CAMPANILE SERA

Moderato doc, girandola in Comune

Le dimissioni del capogruppo nel Consiglio di Tortona scatenano un caso politico che arriva fino ad Alessandria e Torino. Obiettivo: garantire il subentro di un consigliere fedele al Pd, raggiunto solo dopo una sfilza di rinunce

Se c’è chi fa carte false per una poltrona e si fa andar bene pure uno strapuntino, non deve abitare a Tortona. Perlomeno, non stare in quella che alle ultime elezioni comunali era la lista dei Moderati. La notizia ci sarebbe già tutta: alle dimissioni per motivi personali dell’unico consigliere in carica, Alberto Santomauro, dal primo degli esclusi scendendo una posizione via l’altra è stata una sequela di rinunce. Ma, appunto, c’è di più, compreso l’immancabile colpo di scena e gli strascichi polemici che toccano il partito di Mimmo Portas e pure il Pd che della città esprime il sindaco Gianluca Bardone.

 

Tutto incomincia con le dimissioni di Santomauro, anzi a ben guardare molto prima: quando con l’approssimarsi della campagna elettorale che avrebbe (ri)portato il centrosinistra alla guida della città, un politico navigato e di lungo corso nella città dell’Alessandrino come Paolo Ronchetti (già esponente del centrodestra) si muove per costruire una lista dei Moderati per, come si dice, contarsi e far capire che conta ancora, pur restando fuori dall’agone. Il risultato gli dà ragione: la formazione ottiene il 5% e un seggio in consiglio comunale. Ad occuparlo, pur con solo poche decine di preferenze, è il già citato Santomauro. Tutto fila liscio fino a poche settimane addietro quando il consigliere annuncia la sua intenzione, irrevocabile di dimettersi. E fin qui nulla di strano, si dirà. Invece la stranezza sta nel fatto che uno via l’altro i non eletti rinunciano a subentrare. Si arriva fino al settimo nome, quello di Pamela Ceva che, dopo averci un po’ riflettuto accetta. Tutto pare risolto in casa dei Moderati, ma non è così.

 

Rumors raccontano di grandi manovre e movimenti che passerebbero tra il Pd e il capo dei Moderati in terra mandrogna, ovvero Cesare Miraglia (consigliere comunale ad Alessandria e socio in affari nella gestione del circolo Canottieri Tanaro con il neocoordinatore dei fassiniani locali, nonché ex presidente della Provincia, Paolo Filippi), movimenti tesi a evitare in qualche modo che il domino di dimissioni porti in consiglio comunale la Ceva, data per fedelissima di Ronchetti e meno allineata di altri al Pd. Telefonate, incontri, tentativi di far tornare sui propri passi alcuni di coloro che avevano declinato l’opportunità di diventare consigliere: di questo si racconta a Tortona.

 

Vero e verosimile che sia, certo è che il colpo di scena non manca: quando ormai la Ceva e chi la sostiene sono certi della sua nomina, stasera nella seduta del Consiglio, ecco che Katia Nalin, la quinta nella lista degli esclusi ci ripensa. Aveva già sottoscritto la comunicazione con cui annunciava la rinuncia, ma qualche cosa o qualcuno – sussurrano i maligni – l’avrebbe convinta ad accettare. Sempre i soliti rumors raccontano di una efficace opera di persuasione attuata da esponenti dem che avrebbe dato, alla fine, i frutti sperati e garantito una maggiore tranquillità al prosieguo della maggioranza a sostegno di Bardone. Tra le tante telefonate di queste ore anche una piuttosto accesa del regista del successo elettorale dei Moderati a Tortona, Ronchetti, con il leader nazionale del partito, Mimmo Portas. Il quale saputo del papocchio non l’avrebbe presa bene, promettendo di volerci vedere chiaro e non escludendo qualche lavata di capo. Magari aspettando il Consiglio di questa sera: sia mai che i colpi di scena non siano finiti.