GRANDI OPERE

"Alto tradimento al Piemonte"

Chiamparino alza il tiro contro il Governo e mette Salvini nel mirino: "Sulla Tav è ora di decidere e chi dice no all'opera è un traditore di questa regione". Il Pd annuncia un esposto alla Corte dei Conti. Il premier: "Presto vi faremo sapere le nostre decisioni"

“Chi dice no alla Tav è un traditore della storia e della cultura del Piemonte”. È al termine del suo intervento al convegno della Cisl sulle opere pubbliche, nella sala convegni dell'Atc, che Sergio Chiamparino decide di alzare ulteriormente il livello dello scontro sulla Torino-Lione, proprio alla vigilia della visita di Matteo Salvini al cantiere di Chiomonte, in programma domani mattina. Attorno alla grande opera si sta giocando gran parte della campagna elettorale per le regionali piemontesi e le europee: la Lega sa che qui rischia di perdere consenso nel ceto medio produttivo. Chiamparino lo incalza – “va a Chiomonte? Mi fa piacere, io ci sono stato una decina di volte” – e poi lo tira in ballo direttamente su una vicenda in cui “il responsabile del blocco non è il Movimento 5 stelle o Danilo Toninelli, ma il governo Conte-Salvini-Di Maio”. Insomma, a dispetto della giacca d’ordinanza, che sfodera con sempre maggiore consuetudine, Salvini “non può più giocare al poliziotto buono, mentre i suoi alleati fanno i poliziotti cattivi (o viceversa a seconda dei punti di vista) – prosegue Chiamparino –. O decidono oppure sarò io a indire un referendum consultivo in Piemonte ai sensi dell’articolo 83 del nostro Statuto. E se non ci fossero i tempi tecnici allora saranno le elezioni il referendum sulla Tav”.

Una battaglia nella quale il presidente della Regione può contare sul tutto il Pd e ai suoi massimi livelli. Questa mattina, infatti, a Torino c’è stato anche il capogruppo dem a Montecitorio, Graziano Delrio, che quei dossier li conosce bene visti i suoi trascorsi al Ministero delle Infrastrutture: è stato lui a rivedere il progetto della Tav sulla tratta italiana riducendo l’impatto economico a 1,7 miliardi. “Il Pd alla Camera presenterà un esposto alla Corte dei Conti per verificare se lo stop alle gare della Torino-Lione configuri un danno erariale” annuncia nella sede del partito piemontese in via Masserano, assieme al deputato torinese Davide Gariglio e allo stesso Chiamparino. Delrio, infatti, ha ricordato che per Telt, la società italo-francese incaricata di redigere e pubblicare i bandi della Tav, “ogni mese di ritardo comporta un costo aggiuntivo di 75 milioni di euro”.

“Costituisce fatto notorio - si legge nella bozza di denuncia destinata alla Corte dei Conti - che con riferimento alla realizzazione dell’opera infrastrutturale Torino-Lione, la cosiddetta Tav, il Governo italiano abbia richiesto al Governo francese uno slittamento cronologico per la realizzazione dell’opera, e in particolare un congelamento della pubblicazione dei bandi, in attesa di conoscere le risultanze di un'analisi costi-benefici”. Ma, si legge ancora, “con lettera del 3 ottobre 2018, Telt ha scritto che al di là di un orientamento non significativo di qualche settimana, il decalage ha un impatto medio mensile di 75 milioni di euro e compromette la data-obiettivo del 1 gennaio 2030, dovendosi escludere la possibilità di recuperare tale ritardo attraverso ulteriori contrazioni imposte alle imprese”. Insomma, il governo ha congelato le gare d’appalto pur sapendo i rischi che correva, ha speso ulteriori risorse per realizzare la “nona analisi costi-benefici” che peraltro continua a tenere nascosta, in barba anche alle ufficiali richieste di accesso agli atti dei parlamentari, a partire dallo stesso Gariglio, che a novembre dovette mettere inscenare un’occupazione al Ministero dei Trasporti per ottenere copia del decreto con cui Toninelli nominava gli esperti dell’analisi costi-benefici (personalità che, si è poi saputo, sono soci in affari in una società di consulenza sui trasporti). 

Intanto prosegue il balletto dell’esecutivo. Giuseppe Conte, dopo aver fissato la deadline “entro le elezioni”, questa mattina ha assicurato: “Tra poco pubblicheremo i dati e renderemo pubbliche le nostre decisioni” sulla Tav e poi, di fronte a tutte le opere pubbliche bloccate (dal suo governo) assicura: “Anche se il dibattito si è concentrato sulla Tav a noi interessano anche altri centinaia di cantieri. Abbiamo un piano per sbloccare i cantieri che procedono a rilento”.