenti non si potrà concludere il procedimento con esito positivo”. Si tirano inoltre in ballo le tariffe agevolate ed il problema della fornitura di calore già in essere. Quindi un cittadino comprende che pur essendo di fronte ad un progetto inefficiente, insalubre, insostenibile e sul quale funzionari ASL si sono già espressi negativamente, pur di non ostacolare la procedura ed in virtù di un solamente presunto vantaggio economico delle tariffe, si decide di investire denaro per richiedere un parere legale dall'utilità molto dubbia.
 
E si! Perché non sembra una grande trovata investire soldi per sapere se sia possibile cedere un terreno ricompreso nel cortile dell’ospedale in comodato d'uso al fine di tentare di realizzare un’opera giudicata malsana e ad oggi nemmeno ritenuta utile con certezza per l’ospedale. Ma l’aspetto meno convincente è il fatto che la disponibilità del terreno è solo uno dei problemi che Aec deve risolvere, oseremmo dire addirittura marginale rispetto a quelli più sostanziali emersi nel corso della Conferenza dei Servizi. Non da meno, la tipologia del parere legale richiesto non collima affatto con le premesse citate nello stesso provvedimento e contribuisce a ingenerare confusione. Sempre per amor di chiarezza, preme informare i cittadini che l’Asl At sembra voler attribuire al parere legale richiesto non solo la facoltà di esprimersi sull’utilizzo del terreno ma anche erroneamente sulla successiva realizzazione e gestione degli impianti soprastanti. E per far ciò, si emette un provvedimento in cui si fa riferimento ad una serie di motivazioni in premessa quali una convenzione proposta da Aec all’Asl At, le tariffe agevolate, il contratto di fornitura di calore attualmente in essere tramite procedura Consip e attivo per sette anni.
 
Cioè si tirano in ballo problematiche diverse e poco afferenti se non inopportune con il parere richiesto. Sia il provvedimento dirigenziale che il seguente comunicato stampa diffuso ai media sembrano giocare sull’equivoco. Il parere legale potrà e dovrà esprimersi unicamente su due aspetti: la cancellazione o meno dell’area da patrimonio indisponibile e la conciliazione della nuova convenzione con l’attuale contratto di fornitura del calore. Non si potrà assolutamente esprimere in merito alla fattibilità tecnica del progetto (sarà compito della Conferenza dei Servizi) viziata da ben più gravi e di fatto irrisolvibili problemi sollevati anche dall’Asl stessa. Quindi non si capisce come uno stesso ente possa con una mano stoppare tecnicamente il progetto (e non vi sono e non vi possono essere gli elementi tecnici per far sì che nel frattempo possa aver cambiato idea) e con l’altra attivarsi per approfondire le problematiche giuridiche (a meno che lo si faccia per avere un ulteriore elemento ostativo di tipo legale oltre a quelli tecnici già in possesso al fine di bocciare definitivamente il progetto e solo questo potrebbe essere condivisibile). Infine non è nemmeno credibile che tale incarico, costato 8.000 euro di soldi pubblici, sia giustificato dalla possibilità di avere tariffe agevolate su elettricità e raffrescamento essendo ad oggi nella situazione di totale incertezza di realizzazione di un’opera che andrebbe comunque a scapito dei cittadini per l’impatto evidenziato, e ricordando altresì che in merito alla tariffa del calore vi sarebbe comunque ancora da contrattare.
 
*Pierpaolo De Fina, Massimo Cerruti, per il “Comitato dei Cittadini NO teleriscaldamento ad Asti”
 
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