FIANCO DESTR

Fratelli coltelli nella famiglia (allargata) sovranista

Il partito della Meloni allarga la casa per far posto agli apolidi del centrodestra. Dal fittiano Rosso all'Udc Barosini, in tanti prenotano un posto a Palazzo Lascaris. Mandando all'aria i piani di Montaruli e Marrone. Ghiglia assessore in pectore

“Sto lavorando per allargare il fronte di Fratelli d'Italia perché possa condividere il proprio percorso con tutti quelli che sono del campo del centrodestra ma non hanno più una casa”. A giudicare dai movimenti sul lato destro, l’offerta di Giorgia Meloni sta ricevendo “prenotazioni” da far concorrenza alle graduatorie per gli alloggi popolari, allettando pure chi una casa politica sia pure angusta e vetusta ancora ce l’ha. Il “nuovo progetto” rivolto, come ha spiegato l’altro giorno la leader di FdI, “a tanti sindaci, consiglieri regionali e comunali, tra cui c’è un sacco di gente capace” alletta e allerta: meglio non attardarsi visto l’appuntamento con le europee e, come in Piemonte, le regionali.

E se la Meloni ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo (rappresentato dal centrodestra vecchia maniera, ancora sostenuto da Silvio Berlusconi) come aveva promesso dal palco di Atreju un mese fa, a lanciare uno dei tanti sassi nello stagno è stato pochi giorni fa l’eurodeputato di Forza Italia Stefano Maullu con il suo convegno Avanti Italia, iniziativa collaterale al disegno della leader di FdI che aveva attirato l’attenzione, tra gli altri, del fittiano ed ex sottosegretario dei governi del Cav, Roberto Rosso.

L’attuale consigliere comunale di Torino e vicesindaco della sua Trino Vercellese è dato come praticamente certo candidato alle regionali del prossimo anno, appuntamento che doppierebbe con una sua candidatura anche per Bruxelles di fatto rafforzando il peso di una campagna elettorale in entrambi i casi fatta a suon di preferenze, il che non intimorisce affatto l’ex forzista da tempo con il già governatore pugliese.

Come si chiamerà il contenitore cui sta lavorando la Meloni e nel quale continua ad essere dato in arrivo il presidente della Liguria Giovanni Toti, ancora non si sa, ma altri nomi - quelli di chi in Piemonte stanno attrezzandosi – non mancano. Oltre a Rosso, pronto a spiccare il volo verso Palazzo Lascaris (dipo essere stato per breve tempo vicepresidente con Roberto Cota) prenotando un posto nel listino del presidente è Fabrizio Comba, dato anche come prossimo coordinatore regionale al posto del parlamentare novarese Andrea Del Mastro delle Vedove, presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera.

È, insomma, un avanzare e un allargarsi del fronte sovranista anche in vista delle amministrative quello che ruota attorno e all’interno del partito della Meloni che, ancora in un’intervista di un paio di giorni fa non aveva speso parole tenere nei confronti del partito di Berlusconi: “Io guardo a quello che dobbiamo fare noi – aveva spiegato a Night Tabloid su Rai2 –. Molto spesso oggi le posizioni di Forza Italia, soprattutto ora che si parla di Europa, ho difficoltà a condividerle".

Pronta, invece, a condividere la casa con chi ne cerca una anche se ancora non lo ammette apertamente. È il caso degli ultimi giapponesi dell’Udc o, perlomeno, di alcuni di loro. Dice di aspettare quel che dirà il segretario nazionale Lorenzo Cesa, l’attuale coordinatore dello scudocrociato in Piemonte Giovanni Barosini, ma pure lui sembra già essersi portato avanti, tenendo la destra.

I suoi tre consiglieri comunali di Alessandria, dove lui è assessore ai Lavori Pubblici, hanno portato preziosi e pesanti voti per la rielezione in consiglio provinciale al fratello d’Italia Federico Riboldi, il quale punta ad essere riconfermato vicepresidente dell’ente, ma soprattutto lavora da tempo alla sua candidatura a sindaco di Casale Monferrato per il centrodestra. Un aiuto quello fornito da Barosini che sarebbe ricompensato con un viatico sicuro per i banchi del Consiglio regionale. Lui si mostra cauto e restio a svelare le carte, ma non nega che al prossimo giro se scenderà in pista non sarà, come più volte in passato, per una candidatura di bandiera senza prospettive concrete.

Tutto uno scaldar di muscoli, quello nella destra, che certo non scalda i cuori di due esponenti “storici”, sia pur giovani, di quel mondo in Piemonte come la neo parlamentare Augusta Montaruli e, ancor più, l’ex consigliere regionale (decaduto) Maurizio Marrone, il quale per tornare a Palazzo Lascaris si troverebbe di fronte un osso duro in fatto di preferenze e di potenza di fuoco in campagna elettorale come l’ex azzurro Rosso. Entrambi a contendersi uno scranno che non sarebbe più occupato da Roberto Ravello, ex assessore nella precedente legislatura, orientato a non candidarsi per concentrasi sulla sua attività professionale. Punta a non perdere l’appuntamento regionale anche lo storico “federale” della destra piemontese, Agostino Ghiglia, dato tra i potenziali assessori in caso di vittoria della coalizione sovranista.

Insomma, la casa cui lavora la leader di FdI sarà anche grande e pronta ad accogliere, ma più ne entrano e più qualcuno rischia di non trovare posto per sedersi.   

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