Suicida in carcere nel Torinese, 8 indagati, "ignorati allarmi"

La Procura di Ivrea (Torino) ha notificato nei giorni scorsi l'atto di chiusura indagini per otto indagati che dovranno rispondere di omicidio colposo per la morte di un uomo di 39 anni che si è tolto la vita in carcere, il 26 settembre 2021 a Ivrea. Il detenuto, Alexandro Riccio, nove mesi prima di suicidarsi, il 20 gennaio, aveva ucciso la moglie e il figlio di 5 anni, a Carmagnola, sempre nel Torinese. L'uomo aveva già tentato di uccidersi subito dopo il duplice omicidio, prima di essere arrestato, bevendo della candeggina e lanciandosi dal secondo piano. Dopo l'arresto, Riccio venne prima portato nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino e poi in quello eporediese, dove aveva chiesto una visita psichiatrica. Tra gli indagati c'è l'ex direttore della casa circondariale, funzionari dell'area pedagogica, psicologi e psichiatri. Secondo la procura avrebbero "cagionato la morte" del detenuto, perché non venne sorvegliato dopo il tentato suicidio. Avrebbero quindi "ignorato gli allarmi", al punto che la scheda del rischio suicidio del detenuto venne modificata e il livello declassato da alto a medio. Inoltre per due mesi gli venne negato un colloquio. Il primo venne fissato il 14 giugno. Secondo l'inchiesta, coordinata dalla pm Valentina Bossi, l'uomo sarebbe stato "abbandonato" e avrebbe vissuto sei mesi di "gravi sofferenze". Riccio si tolse la vita usando i pantaloni della tuta per impiccarsi nel bagno della cella.

print_icon