Rovelli e l'invasione di campo

Sono un assiduo lettore del prof. Carlo Rovelli, uno dei più qualificati ricercatori mondiali nel campo della fisica quantistica. Pur avendo una formazione scientifica, non essendo un fisico quantistico, non sono in grado di valutare il professore in qualità di ricercatore ma posso affermare che Carlo Rovelli, attualmente titolare della cattedra di fisica teorica all’Università di Aix-Marseille in Francia, è un fuoriclasse nello spiegare argomenti molto difficili utilizzando termini comprensibili anche a chi non è un fisico quantistico. Intervenendo al consueto concertone, che i sindacati Cgil Cisl e Uil hanno organizzato il Primo Maggio in occasione della Festa dei Lavoratori in piazza San Giovanni in Laterano a Roma, il prof. Rovelli ha fatto un lungo discorso in cui ha ribadito che: “La ricchezza si è concentrata nelle mani di un numero piccolissimo di persone e di grandi imprese, e la disuguaglianza economica continua a crescere. La paghiamo tutti”. Ha denunciato che: “sta crescendo la guerra. (…) Invece di collaborare, cercare soluzioni, i paesi si aizzano uno contro l’altro, si provocano, si sfidano come galletti in un pollaio. (…) Spendiamo 2 trilioni e mezzo di euro all’anno in spese militari, una cifra inimmaginabile. Più del doppio di quindici anni fa. Impennate di spese militari così preludono alla guerra”.

Inoltre ha aggiunto: “nel fiume di denaro che producono le industrie di armi, le industrie della morte, ci sguazza la politica” e riferendosi, senza nominarlo, al ministro della Difesa Guido Crosetto ha aggiunto: “Il ministero della difesa serve per difenderci dalla guerra, o per aiutare i piazzisti di strumenti di morte?” e, volendo significare che il Governo Italiano non rispetta la Costituzione, dichiara: “Articolo 11 della Costituzione: l’Italia ripudia la guerra: disatteso.” Poi si rivolge ai giovani: “Il pianeta è vostro. E il pianeta voi potete cambiarlo. Non da soli, ma insieme sì. (…) Le cose del nostro mondo che amiamo sono state costruite nel passato da giovani che hanno saputo sognare un mondo migliore. Anche a costo di rovesciare tutto qualche volta. Attaccare la Bastiglia, bruciare il Palazzo d’Inverno. (…) Prendetelo in mano il vostro futuro, (…) Voi non abbiate paura a imbrattare i muri. L’Italia l’ha fatta Garibaldi che tutti i benpensanti chiamavano “terrorista”, poi gli hanno fatto le statue”.

La Rivoluzione francese registrò dai 2 milioni ai 2 milioni e mezzo di morti, così come la Rivoluzione russa, Garibaldi e l’unificazione dell’Italia ne segnalò circa 20 mila nel solo meridione: forse il fine ha giustificato i mezzi, come ci sottolineerebbe Machiavelli, e i mezzi furono tutt’altro che pacifici!

A Carlo Rovelli risponde, con un articolo, Alessandro Sallusti, direttore di Libero: “Ma che ci faceva il fisico Carlo Rovelli sul palco del concertone del Primo Maggio? Intendo, perché un uomo che nel 2019 è stato inserito nella lista dei cento migliori pensatori del mondo dalla rivista Foreign Policy non resiste alla tentazione di apparire a giocare su un campo che non è il suo? Certo, lui di fisica sa praticamente tutto, (…) ma è la prova vivente che anche un genio può cadere sulla buccia di banana della vanità. Su quel palco Rovelli si è scandalizzato che Guido Crosetto sia il nostro ministro della Difesa perché in passato ha collaborato con Leonardo, la nostra industria degli armamenti. Ora, detto che le bombe atomiche e i missili più micidiali non li hanno pensati, progettati e costruititi né Crosetto né Giorgia Meloni bensì dei fisici suoi colleghi, quale sarebbe lo scandalo? (…) E non si scandalizzi, non è da lei. Un suo collega pensatore, Pier Paolo Pasolini, ebbe a dire: ‘chi si scandalizza è sempre banale e sempre male informato’”.

Analizzando il discorso tenuto da Carlo Rovelli, si può dire che esso sia suddiviso in due parti: la prima denuncia la stupidità dell’Umanità che ha sempre investito enormi energie per supportare guerre finalizzate ad incrementare, per dirla con Nietzsche, la sua “Volontà di Potenza”. Nietzsche, a tal proposito scrive: “Ogni volta che ho trovato un essere vivente, ho anche trovato la volontà di potenza; e anche nella volontà di colui che serve ho trovato la volontà di essere padrone. Il debole è indotto dalla sua volontà a servire il forte, volendo egli dominare su ciò che è ancora più debole”. La seconda parte del discorso passa, con un “salto quantico”, dalla visione generale della natura umana, ad un attacco al governo italiano ed in particolare al ministro Crosetto. Leonardo, l’azienda per cui Crosetto ha lavorato in passato, già Finmeccanica, con 51.395 dipendenti, è la dodicesima impresa di difesa del mondo e la prima nell’Unione europea. Leonardo è quotata alla Borsa di Milano ed è attiva in diversi settori di mercato, tra cui la Difesa che nel 2022 ha fatturato il 68% dei 14,7 Mld di euro totali. “Ma la guerra si fa anche per motivi più banali… perché costruire armi è un affare terribilmente lucroso” ha ancor detto Carlo Rovelli.

Ora la natura umana, come ben descrive il filosofo inglese Thomas Hobbes, è competitiva ed egoista, come riscontrato nel campo dell’antropologia politica, e trova la sua esemplificazione nelle frasi “Bellum omnium contra omnes” (la guerra di tutti contro tutti") e “Homo homini lupus” (ogni uomo è lupo per l’altro uomo). Ma allora sono le armi a generare le guerre o forse le guerre, scatenate dal delirio di potenza dell’Uomo, ad indurre le produzioni di armi?

Mi sembra di rivivere il carteggio in cui Einstein, uomo di scienza, chiedeva a Freud, uomo di psicologia, “c’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?”. Einstein dopo semplici ragionamenti, traccia le seguenti considerazioni: “(…) la ricerca della sicurezza internazionale implica che ogni Stato rinunci incondizionatamente a una parte della sua libertà d’azione, vale a dire alla sua sovranità, (…) la minoranza di quelli che di volta in volta sono al potere ha in mano prima di tutto la scuola e la stampa, e perlopiù anche le organizzazioni religiose. Ciò le consente di organizzare e sviare i sentimenti delle masse rendendoli strumenti della propria politica. (…) L’uomo ha dentro di sé il piacere di odiare e di distruggere (…) è abbastanza facile attizzarla e portarla alle altezze di una psicosi collettiva”.

Freud, dopo essersi complimentato per le “veritiere” considerazioni del suo interlocutore, contrappone i due principi fondamentali della psiche umana: “Diritto e violenza sono per noi oggi termini opposti. È facile mostrare che l’uno si è sviluppato dall’altro e, se risaliamo ai primordi della vita umana per verificare come ciò sia da principio accaduto, la soluzione del problema ci appare senza difficoltà. (…) Inizialmente, in una piccola orda umana, la maggiore forza muscolare decise a chi dovesse appartenere qualcosa o la volontà di chi dovesse essere portata ad attuazione. Presto la forza muscolare viene accresciuta o sostituita mediante l’uso di strumenti; vince chi ha le armi migliori o le adopera più abilmente. Con l’introduzione delle armi la superiorità intellettuale comincia già a prendere il posto della forza muscolare bruta, benché lo scopo finale della lotta rimanga il medesimo.(…) Sappiamo che questo regime è stato mutato nel corso dell’evoluzione, che una strada condusse dalla violenza al diritto, ma quale? Una sola a mio parere: quella che passava per l’accertamento che lo strapotere di uno solo poteva essere bilanciato dall’unione di più deboli. L’union fait la force. (…)L’unione dei più deve essere stabile, durevole. (…) Per quanto ciò possa sembrare paradossale, si deve tuttavia ammettere che la guerra non sarebbe un mezzo inadatto alla costruzione dell’agognata pace “eterna”, poiché potrebbe riuscire a creare quelle più vaste unità al cui interno un forte potere centrale rende impossibili ulteriori guerre. (…) Perché ci indigniamo tanto contro la guerra, Lei e io e tanti altri, perché non la prendiamo come una delle molte e penose calamità della vita? La guerra sembra conforme alla natura, pienamente giustificata biologicamente, in pratica assai poco evitabile”.

Non penso che il professor Rovelli possa essere ritenuto responsabile dell’uso militare delle sue ricerche nel campo della fisica quantistica, così come non lo è Leonardo nello scatenare le guerre: la responsabilità è tutta nel “cervello dell’Uomo” come ci insegnano i neuroscienziati. Il dottor Alessandro Guidi, psicoanalista e psicoterapeuta, ha scritto: “La guerra è la manifestazione umana più estesa socialmente della passione dell’odio (…) per un bambino l’altro simile può essere visto con odio quando per esempio viene minacciato nei suoi interessi di bambino (possesso di un giocattolo oppure possesso o gelosia nei confronti di un terzo affettivo o ancora invidia per ciò che l’altro ha e che prima aveva avuto lui). (…) Tutte le guerre hanno questa caratteristica legata al cambiamento d’immagine dell’altro (il nemico) verso cui si scatena l’odio che minaccia la stessa esistenza del soggetto”.

Forse ha ragione Sallusti nello scrivere che il palco del concertone non è il “campo” di Carlo Rovelli: un campo fatto da 300.000 spettatori dal vivo, che hanno seguito lo spettacolo godendosi anche un po’ di fumo, e da circa 1.800.000 di telespettatori. Il campo del prof. Rovelli è quello delle aule universitarie, dove insegna fisica teorica, e dei lettori dei suoi libri che divulgano il sapere scientifico. Adesso il professore è sicuramente più noto in Italia anche se a seguirlo saranno sempre le solite centinaia di allievi che si cimentano nella fisica teorica e i lettori, circa un milione nel mondo, dei suoi bellissimi libri.

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