SACRO & PROFANO

Mezza falsa la Sindone di Torino

Uno studio clamoroso pubblicato sul Journal of Forensic Sciences e basato su un esperimento che, con le nuovissime tecniche di medicina forense, ha ricostruito la formazione delle macchie che solo alcune sarebbero di sangue e compatibili con una crocifissione

Una notizia clamorosa, se confermata. Una nuova ricerca indica che almeno la metà delle macchie di sangue della Sindone di Torino sarebbe falsa: solo alcune sarebbero compatibili con la posizione di un uomo crocifisso, ma altre non trovano giustificazione in nessuna posizione del corpo, né sulla croce né nel sepolcro. Lo indicano i dati pubblicati sul Journal of Forensic Sciences e basati su un esperimento che, con le tecniche di medicina forense, ha ricostruito la formazione delle macchie. La ricerca è stata condotta da Matteo Borrini, dell’università di Liverpool, e Luigi Garlaschelli, del Cicap. Una notizia che arriva a poche settimane dalla nuova estemporanea estensione, prevista la sera del 10 agosto prossimo per i giovani che prendono parte al Sinodo dei vescovi.

Fino ad oggi, sono stati innumerevoli gli esami a cui è stato sottoposto il lenzuolo che per la Chiesa è solo un’icona di fede più che una "prova", motivo per cui non si è mai opposta a ricerche scientifiche. Gli scienziati hanno studiato da numerosi punti di vista la sindone: test al radio carbonio hanno posto la nascita del sudario solo al 1300 dopo Cristo, ma il test dei pollini la colloca esattamente in medio oriente, altri esami hanno trovato addirittura le tracce della corona di spine, mentre non c'è accordo sulla composizione chimica delle macchie di sangue. Per dare un nuovo contributo allo studio di questa reliquia e anche per acquisire nuove conoscenze sulle dinamiche di un supplizio tanto atroce come la crocifissione, i due ricercatori hanno simulato con tecniche forensi il supplizio di Gesù. Usando la Bloodstain Pattern Analysis, hanno ricreato le tracce di sangue basandosi su ciò che si sa delle crocifissioni e su cosa ci raccontano i Vangeli. Gli angoli di gocciolamento delle ferite (45 gradi) poste alle mani non hanno coerenza con la posizione del corpo, la ferita mortale, inferta con la lancia da Quinto Cassio Longino, non ha lasciato una macchia piena come ci si aspettava ma dei rivoli.

I ricercatori, dopo aver testato con metodo scientifico la Sindone, sono rimasti piuttosto dubbiosi. “Partendo dal presupposto che le macchie rosse sul lino di Torino sono davvero il sangue dalle ferite della crocifissione, i risultati degli esperimenti dimostrano che i modelli di flusso provenienti da diverse aree del corpo non sono coerenti tra loro e anche supponendo possibili diversi episodi di sanguinamento (ad esempio, movimenti del corpo, emorragie postmortem), questi non solo sono non documentati, ma non sembrano neanche realistici”, hanno scritto i ricercatori.  Le incoerenze identificate dagli autori  sembrano non solo puntare contro la loro realtà, “ma contro l’autenticità della Sindone stessa, suggerendo che il lino di Torino era una rappresentazione artistica o didattica del XIV secolo”.

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