Chi vuole l'harakiri nel Pd torinese?

Come purtroppo da alcuni ventilato e quasi profetizzato, sul Pd torinese si stanno addensando preoccupanti nubi e stanno aumentando le pressioni romane per una revisione della linea programmatica e politica in vista delle prossime elezioni amministrative cittadine, previste per la primavera del 2021 ma che ad oggi potrebbero anche tenersi in anticipo nel caso in cui la giunta Appendino non riuscisse a far fronte alla fronda interna al Movimento 5 Stelle.

Come sempre dichiarato e professato dal segretario metropolitano Mimmo Carretta e dal capogruppo Pd in Consiglio Comunale Stefano Lo Russo, la discriminante principale per le future elezioni è quella, sì di dialogare con chiunque si senta deluso dall’amministrazione Appendino, inclusi gli stessi ex elettori del M5s, ma di escludere a priori qualsiasi accordo programmatico, o anche di semplice desistenza, con chi ha governato in modo irresponsabile e dilettantesco dal 2016 ad oggi la città.

Questa è la linea che noi come Comitato Diritto abbiamo sempre condiviso ed abbracciato, esprimendo sempre piena solidarietà a Mimmo e Stefano. E questa sarà ancor sempre la nostra posizione nonostante le scelte della Segreteria Nazionale del partito in cui ci riconosciamo stiano orientando il partito stesso verso possibili alleanze strutturali con il movimento guidato da Di Maio ma, è sempre bene ribadirlo, controllato e diretto da Davide Casaleggio e dalla sua S.r.l..

Abbiamo troppo a cuore il destino della nostra città e dell’area metropolitana tutta per lasciarle nelle mani delle politiche populiste, demagogiche e mirate ai troppo oscuri interessi del Movimento 5 Stelle e, peggio ancora, diventarne corresponsabili e complici. L’indirizzo politico discriminante di Mimmo è il nostro stesso indirizzo.

Purtroppo, però, a partire dalla formazione del governo Conte II (e già ci sarebbe molto da dire sul fatto che il segretario Zingaretti non abbia sentito il dovere di comunicare al Pd Metroplitano che l’ex assessora Pisano sarebbe stata Ministro per l’Innovazione), con la sua coalizione cosiddetta “giallo-rossa”, che è stata da noi vista ed accettata obtorto collo quale unica soluzione per salvare il Paese dal disastro economico e da un inevitabile governo sovranista e di destra estrema, abbiamo assistito anche a livello locale ad alcune manovre che, progressivamente e sottilmente, hanno cercato di sovvertire il sentire e la volontà di tanti iscritti, militanti ed elettori del Pd rappresentati bene dal segretario Metropolitano.

L’incontro quasi clandestino tra il sottosegretario Giorgis e la sindaca Appendino prima e l’accelerazione degli ultimi giorni con la proposta lanciata dal vicepresidente del Consiglio Comunale Lavolta, con endorsement vari come quello di Mangone, hanno preparato la strada alla mozione interna alla segreteria Metropolitana da parte di Gianna Pentenero con la quale una parte importante del partito, quella che può esser definita “zingarettiana”, ma non solo, sta provando a forzare la mano a Mimmo per portare il PD di Torino sulle posizioni nazionali ovvero verso una possibile futura alleanza strutturale con il M5s.

Queste pressioni comportano chiaramente il profilarsi di differenti scenari per il nuovo anno. Da un lato un progressivo disimpegno del Pd dall’opposizione decisa alla giunta pentastellata verso una non belligeranza prodromica di una possibile alleanza nella primavera 2021, magari anche dando una mano concreta alla sindaca per annullare gli effetti dei crescenti malumori all’interno della sua alleanza e permetterle di arrivare a fine mandato. Dall’altra il netto rifiuto di alcun accordo con una banda di scappati di casa che ha ingannato i torinesi promettendo il rinnovamento ma ha dimostrato di essere capace unicamente di portare la città verso un triste declino. Accordo che per di più non verrebbe stipulato con un partito/movimento connotato da una propria ideologia e politica bensì con una classe dirigente, in primis Chiara Appendino e Paola Pisano, appositamente selezionata dalla Casaleggio Associati S.r.l. per perseguire e raggiungere obiettivi che nulla hanno a che fare con una sana visione democratica e con un’amministrazione del territorio al servizio dei cittadini.

Allo stesso tempo, nell’ipotesi anche che la giunta Appendino regga sino al 2021 (e mettere la mano sul fuoco su questo sarebbe azzardato visti i recenti sviluppi in Consiglio Comunale), non è detto che si debba ipotizzare una vera e propria alleanza del Pd con il M5S, bensì forse uno scenario più subdolo e sottile che permetterebbe a Casaleggio ed ai fautori dell’accordo di raccogliere un consenso più ampio.

E questo perché crediamo che Davide Casaleggio sappia bene due cose: come forza autonoma il Movimento sarebbe destinato a perdere sonoramente alle future elezioni ma allo stesso tempo una vera e propria alleanza con il PD sarebbe destinata a dilaniare quest’ultimo con conseguenze al momento non quantificabili. Mentre è chiaramente interesse di Casaleggio trovare una soluzione che gli permetta, pur rimanendo nelle retrovie come suo solito, di rimanere nelle stanze del potere cittadino continuando a perseguire i suoi interessi privati come sinora fatto tramite le figure apicali del M5S torinese.

Da qui la possibilità, già ventilata da alcuni in recenti articoli, del progressivo disimpegno dal movimento torinese, da sempre riottoso e difficile da governare, con la formazione di un fronte civico del quale dovrebbe farsi fautrice la sindaca Appendino ed intorno al quale costruire un’alleanza che permetterebbe al PD di poter dire di non essersi alleato con i 5 Stelle.

Noi come Comitato Diritto saremo tuttavia sempre al fianco di Mimmo e Stefano fintanto che saranno in grado di escludere tale alleanza e rifuggire da qualsiasi sirena tentatrice che metta in qualche modo d’accordo le linee programmatiche locali con quelle di tanti dirigenti nazionali favorevoli al dialogo con i 5 Stelle.

Siamo fortemente decisi a sostenere la segreteria metropolitana, sia a Torino sia in tutte le città che andranno alle urne da qui al 2021 (prima fra tutte Venaria Reale), nella costruzione di un progetto  e di una forte alleanza con tutte le forze di centrosinistra senza pregiudizio alcuno che possa essere dettato da rancori e ostilità pregresse e recenti. Ma siamo allo stesso tempo fortemente decisi a ribadire la nostra decisa opposizione a qualsiasi forma di accordo con il Movimento 5 Stelle e con la sovrastruttura privata che lo controlla e manovra.

Hanno avuto la loro occasione, hanno raccolto l’improvvido consenso da parte dei torinesi e di tanti cittadini delle altre città della provincia, hanno deluso ed è ora che si facciano da parte. La sfida con la destra sovranista e populista è già difficile di per sé per poterci permettere anche di porgerle su un piatto d’argento le chiavi della Città.

*Angelo Catanzaro, Coordinatore di Comitato Diritto

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