Modello Cuneo? Un boomerang

Egregio direttore,
è legittimo e sacrosanto l’orgoglio che gli imprenditori cuneesi manifestano in ogni loro convegno per i successi del “modello Cuneo”. È un’aspirazione legittima mirare a valorizzare la “cultura d’impresa” cuneese. Ma la lunga storia politica ed economica della nostra provincia ha rivelato in molte occasioni che non basta riuscire a fare un lavoro di squadra a sostegno della classe politica nostrana per affrontare i nodi del sistema infrastrutturale. Non ci si è riusciti in passato quando la classe politica locale era di ben altro calibro, figurarsi adesso…. A mio avviso, più che un gioco di squadra occorre adottare nuovi metodi di denuncia e di azione.

Allo stato attuale è dimostrato che è vano e ingenuo sbandierare il “modello Cuneo” nella convinzione di ottenere riscontri e sostegni a livello di governo. Non si è mai pensato che questo autoreferenziarsi, seppure giusto, si trasforma in boomerang? “Come siete bravi, come siete laboriosi, come siete tenaci, come riuscite sempre a lavorare al meglio! Bene, continuate così, noi dobbiamo sostenere (si fa per dire) chi sta molto peggio”.

È una storia curiosa iniziata con le ricostruzioni successive alla guerra, quando Cuneo che si vantava di essere “isola felice” rigettava di fatto il sostegno dei vertici romani. Faceva comodo ai detentori del potere locali respingere condizionamenti nazionali e gestire in piena autonomia. A quei tempi Cuneo contava su una Dc onnipotente, un Pli onnipresente, con socialisti e comunisti capaci di farla da padroni. Che fare perciò oggi? Cominciamo sul piano politico e culturale a diffondere a livello popolare (mezzi mediatici, convegni ecc.) il convincimento che le infrastrutture sono indispensabili per continuare nel futuro lo sviluppo economico e l’aumento dell’occupazione. E poi lanciamo concreti avvertimenti alla classe dirigente politica a ogni livello: disertiamo le urne. È un argomento di protesta sensibilissimo, che investe direttamente il potere decisionale. È una sfida più concreta e realizzabile dell’intento di non pagare le tasse. Cominciamo a sensibilizzare la nostra comunità a non andare a votare già alle imminenti elezioni comunali, piccole o grandi che siano, in attesa della sorpresa maggiore alle prossime elezioni politiche. I cuneesi continueranno a lavorare sodo, ma fra coloro che sono al vertice saranno tanti ad essere preoccupati e magari mazziati. Distintamente.

*Paolo Chiarenza, Busca (Cn)

print_icon