Auto, tutti a bordo con Urso

Caro direttore,
nuvole grigie sull’economia del Piemonte causa il calo della economia tedesca e il calo delle vendite nel settore auto che portano i tedeschi a valutare la chiusura di uno o due stabilimenti. Malgrado tutte le divagazioni di questi ultimi trent’anni il settore auto sarà ancora decisivo per la nostra economia.

Parto con una premessa: il miglior amministratore di azienda è colui che conosce bene la composizione del suo fatturato e che è capace di individuare le linee dello sviluppo e le persegue facendo crescere fatturato, occupazione e competitività aziendale. Per tanti aspetti vale anche per chi governa un Paese, una Regione o una Città. Tanto per la cappa del potere Fiat su Torino, molto per mancanza di cultura industriale nella politica e nel sindacato, così il settore auto, che insieme al tessile, agli elettrodomestici e all’edilizia è stato uno dei settori fondamentali per la rinascita dopo la Seconda guerra mondiale del nostro Paese, uscito sconfitto, semidistrutto e povero dal conflitto. Malgrado la Fiat controllasse La Stampa, Corriere e Gazzetta dello Sport l’industria dell’auto non ha mai avuto buona stampa. Così si è perso di vista la sua enorme importanza nella industrializzazione del nostro Paese. La “fabbrica delle fabbriche”, come la chiamava Giuseppe Berta, ha dato forza industriale unica a Piemonte, Lombardia e via via a tante altre regioni e grazie agli incentivi firmati da Donat-Cattin anche le regioni del Sud. Gli unici che non hanno sbagliato l’analisi sono stati gli emiliani che, non a caso, mentre a Torino si criticava il settore auto, si sono creati la Motor Valley.

Le Giunte di sinistra di Torino hanno anestetizzato la continua decrescita della produzione torinese e piemontese sperando che il turismo pareggiasse i conti ma senza mai fare i conti cosicché la gauche che si definisce progressista non si accorse che Torino cresceva di meno delle altre città aumentando la disoccupazione giovanile e la povertà nelle periferie. Tanto superbi da non ascoltare non solo la mia denuncia ma anche quella significativa di Mons. Nosiglia sulle due città.

L’errore finale è stato quello di puntare sull’elettrico (vero Lo Russo, Pd e sindacato?). L’altro grave errore, lo dico a chi adesso si lamenta se il Governo ritarda gli incentivi perché vuole costringere Stellantis o qualcun altro a aumentare la produzione, fu quello fatto nell’ultima Legge Finanziaria di Draghi che non prevedeva un euro per il settore e nessuno, dicesi nessuno dei parlamentari, del sindacato, dei partiti mosse un dito. Ci volle il solito Mino Giachino che già aveva mosso, insieme alle madamin, la più grande piazza del dopoguerra a favore della Tav, a scatenare la protesta che ha portato nel 2022 alla nascita del Fondo Giorgetti di 8,7 miliardi per il quale il merito lo condivido con l’on. Riccardo Molinari, primo firmatario della mozione parlamentare.

Le speranze che abbiamo di difendere il settore o attraverso Stellantis o attraverso l’arrivo dei cinesi e coreani, attraverso il cambio della decisione europea che rilanci gli Euro 6, unico modo per salvare l’indotto, la dobbiamo a quei soldi lì. Perché oggi quei soldi nel Bilancio Pubblico non ci sarebbero più. E pazienza se gli elettori nelle elezioni regionali non hanno riconosciuto questi due enormi meriti alla mia candidatura alle recenti elezioni regionali. C’è ancora qualcuno che non ha capito che se il 12 aprile la manifestazione per difendere Mirafiori si fosse schierata con il ministro Urso sarebbe stato meglio. Lo dico alla vigilia della Festa della Fiom.

I cinesi, i coreani o qualsiasi altro produttore arriverà in Italia e a Torino solo grazie al Piano del Governo. Lo ridico per la ennesima volta, se Torino e il Piemonte vogliono portare a casa qualche cosa debbono schierarsi col Piano del ministro Urso. Chi ha proposte di politica industriale le porti costruttivamente al Ministero dell’Industria. Torino inoltre rivendichi un ruolo di punta per la sua storia industriale e verso la mobilità del futuro coinvolgendo il Politecnico, il Centro per la IA e le aziende innovative presenti nel territorio. Per il futuro di Torino il settore automotive sarà ancora molto importante, tanto più importante se i lavori della Tav continueranno ad andare avanti così lentamente.

*Mino Giachino, responsabile Trasporti FdI Piemonte

print_icon