VERSO IL 2019

Chiamparino ci ri-ripensa: "Disponibile a candidarmi"

Se ci sono i presupposti nella coalizione il governatore correrà per la riconferma. Nessuna voce dissonante, alleati in festa, mugugni nel Pd. Portas: "Le primarie le faremo per il vicepresidente". Ora inizia la corsa verso le urne, con entusiasmo pari a zero

Una santa “Alleanza per il Piemonte”. Come ampiamente previsto, Sergio Chiamparino torna sui suoi passi - quelli fatti avanti, indietro e di lato - e annuncia che “se ci sono le condizioni nella coalizione do la mia disponibilità a candidarmi”. Il dado è tratto, almeno per il momento. Anche perché nella platea convocata per questo vertice del centrosinistra l’unanimità, nei fatti, è pressoché scontata. Chi con qualche mugugno, chi con insolita enfasi, molti avevano fatto precedere il via libera di oggi da attestati di stima e la richiesta di un ultimo estremo sacrificio “per il bene del Piemonte”. E così anche il centrosinistra ora ha il suo capitano (Capitan Tentenna), che dopo tanto tergiversare è uscito allo scoperto. Nessuno spazio a chi aveva accolto di buon grado l’ipotesi di eventuali primarie che il governatore, dice, di rispettare e di essere “pronto a sostenerle se questa fosse la decisione, ma non parteciperei”.

Giunto in via XX Settembre a bordo di uno scooterone nero guidato dal fido Carlo Bongiovanni, l’arrivo del governatore è coinciso con una “sospetta” sincronia con l’ingresso del padrone di casa, Mimmo Portas, scortato per l’occasione dal consigliere comunale Silvio Magliano, esponente ciellino ex di Forza Italia. Qui, nel quartier generale dei Moderati, Chiamparino ha fatto retromarcia: “Nessuno di noi si nasconde l’estrema difficoltà che ci aspetta. Alle porte ci sono “elezioni che si svolgeranno assieme a quelle europee, quindi ci sarà un forte traino dei temi internazionali. Per quanto mi riguarda ho dato la disponibilità per costruire un'Alleanza per il Piemonte che ha il compito di intercettare forze e cittadini che non accettano questa deriva in cui il Piemonte rischia di finire stretto in una morsa tra un governo a trazione leghista e il M5s”.

Tutto ciò “non vuole dire mettere in soffitta i simboli attuali, ma anzi aggiungerne”, chiarisce Chiamparino, spiegando l’operazione che intende mettere in campo per mantenere la guida del Piemonte alle prossime elezioni regionali: un allargamento del potenziale bacino di voti con il coinvolgimento forte anche della società civile, ma senza far sparire il simbolo del Pd né quelli degli altri partiti del centrosinistra che fanno parte della coalizione. “Questa alleanza – sostiene il presidente – ha innanzitutto come compito quello di intercettare forze, elettorato, cittadini, che non accettano questo rischio di deriva in cui il Piemonte si trova perché stretto in una morsa. C’è infatti una tendenza che va avanti da anni e che vede il Nord Ovest perdere importanza come centro dello sviluppo, e c’è l’attuale Governo nazionale che la accentua. La Lega ha i suoi elementi forti in altre parti del Nord, e il Movimento 5 Stelle ha i suoi punti di riferimento soprattutto nel Sud e ha obiettivi come la cosiddetta decrescita felice, che contrasta con questioni per noi decisive, a partire dalla necessità di creare infrastrutture che possano invertire questa tendenza”.

Ovviamente per il governatore uscente si deve “proseguire e rilanciare quanto fatto in questi anni. Abbiamo rimesso in moto la nave e ora vogliamo portarla in porto. Dal punto di vista programmatico ci saranno molte sfide nuove o progetti che avevamo messo nel programma e su cui non siamo riusciti a incidere". Cita il tema dell’infanzia e la questione demografica. Altro argomento nodale è l’allargamento ai territori e dell'innovazione non solo nei progetti ma anche nelle persone. "Questa disponibilità – dice – va avanti di pari passo con la politica: può essere che intanto emergano figure che di più e meglio possono interloquire con gli elettori e costruire una coalizione e in quel caso sarei pronto a fare un passo di lato. Tutte le forze della coalizione hanno accolto positivamente questa disponibilità. Ora attendo il confronto al loro interno”. Portare il Piemonte al voto con una legge elettorale regionale migliore: questo l’obiettivo che Chiamparino, si pone entro la fine della legislatura. Attualmente in Consiglio regionale sono depositate cinque diverse proposte, ma l’obiettivo di minima sul quale il governatore e il Pd realisticamente puntano è fatto di tre punti: “garantire – ha spiegato il governatore al termine dell’incontro – una rappresentanza minima ai territori, garantire il voto di genere per chi voglia andare oltre la preferenza singola, e superare il premio di maggioranza costruito attraverso il listino per introdurne uno attribuito attraverso il recupero dei migliori perdenti”. Gongola Portas che affonda il dito nella piaga quando propone, polemicamente, le primarie per la scelta del candidato vicepresidente.

Al summit, Chiamparino ha voluto con sé anche i vertici delle istituzioni regionali - il suo vice Aldo Reschigna e il numero uno di Palazzo Lascaris Nino Boeti – tra i suoi principali sostenitori. Poi gli esponenti della coalizione: Mario Giaccone (lista Monviso), Marco Grimaldi e Andrea Stroscio (Leu), l’apolide consigliere regionale Alfredo Monaco e naturalmente Portas che nel comitato di accoglienza ha ingaggiato oltre a Magliano, pronto a correre per uno scranno nel parlamentino piemontese, Carla Chiapello, consigliera regionale cuneese, e Carlotta Salerno, segretaria cittadina e presidente di Circoscrizione. Il Pd si presenta in forze: non tutti i venti componenti del comitato di reggenza ma una significativa delegazione composta dal segretario torinese Mimmo Carretta, i fassiniani Gioacchino Cuntrò e Paola Bragantini, Luigi Bobba, aspirante segretario regionale, Pierino Crema della sinistra cuperliana, il capogruppo in via Alfieri Domenico Ravetti assieme all’altro alessandrino, Daniele Borioli. la cunnese di rito orfiniano Chiara Gribaudo. Assenze strategiche di Silvia Fegolent e Domenico Mangone, due esponenti renziani che hanno preferito bigiare la riunione pur di evitare di partecipare alla messa cantata in onore di Chiamparino. Nessuna voce dissenziente, ma neppure un sibilo dissonante, quindi, per una incoronazione che rischia di trasformarsi in una elegia funebre.

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