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Tra Puppo e Piastra il Pd si spacca

A Settimo Torinese, segretario e capogruppo attaccano il primo cittadino dopo la decisione di esautorare la sua vice Piastra. Ma poi subiscono il rimbrotto di mezzo partito. Il centrosinistra rischia il capitombolo in una delle sue enclave

Erano tutti pronti per il primo bagno e invece, un attimo prima di piantare l’ombrellone in spiaggia, una tempesta si è abbattuta su Settimo Torinese. La revoca dell’incarico da vicesindaco ai danni di Elena Piastra (sostituita da Silvia Favetta della civica Insieme per Settimo, già in giunta come assessore) decisa lunedì mattina dal sindaco Fabrizio Puppo, segna uno spartiacque nel percorso che porterà alle elezioni amministrative del prossimo anno in uno dei più importanti comuni dell’hinterland torinese.

Le primarie (richieste dalla Piastra) non resteranno altro che un sogno di mezza estate: pare ormai evidente che i candidati nel centrosinistra, in una delle roccaforti rosse per eccellenza, saranno due. Da un parte c’è il sindaco uscente Puppo, sostenuto da Liberi e Uguali, Moderati e un pezzo della lista civica Insieme per Settimo, presente in città dal 1994. Saranno, quindi, i cosiddetti “vecchi”, l’ex primo cittadino Aldo Corgiat, il patron di Insieme per Settimo Piero Lovera e l’ex presidente del consiglio Silverio Benedetto a spendersi per il sindaco uscente che si muoverà sotto il loro mantello, come negli ultimi 4 anni di governo.

Da valutare la posizione che assumerà il Pd il quale oggi si è spaccato in due. Dopo la decisione "non concordata" di declassare Piastra da vicesindaco ad assessore semplice, Puppo ha ricevuto il rimbrotto del capogruppo Daniele Volpatto e della segretaria del Pd Chiara Gaiola che in una nota ufficiale preconizzano possibili conseguenze. “Riteniamo grave l’esautorazione - scrivono i vertici della sezione locale - consapevole del Pd da queste decisioni e ci assumiamo l'onere, da qui al prossimo appuntamento amministrativo, di verificare al nostro interno se sussistono ancora i principi di reciproca lealtà e fiducia”. Un comunicato che in un primo tempo lasciava prefigurare una sconfessione del Pd nei confronti del sindaco, ma subito dopo è arrivata una nota con cui due assessori dem - Antonello Ghisaura e Rosa Catenaccio - e quattro consiglieri - Roberta Caldoni, Antonino Pultrone, Vincenzo Riganese e Luca Rivoira - di fatto lo sconfessano, schierandosi dalla parte di Puppo e quindi aprendo una faglia nel partito. Nei prossimi giorni, anche il segretario della Federazione torinese Mimmo Carretta si recherà a Settimo per parlare con i due contendenti, Puppo e Piastra, con l’obiettivo di cercare un accordo che oggi appare lontanissimo.

Dal canto suo, per il momento, la Piastra, seppur ridimensionata, resterà in giunta come semplice assessore e continuerà ad occuparsi di cultura, bilancio, emergenza profughi, innovazione e politiche giovanili. Dopo le vacanze, però, non sono esclusi altri colpi di scena come spiega la stessa Piastra: “Togliermi la carica da vicesindaco - attacca - è come una cacciata. Se resterò in giunta? Queste non sono decisioni che prenderò da sola. Io sono lì e ho quel ruolo perché rappresento un partito che ha raggiunto il 40 per cento alle scorse amministrative. Rimetterò tutto nelle mani del partito, insieme decideremo cosa fare. Non mi interessa lo scontro personale ma la logica è quella di una proposta politica che possa rappresentare un progetto nuovo per il centrosinistra. Questa, invece, sembra una scaramuccia personale quasi incomprensibile”.

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