Emodinamiche di nuovo a rischio
17:57 Venerdì 21 Febbraio 2014 3Tornano alla ribalta i laboratori di Moncalieri e Orbassano. La giunta regionale, dopo la contestata decisione di chiusura, in gran silenzio sta lavorando per declassarli. La denuncia di Laus: "Illusionisti che giocano sulla pelle dei cittadini"
Emodinamiche dissanguate. Alla “morte annunciata”, decretata dalla giunta Cota dei due laboratori di Moncalieri e Orbassano, decisione contro la quale si sono opposti cittadini e operatori, giunge ora un inaspettato “declassamento”: una sorta di morte per asfissia. Il destino dei due reparti, infatti, è rintracciabile in qualche riga delle oltre 300 pagine dei “Programmi operativi triennali”, approvato nella seduta dell’esecutivo regionale dello scorso 30 dicembre. Secondo i piani dell’assessore alla Sanità Ugo Cavallera al Santa Croce e al San Luigi dovranno restare soltanto gli interventi programmati, mentre tutto i servizi, compresi i casi di emergenza, verranno dirottati alle Molinette e all’ospedale di Rivoli. Senza potenziare le rispettive emodinamiche, come pure hanno raccomandato gli esperti del Gise, la società italiana di cardiologia, interpellati dallo stesso assessorato per fornire un parere qualificato sul destino dei laboratori di Moncalieri e Orbassano. “Il potenziamento non può essere attuato stante il quadro economico finanziario che attualmente caratterizza la Sanità piemontese”, scrive la giunta. In parole povere, mancano i soldi.
La situazione è sollevata dal consigliere Pd Mauro Laus: «Per oltre quattro mesi l’assessore Cavallera ci ha fatto credere che, da un giorno all’altro, avrebbe comunicato le sue intenzioni sulla riorganizzazione delle emodinamiche di Moncalieri e Orbassano, laboratori che la giunta voleva tagliare di netto, ma che invece gli esperti Gise avevano caldamente suggerito di salvare. Ma lo stop degli esperti non è bastato a fermare il presidente Cota e il suo esecutivo, i quali una volta ancora, come già fatto nella partita per i servizi socio-sanitari, hanno cercato un modo per aggirare l’ostacolo». All’espressione del parere del pool di cardiologi, infatti, sono seguiti mesi di silenzio tattico da parte dell’assessore. E a chi chiedeva conto del futuro delle emodinamiche, Cavallera offriva solamente generiche rassicurazioni. «Sappiamo oggi che la cortina di silenzio doveva servire a mettere a punto con tutta tranquillità il destino dei due laboratori e confonderlo nelle pagine dei Programmi Operativi. Ci troviamo di fronte ad una specie di gioco di prestigio: l’occhio guarda da una parte e la mano dell’illusionista agisce dall’altra».
Laus contesta anche la giustificazione addotta dalla giunta, quella della ristrettezza dei fondi: «Scrive che non ci sono i soldi. Ma neppure si leggono ragioni di risparmio e organizzative per procedere a un significativo smantellamento degli attuali servizi. A chiosa della delibera, s’inventa una nuova gerarchia tra i laboratori: alle Molinette e all’ospedale di Rivoli andranno i casi d’emergenza, al Santa Croce e al San Luigi resteranno solamente gli interventi programmati. Con la clausola folle che il 118 cancelli dalle sue mappe le città di Moncalieri e Orbassano, dove pure sono stati spesi milioni per potenziare il Pronto soccorso».
Mentre negli ospedali coinvolti, la stragrande maggioranza degli operatori è sul piede di guerra, a Palazzo Lascaris Laus affila le armi, nonostante il ministero abbia già dato il via libera al documento: «Stavamo già raccogliendo la disponibilità per convocare la quarta commissione nei prossimi giorni e chiedere di porre un freno alla foga con cui, negli uffici di corso Regina, si stanno mettendo a punto gli atti aziendali in assenza di un esecutivo legittimato a governare. Ora sul tavolo c’è anche la questione dei Programmi Operativi e personalmente intendo affrontarla con fermezza».
Secondo i dati che la stessa Regione aveva fornito tempo addietro, un’ora di sosta in più al Pronto soccorso, in caso d’infarto, aumenta il rischio di morte del 6.7 per cento, «una percentuale di pericolo in più dopo la riforma – avvisa Laus - per tutti i pazienti che dovessero presentarsi con mezzi propri a Moncalieri e a Orbassano e sentirsi imporre il trasferimento nei centri vicini. A questo si aggiunge la cronica assenza di dati, nella delibera, sui risparmi attesi dall’operazione di riordino delle emodinamiche, la quale, anche nelle previsioni dei volumi di attività, vede un’aggregazione di dati inspiegabile non solo nella realtà, ma anche sulla carta. Si prenda il caso dell’emodinamica al Mauriziano: che cosa fa credere all’assessore che tutti i casi rimasti orfani del servizio dopo la chiusura del laboratorio alla Cellini finiranno sotto l’egida dell’ospedale di corso Bramante? Magia».