PARTECIPATE

Comune di Torino in bolletta, il dividendo Iren va in pegno

Nel piano di rientro stipulato tra Appendino e la multiutility è prevista la compensazione con i debiti commerciali, qualora la città non rispettasse i suoi impegni. Morano chiede spiegazioni. In aula la ratifica dei patti parasociali

Il Comune di Torino potrebbe essere costretto a rinunciare almeno a una parte del dividendo di Iren almeno finché non sarà rientrato del debito monstre accumulato in questi anni nei confronti della “sua” azienda: 146 milioni di euro per “bollette” non pagate, tra le quali compaiono vecchie fatture risalenti al 2000 ma anche tante recenti e recentissime. È quanto previsto in un articolo del Piano di rientro sottoscritto da Chiara Appendino e dalla multiservizi pubblica nella scorsa estate. A scoprire questa postilla nel contratto è il consigliere Alberto Morano, dell’omonima lista civica: “Il documento parla chiaro e prevede che il Gruppo Iren possa compensare il debito per dividendi verso la Città con quello del Comune nei suoi confronti”. Insomma, se il Comune non paga Iren potrà trattenere per sé una parte del dividendo.

Il piano di rientro prevede che l’amministrazione versi una tranche da 14,3 milioni nelle casse di Iren per gli anni 2019 e 2020. Una rata che si appesantisce dal 2021 (l’anno in cui la sindaca avrà concluso il suo mandato) al 2025, quando passa a 18,5 milioni. Si tenga conto che, sulla base della quota attualmente detenuta dal Comune e delle attuali condizioni di mercato, la società presieduta da Paolo Peveraro dovrebbe staccare ogni anno un assegno per dividendi di 12,5 milioni a Palazzo di Città. Risorse che da quest’anno può decidere di trattenere, a mo’ di cauzione, qualora la prima cittadina non riuscisse a versare quanto dovuto. Un tentativo di cautelarsi ulteriormente quello messo in atto da Iren, memore della fine ingloriosa degli altri piani di rientro, sottoscritti in passato e puntualmente disattesi, come dimostrano le tante pendenze ancora esistenti.

L’articolo del piano di rientro che prevede la possibilità per Iren di “compensare” i suoi debiti da dividendo con quelli del Comune è prevista all’articolo 4.2 del Piano di rientro firmato, ma a quanto risulta può essere rivendicata direttamente solo per la quota parte legata ai debiti con Amiat (rifiuti) e Trm (inceneritore). I dividendi della capogruppo, infatti, vengono versati al Monte Titoli che precede e in un secondo tempo provvede alla distribuzione agli azionisti, così come prevedono le regole Consob per le società quotate in Borsa. In linea teorica, si potrebbe però autorizzare il prelievo destinato alla compensazione prima del loro conferimento alla cassaforte di Piazza Affari, eventiualità che però al momento viene esclusa È circa di un terzo la quota di dividendo che il Comune potrebbe vedere erosa, una cifra che varia tra i quattro e i cinque milioni.   

Una clausola che, assieme alle penali previste dal contratto, blinda il piano di rientro, legando mani e piedi la sindaca e il suo assessore al Bilancio Sergio Rolando, proprio nei giorni in cui dovrebbe approdare in aula la delibera che prevede la ratifica dei nuovi patti parasociali, quelli nei quali si sancisce in modo inequivocabile la leadership di Genova (e più in generale della Liguria, vista la recente annessione di La Spezia) rispetto a Torino, dove l’amministrazione pentastellata ancora medita sulla possibilità di cedere ulteriori quote di Iren. La Commissione prevista per venerdì ancora non è stata convocata, l'opposizione, intanto, ha comunicato che "pretendiamo la presenza della sindaca durante la discussione" fa sapere il vicepresidente della Sala Rossa, Enzo Lavolta, del Pd.

print_icon