Piazza San Carlo: udienza preliminare

Comincia questa mattina a Torino nell'aula bunker delle Vallette, di solito adibita ai processi di criminalità organizzata e terrorismo, l'udienza preliminare per i fatti di piazza San Carlo, dove il 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League, una serie di ondate di panico tra gli spettatori provocò il ferimento di 1.500 persone; una donna, Erika Pioletti, di Domodossola, morì 12 giorni dopo per le lesioni, mentre un'altra, Marisa Amato, rimase paralizzata.
 
Tra i quindici imputati figurano la sindaca Chiara Appendino, il suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana e l'allora questore Angelo Sanna. Le accuse mosse dai pm Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo sono disastro, lesioni e omicidio colposo in relazione alle carenze di organizzazione e di gestione che, a loro giudizio, accompagnarono la serata in piazza. L'udienza viene celebrata dal gup Maria Francesca Abenavoli.
 
"Io fui salvato da un ragazzo, che mi prese da terra e mi appoggiò contro un muro. Altrimenti avrei fatto la fine della povera signora Pioletti, che era a pochi passi da me. Calpestato da quella massa di gente trasformata in una mandria di cavalli impazziti". A parlare è Alessandro Bovero, 55 anni, una delle persone che la sera del 3 giugno 2017 si trovava in Piazza San Carlo e che stamani si è presentato nell'aula bunker delle Vallette, insieme all'avvocato Sara Franchino, per costituirsi parte civile in occasione dell'apertura del udienza preliminare. L'uomo riportò una grave lesione a una spalla. A chi gli chiede se qualcosa non avesse funzionato nell'organizzazione, Bovero risponde che "l'organizzazione non c'era. Io per allontanarmi fui costretto a scavalcare delle transenne che erano allacciate insieme. E di forze dell'ordine ne vidi poche. Fu un vero disastro". Le ripercussioni continuano a farsi sentire: "Ho ancora degli attacchi di panico. Sulla metropolitana, se è piena, non salgo. E nei centri commerciali, se c'è folla, non entro".
 
Fabio Martinoli, il fidanzato di Erika Pioletti, l'ossolana morta per le ferite riportate in piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017, si costituirà parte civile. A presentare l'istanza al giudice, nel corso dell'udienza preliminare che si apre questa mattina a Torino, sarà il legale di Martinoli, l'avvocato Daniele Folino di Domodossola, dove la vittima viveva.

print_icon