ALTA TENSIONE

1° maggio, scontri e feriti al corteo

Antagonisti e No Tav attaccano forze dell'ordine e lo spezzone del Pd. Volano insulti e qualche spintone, la polizia costretta a caricare. In piazza i candidati alla presidenza della Regione - FOTOGALLERY

In testa l’Anpi, le istituzioni e i sindacati, con i loro appelli al lavoro e alla crescita. In coda anarchici, antagonisti, esponenti dei centri sociali che in nome della lotta No Tav si sono scontrati con le forze dell’ordine e il Pd. “Ci hanno preso a cinghiate, pugni e bastonate. Il Pd ha assoldato i picchiatori”, hanno gridato alcune decine di manifestanti: “Fuori il Pd dal corteo!”. La polizia ha bloccato, con una carica e manganellate, un gruppo di No Tav che da piazza Vittorio stava cercando di raggiungere l’inizio del corteo. C’è stato qualche spintone e allora l’invito ad andarsene è stato rivolto alla Digos. “È lo spezzone del Pd o della polizia? Forse qualcuno ha pensato che non si possa sfilare al primo maggio. Togliete la polizia di qui”, ha detto, prima che il corteo partisse, lo speaker dello spezzone No Tav. Qualche contestazione è arrivata pure da uno sparuto gruppo di rider che, in segno di protesta hanno gettato a terra le loro biciclette bloccando per qualche minuto il corteo. All’arrivo di istituzioni e sindacati i fattorini, che si sono posizionati sotto al palco, hanno fatto sentire il loro malumore chiedendo “lavoro e dignità” e scandendo “venduti”.

Quando la polizia ha fermato e allontanata lo spezzone con migliaia di No Tav, i manifestanti hanno risposto lanciando bottiglie, lattine aste di bandiere, tazze. A quel punto il movimento No Tav è stato portato indietro di due isolati rispetto a piazza San Carlo dove si teneva il comizio sindacale. Al termine della manifestazione, lo spezzone di No Tav e Cobas è stato fatto passare dalle forze dell’ordine e alcune decine di manifestanti hanno occupato il palco in piazza San Carlo dove peraltro il comizio dei sindacati era finito da tempo. Il bilancio finale è di due manifestanti e un poliziotto rimasti feriti, portati in ambulanza all'ospedale, ma le loro condizioni non sono gravi, secondo fonti del 118. Nei tafferugli altre persone sono rimaste contuse o lievemente ferite ma non si sono fatte medicare.

La tradizionale manifestazione del Primo Maggio a Torino ha visto sfilare, per un tratto assieme, i quattro candidati alla presidenza della Regione: Sergio Chiamparino del centrosinistra, Alberto Cirio del centrodestra, Giorgio Bertola del M5s e Valter Boero del Popolo della Famiglia. In piazza anche la sindaca pentastellata Chiara Appendino.

“Il lavoro deve essere al primo posto in tutte le sue articolazioni e problematiche, bisogna creare più lavoro, un lavoro sicuro, di qualità migliore, un lavoro pagato meglio e per fare questo c'è bisogno di una crescita complessiva della capacità competitiva del sistema di cui le infrastrutture sono una delle componenti essenziali”, ha spiegato il governatore uscente. “C’è ancora troppa disoccupazione – ha proseguito Chiamparino – troppa domanda di lavoro che non trova l’offerta, ancora troppa poca sicurezza sul lavoro e ci vuole una politica di più lungo respiro che aiuta il sistema ad essere più produttivo”. Sulla questione Tav, Chiamparino ha evidenziato come egli sia “sempre stato a favore senza se e senza ma non per motivi ideologici ma perché come le altre infrastrutture è uno dei nodi fondamentali per una crescita più sicura e che migliori anche l’ambiente, uno dei fattori essenziali per migliorare la competitività del sistema”.

Concetti ripresi anche dal suo principale competitore, l’europarlamentare Cirio che però ha insistito sulla necessità di imprimere una maggiore spinta all’azione amministrativa della Regione. “Oggi la ripresa c’è, il dramma è che le altre regioni del nord l’hanno colta al volo mentre il Piemonte è rimasto al palo”. Per l’esponente di centrodestra, “oggi siamo qui per una regione che sappia cambiare marcia nel sostenere il lavoro. È necessario che come istituzioni regionali accompagniamo le nostre aziende meglio di quanto è stato fatto in passato perché se vogliamo sostenere il lavoro dobbiamo sostenere chi crea lavoro”. E qui si inserisce il tema della Tav. “Sì Tav o no Tav non è una partita che mi appassiona oggi perché questa è la festa dei lavoratori, ma se vogliamo lavoro dobbiamo averla perché le infrastrutture creano lavoro e sono quello che le imprese chiedono”.

Il terzo sfidante, il grillino Bertola, ha glissato sulla Torino-Lione, opera che lo vede con tutto il Movimento Cinquestelle contrario (la collega Francesca Frediani ha preferito marciare in coda con i No Tav e alcuni consiglieri comunali pentastellati), preferendo insistere, anche lui, sul “cambio di passo” che deve fare il Piemonte. “In questo si inserisce la riforma dei centri per l’impiego, legata al reddito di cittadinanza che è una forma di politica attiva del lavoro, il sostegno all’innovazione tecnologica col fondo varato dal Governo e la firma del decreto sull’area di crisi complessa per il mantenimento della realtà industriale e l’innovazione nei settori strategici per questo territorio”. Bertola ha sottolineato quindi che “ci vuole un lavoro al passo coi tempi e credere nell’innovazione farà sì che le nostre imprese siano più competitive e creino lavoro”. 

La sindaca Appendino ha evidenziato come “la grande sfida del lavoro la vinci se ciascuno fa la sua parte. Lavoro che è dignità, è la strada per avere soddisfazioni economiche, sociali personali e bisogna lavorare tutti insieme per questo diritto”. Quanto alla presenza in piazza del tema Tav, Appendino ha affermato che “non bisogna farlo diventare un corteo sì Tav o no Tav, non è questo il tema di oggi. Ma il lavoro e dobbiamo ricordarci quanto sia doveroso per ciascuno di noi lavorare per la dignità del lavoro”.

Il senso della manifestazione è stata al centro degli interventi delle forze sindacali. “Oggi bisogna essere in piazza – ha detto il segretario della Uil Gianni Cortese – per ribadire il valore lavoro per la vita delle persone, per chi c’è l'ha, chi non ce l'ha, per chi ha un lavoro precario. Torino è una città in cui bisogna trovare le risposte sia per i giovani, sia per gli anziani che vedono grosse difficoltà a usufruire dei servizi sociali e sanitari e bisogna sfruttare il riconoscimento di area di crisi complessa per cercare di dare nuovo impulso a manifattura, automotive e aerospazio”. Per il segretario della Cisl Domenico Lo Bianco, “il Primo Maggio è l’occasione per riflettere sul lavoro che manca, che cambia, sulla precarietà, e su come dare voce alla nostra piattaforma per favorire crescita, sviluppo e creare buona occupazione”. Anche per la segretaria della Cgil Enrica Valfrè oggi “è la festa delle persone che lavorano, che cercano un lavoro, dei pensionati. In una città come Torino, è un momento importante per ribadire che il lavoro è centrale per lo sviluppo della città, del Paese e dell’Europa. Un giorno di festa ma anche di lotta per mettere insieme le richieste di ciascuno e farle diventare un'unica grande richiesta di tutti perché il lavoro torni a essere centrale, un lavoro con diritti che metta al centro la persona e il suo bisogno di dignità e libertà”.

PRIMO MAGGIO 2016

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