Asl Asti dica no al teleriscaldamento

L'azienda deve opporsi all'installazione dell'insalubre impianto all'interno delle proprie aree. Porterà un incremento del 400% delle emissioni di Co. Lo chiede una petizione firmata da 3.300 cittadini astigiani. Lettera aperta al direttore Ida Grossi

Egregio Direttore,
La prego di voler cortesemente pubblicare la seguente lettera aperta anche a nome di alcune migliaia di amici e conoscenti che come me si oppongono al progetto di AEC del cosiddetto teleriscaldamento. Le avevo scritto per rappresentarle la nostra contrarietà alla realizzazione, all’interno dell'Ospedale Cardinal Massaia di Asti, dell’inutile grande ed inquinante impianto industriale privato di produzione di energia elettrica, acqua refrigerata ed acqua calda. Le avevo chiesto tempo fa di volermi gentilmente ricevere per consegnarLe una copia della petizione e delle 2.657 firme (di cui 655 digitali) di oppositori. Ma non ho ancora avuto alcuna risposta da Lei.
 
Nei propri documenti ufficiali (bilancio sociale, bilanci annuali, bilanci previsionali), l’Asl At non ha mai esplicitato la scelta strategica, e neppure il desiderio, di cambiare il fornitore di energia elettrica, di allacciarsi al raffrescamento ed al teleriscaldamento, al contrario ha rinegoziato e concluso, nel rispetto delle procedure di legge, innovativi contratti pluriennali della durata di 7 anni per la fornitura integrata di calore, ha realizzato un nuovo gruppo frigorifero per il raffrescamento degli ambienti ed ha in corso di completamento una nuova centrale di riscaldamento per sostituire le vecchie caldaie; ha anche recentemente chiesto un parere legale pro veritate in merito alla liceità di un eventuale affidamento diretto, immagino per tutelarsi da ogni tipo di critica e di pressione. Oggi le rinnovo la richiesta mediante questa lettera aperta. Le firme nel frattempo sono aumentate a oltre 3.300 e questo attesta che gli Astigiani sono sempre più contrari a che l’Asl At acconsenta ad ospitare al proprio interno un insediamento industriale rumoroso ed insalubre, che genererebbe nella sua area un incremento del 473% di inquinamento da Co, con pregiudizio per la salute dei malati, asilo dei bambini, dei dipendenti e degli utenti e visitatori in genere, peraltro utilizzando un terreno che sarebbe sottratto a eventuali future destinazioni sanitarie, come nuovi reparti o, nel frattempo, nuove aree verdi a scopi terapeutici, quali ad esempio giardini ed orti terapeutici. Sono certo che, con la Sua sensibilità, Lei condivide appieno queste preoccupazioni e non consentirà l’insediamento di uno stabilimento industriale privato all'interno di un luogo di interesse pubblico, deputato istituzionalmente alla cura della salute. Resto in attesa di una Sua cortese pubblica risposta e Le porgo distinti saluti.
 
*Paolo Montrucchio e oltre 3.300 cittadini
 

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