Muri imbrattati, una provocazione

Caro direttore,
leggo con piacere del sussulto d’orgoglio del sindaco Lo Russo alla vista delle scritte con lo spray all’interno delle aule di Palazzo Nuovo e di altri Atenei. Afferma di voler rimediare e che costerà caro (a noi cittadini of course).

In un primo momento l’uscita mi ha fatto piacere, la comprensione di quanto (al di là dei perché) siano state deturpate le vie adiacenti e i locali vuol dire che tutto sommato ci tiene al minimo decoro della città.

Ma poi… mi sono chiesto… ma sarà poi una cosa buona, giusta, intelligente? Tanto sappiamo come andrà a finire, basta guardare i portici di Via Po o la stessa zona circostante l’Ateneo su via Verdi, un tappeto di orribili e merdosi graffiti. Al termine della costosa ripulitura basterà attendere il primo corteo o forse neanche quello, una nottata in mano alla feccia graffitara e tutto tornerà deturpato. Si guardi da quanto stazionano i logo delle gang che rivendicano il territorio nelle vie, l’ultima “passata” in Via Po risale a molti mesi fa, tutti uguali e con aggiunte di scritte vandaliche in stile piccola criminalità (allego foto d’assaggio per sua conoscenza); nessuno in comune se ne cura, forse non ci farebbero caso neppure in campagna elettorale.

Le confesso che anziché dare la soddisfazione a questi qua di manifestare le loro espressioni di analfabetismo devastando tutti i più bei muri cittadini io quasi quasi giocherei la carta opposta, invitarli a disegnare qualcosa con le bombolette a vernice su tutti i pilastri e muri disponibili; e ho detto “disegnare” perché tra costoro ci sono anche fior di ragazzi con una gran mano, che sanno fornire esempi di murales multicolori sulle pareti che sono vere espressioni d’arte e non rivendicazioni frustrate della propria miseria nei confronti di ciò che è di tutti e che andrebbe preservato…

Sul serio, perché mai il Sindaco non s’inventa un bando per far decorare i muri? Insomma, un dialogo con il sottomondo degli armati di spray e bomboletta, immagino che in Questura sappiano i nomi, basta volerli andare a prendere; in un mondo “normale” (lo so … è una triste citazione alla Vannacci) sarebbero perseguiti, ma nel XXI secolo nelle città oramai non si mette in galera neppure chi ruba e scippa, figuriamoci; quindi perché non dargli spazi per far vedere se possono contribuire con qualcosa che faccia distinguere Torino come una città speciale? Magari funzionerebbe, o magari no, ma se non ci si prova finiremo per sostenere ancora una volta i costi della ripulitura e godere per meno di una settimana, dopo sarà tutto rigraffitato come prima e cioè orrendo.

Perdoni la provocazione, la saluto con la solita rassegnata cordialità

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