POLTRONE & SALOTTI

Crt, il 2019 porta (nuovo) Consiglio

Avviate le procedure per il rinnovo dell’organo di indirizzo della Fondazione: 18 componenti, in carica per 5 anni. Il presidente Quaglia resta in sella (per mancanza di alternative), ma deve rinunciare alla guida dell’Acri. “Non siamo soltanto un bancomat”

Il prossimo anno, il 30 aprile, scade dopo sei anni il consiglio di indirizzo della Fondazione Crt. È già stato avviato, con le procedure di designazione da parte degli enti, il percorso che porterà alla nomina del nuovo consiglio che avrà 18 componenti e non più 24, in carica per cinque anni anziché sei. “Il rinnovo del consiglio sarà l’occasione per fare un consuntivo del’'attività di questi anni”, ha sottolineato il presidente Giovanni Quaglia nel tradizionale incontro di fine anno con i giornalisti.

“Gli uomini passano, le istituzioni restano”, ha commentato il numero uno di via XX Settembre, forte della garanzia di riconferma nell’incarico. La poltrona di presidente, infatti, non è in discussione (salvo scherzetti, sempre possibili). Quaglia, 71 anni, pur in scadenza, è approdato al vertice dell’ente nel febbraio del 2017 e dovrebbe proseguire il proprio incarico, in sintonia con il segretario generale Massimo Lapucci, il quale proiettato su scenari internazionali gli ha lasciato mano libera nella gestione delle ingenti risorse da destinare al territorio. A lungo fedelissimo di Fabrizio Palenzona, ancora incontrastato dominus della Crt, Quaglia ha negli ultimi tempi mostrato segnali di affrancamento dal suo antico pigmalione. E se ha dovuto rinunciare alle ambizioni, a lungo coltivate, di succedere a Giuseppe Guzzetti al vertice dell’Acri, la potente associazione delle fondazioni bancarie, pare abbia trattato per sé la nomina alla Cassa depositi e prestiti. “Quaglia ha già avuto questo importante riconoscimento nel comitato di supporto di Cdp”, ha sentenziato il grande vecchio della finanza bianca.

“La Fondazione Crt ha un ruolo sempre più centrale - ha detto Quaglia - nel territorio del Piemonte e della Valle d'Aosta: non è considerato soltanto un bancomat che distribuisce risorse finanziarie, ha una crescente attenzione alla società civile e un ruolo di incubatore di idee e di agente di cambiamento. Per monitorare la nostra attività sono in corso gli Stati Generali, la fase due nella vita della Fondazione, e nel mese di aprile presenteremo alle Ogr il documento finale”. Quaglia ha ricordato che la Fondazione ha deliberato 1.500 contributi nel 2018 (erano poco più di 1.400 nel 2017) e per il 2019 ha stanziato 11 milioni per progetti delle maggiori istituzioni del territorio, 37 per progetti propri e 6 per aiuti a progetti di enti e associazioni non profit che non rientrano in bandi. Nel 2017 gli interventi hanno interessato quasi 360 comuni, il 30% del totale del Piemonte e della Valle d’Aosta. Le risorse disponibili il prossimo anno per il territorio ammontano a 60 milioni di euro (55 per le erogazioni e 5 per il Fondo di stabilizzazione). “L’attenzione sarà rivolta al contrasto a tutte le varie forme di fragilità, punteremo su giovani, innovazione, cultura”, ha sottolineato Quaglia. Il segretario Lapucci ha ricordato che va avanti anche il progetto Ogr: “Il prossimo anno - ha spiegato - aprirà l’officina sud, dedicata a innovazione e ricerca, accelerazione di start up e annunceremo un paio di alleanze, una nazionale e l’altra internazionale”.

print_icon