VERSO IL VOTO

Dall'Abruzzo una speranza per Chiamparino. "Però ora si dia una mossa"

Il centrosinistra è vivo anche se la Lega fa paura. Portas (Moderati): "Possiamo vincere con un nuovo contenitore e una proposta politica innovativa". Fornaro (Leu): "Rinasce la coalizione allargata". Il governatore valuta il modello Legnini

«Sicuramente c’è un’affermazione del centrodestra molto evidente, un calo del M5s altrettanto evidente e c’è un centrosinistra che complessivamente copre un’area superiore al 30 per cento. Non sarà sufficiente per vincere, ma comunque è incoraggiante per cercare di riprendere a costruire una prospettiva anche a livello nazionale». Sergio Chiamparino guarda l’Abruzzo e prova a proiettarne i dati sul suo Piemonte dov’è impegnato (neanche troppo, secondo gli stessi suoi alleati) in una difficile rincorsa al centrodestra. Il problema, per il fronte progressista, resta la Lega. Secondo un sondaggio di cui si bisbiglia tra i banchi di Montecitorio, in Piemonte il Carroccio è quotato attorno al 35 per cento. Un risultato che potrebbe consentirle, anche da sola, affiancata da un paio di liste civiche già in cantiere, di conquistare il piano nobile di piazza Castello, cinque anni dopo la travagliata legislatura di Roberto Cota. In Abruzzo, rispetto alle politiche del marzo scorso, ha raddoppiato la sua percentuale, passando dal 13,8 al 27,5 e in termini assoluti, pur con una forte riduzione dell’affluenza ha incrementato i suoi voti, passati da 105mila a 165mila.

Fa paura in Abruzzo la Lega, figurarsi in Piemonte. Per il Carroccio il primo “test nazionale”, dopo le politiche, è la conferma di un trend già registrato dalle rilevazioni demoscopiche, anche se forse non in queste proporzioni. E c’è chi è pronto a scommettere che questo risultato galvanizzerà ulteriormente Matteo Salvini, sempre più tentato da una corsa in solitaria nell’ultima regione del Nord ancora fuori dal suo dominio o quantomeno dalla sua influenza.

Uno scenario nel quale il centrosinistra, pur decisamente indietro, può ancora giocarsi le sue carte. Secondo il leader dei Moderati Mimmo Portas, esperto di sondaggi e di marketing politico «l’Abruzzo ci dice che Chiamparino può ancora farcela anche perché il Piemonte ha delle peculiarità di cui tener conto». Innanzitutto «qui il Movimento 5 stelle avrà un crollo ancor più accentuato per quello che io definisco “l’effetto Appendino”». Voti in fuga nel capoluogo per la delusione dei due anni e mezzo di amministrazione non certo esaltanti, ma cosa può fare Chiamparino per intercettarli ed evitare che finiscano nell’astensione o nel centrodestra? «Io penso che Sergio sia in partita solo se modifica il proprio “contenitore” e la proposta politica. Deve offrire agli elettori una proposta piemontese che riesca a sottrarsi dall’effetto trascinamento che le europee avranno sulla Lega». Per Portas, infatti, la concomitanza tra regionali ed europee penalizza il governatore uscente, poiché in un voto tutto d’opinione come quello per Strasburgo, la Lega rischia di fare la parte del leone trascinandosi dietro voti e preferenze anche sulla scheda delle regionali. Per questo, dice Portas «bisogna creare una discontinuità tra le due schede, far emergere una peculiarità piemontese nella coalizione di Chiamparino e questo può emergere evitando tante liste e listarelle che servono solo per drenare voti al Pd in una partita di giro in cui il valore aggiunto è bassissimo». Cannibalismo tutto interno alla coalizione. Meglio, dunque, ridurre al minimo le liste, inserire un simbolo unico, massimo due, fortemente connotato dal punto di vista civico.

Un’ipotesi che pare andare in controtendenza rispetto a quanto afferma ultimamente invece Chiamparino, che dopo aver cambiato idea un paio di volte associa la coalizione a otto liste di Giovanni Legnini, il candidato del centrosinistra in Abruzzo, alla sua: «Mi paiono simili: un asse del presidente attorno al quale riunire liste civiche, rappresentanze locali e partiti politici che hanno una dimensione nazionale». C’è poi il tema di una campagna elettorale che non decolla e su questo Portas non ha dubbi: «Per provare a competere bisogna affidarsi a dei professionisti, iniziare a battere forte su comunicazione e social». E, forse, pure mettere mano al portafoglio, cosa che il governatore si mostra piuttosto restio a fare.

Sempre attento a cogliere trend reconditi del voto, per il capogruppo di Leu a Montecitorio Federico Fornaro, se da una parte «le elezioni in Abruzzo confermano che il M5s non sarà competitivo neanche in Piemonte e lo escludono dalla corsa per il successo» dall’altra «fotografano un centrosinistra che, se si allarga e include, può ancora essere attrattivo». Il messaggio a Chiamparino diventa ancor più chiaro nella frase successiva: «Questa scalata è un sesto grado, non è la salita del Monviso e se vuoi provarci non puoi farla in solitaria ma in cordata».

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