TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pb, "partito dei bamboccioni"

In una direzione senza sussulti si moltiplicano appelli a Chiamparino, affinché "torni sui suoi passi e si candidi in Regione". Carretta: "Tagliamo questo cordone ombelicale". Si procede, senza troppo entusiasmo, verso il congresso in autunno. Bobba e Gallo in pista, per ora

Quando la reggente del Pd piemontese Giuliana Manica apre l’ultima seduta della direzione regionale prima della pausa estiva sono presenti in via Masserano una trentina di persone di cui la metà circa neanche fa parte di quell’organismo. Di quel pletorico comitato di reggenza, composto col bilancino del chimico tenendo conto di tutte le correnti, si palesano sì e no la metà dei componenti: persino chi aveva fatto fuoco e fiamme per farne parte, non si presenta. Basta questa immagine per offrire un quadro di quello che oggi è un partito disorientato e che fatica a tagliare il cordone ombelicale con l’unico suo esponente che ancora gode di una certa autorevolezza, quel Sergio Chiamparino che attorno alla battaglia sulla Tav sta coagulando tutto il Piemonte economico, mettendosi a capo di una resistenza a oltranza contro le politiche del governo gialloverde.

Sarà per questo che il primo appello della serata la Manica lo rivolge proprio al compagno Sergio, perché torni sui suoi passi rispetto alla decisione di non ricandidarsi alla presidenza della Regione: appello che poi viene formalizzato anche nell’ordine del giorno conclusivo votato all’unanimità, tra chi lo definisce un atto di cortesia nei confronti dell’ormai ex ragazzo di via Chiesa della Salute e chi, invece, intimamente spera davvero in un suo ripensamento per togliere le castagne dal fuoco a un partito sempre più perso. Tanto è bastato per portare il segretario della Federazione di Torino Mimmo Carretta ad accendere la miccia contro la “sindrome dei bamboccioni” che ormai da tempo fiacca un partito incapace di “tagliare il cordone ombelicale” con chi ne ha retto le redini in questi anni. Andare a congresso senza indugio e iniziare a discutere con la coalizione di programmi e candidati. Una posizione tenuta anche da Raffaele Gallo, che l’ha messa nero su bianco in un ordine del giorno in cui chiede l’avvio del percorso congressuale, e da Daniele Valle che se l’è presa con chi “prima ha scaricato su Chiamparino l’onere di assumersi il peso della ricandidatura e ora, per mascherare un vuoto di proposte e di pensiero, tenta di allungare il brodo chiedendogli di tornare nella mischia”. In questo scenario gli odg presentati dall'ex sottosegretario vercellese Luigi Bobba e di Gallo vanno letti anche come un posizionamento in vista del lancio delle rispettive candidature alla segreteria, mentre Valle dopo il mezzo passo indietro del presidente di Palazzo Lascaris Nino Boeti è l'unico che ha avanzato la disponibilità a rilevare il testimone di Chiamparino.  

Sui tempi e i modi di celebrare le primarie non si contano le sfumature. Se da una parte renziani della prima ora e fassiniani – ammesso che queste categorie abbiano ancora un senso – chiedono un congresso entro la fine dell’anno (nel documento finale di sintesi viene confermata la finestra che va tra il 10 ottobre e il 10 dicembre), l’ala che fa riferimento ad Andrea Orlando appare invece intenzionata a prendere tempo. Un contesto in cui non aiuta l’impasse al livello nazionale, che a cascata si riflette sui territori: “Su che basi celebriamo oggi un congresso?” continua a chiedersi il deputato cuperliano Andrea Giorgis, unico parlamentare presente.

Una cosa pare certa: Chiamparino non ha nessuna intenzione di tornare indietro. È disponibile a spendersi in campagna elettorale, fa sapere che gli è stato chiesto di candidarsi per uno scranno a Bruxelles, ma non va oltre questo. E secondo Carretta, Valle e Gallo “di fronte a questa disponibilità di accompagnare il cambiamento noi dobbiamo accettare la sfida”. “Finora – ha detto Valle nel suo intervento – ci siamo nascosti sperando che Chiamparino ci sgravasse dal peso di scegliere, tuttavia la sua decisione ci richiama all’ordine. La sua disponibilità ad accompagnare un processo di rinnovamento è troppo preziosa per rimanere aggrappati alla nostalgia o alla timidezza”. Si rivolge non solo al partito Valle ma a tutta la coalizione di centrosinistra: “Le sfide sono tali per chi riesce a coglierle rendendole un’opportunità e non una trappola”.

La direzione si conclude con l’approvazione di un documento scritto a mano da Enzo Lavolta dopo un lungo lavoro di sintesi, in cui assieme alla richiesta a Chiamparino di ripensarci e all’avvio del percorso congressuale con primarie da celebrarsi in autunno c’è il mandato al gruppo regionale di modificare l’attuale legge regionale. Due punti su tre difficilmente si realizzeranno, sul terzo c'è ancora qualche possibilità.

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