PALAZZO CIVICO

Motovelodromo, Appendino salva al fotofinish

Passa per un solo voto la delibera su cui la sindaca aveva chiesto una sorta di fiducia. Stress test del Pd. Paoli e Ferrero abbandonano l'aula. La manfrina continua. Mercoledì il bilancio, poi tutti sotto l'ombrellone

Sul Metovelodromo Chiara Appendino si salva al fotofinish. La sua maggioranza ha potuto contare su appena 21 voti (compreso il suo), il minimo indispensabile per approvare un provvedimento tanto controverso che cede in concessione il diritto di superficie dello storico impianto sportivo, dedicato a Fausto Coppi, per 60 anni. La prima cittadina di Torino è stata costretta a seguire dall’inizio alla fine la discussione per evitare di far cadere il numero legale, stesso motivo per cui la capogruppo Valentina Sganga è stata costretta a chiedere una sospensione di alcuni minuti quando un paio di consiglieri sono stati colti da improrogabili bisogni fisiologici.

In una giornata che ha visto l’approvazione della variante urbanistica di corso Romania, che genererà investimenti privati per 190 milioni, la maggioranza pentastellata si sfilaccia proprio su una delibera – il Motovelodromo – su cui Appendino aveva posto una sorta di fiducia quando in aula ha silurato il suo vice Guido Montanari per sostituirlo con Sonia Schellino.

Il Pd costringe la maggioranza a uno stress test fatto di 24 emendamenti, quattro ore di discussione, scanditi dagli interventi del capogruppo Stefano Lo Russo e del numero due della Sala Rossa Enzo Lavolta, ai quali replicano, incespicando, i grillini Antonino Iaria e Antonio Fornari, due fedelissimi della sindaca. Tra i banchi del M5s non c’è Viviana Ferrero che pochi minuti prima del dibattito si è palesata a Palazzo civico con tanto di ghiaccio sulla guancia, giustificando con un fantomatico dolore ai denti il motivo della sua assenza. “Ormai è una soap opera” scherzano perfidi dall’opposizione. E infatti, quando s’inizia a discutere la delibera che ha sempre avversato, Ferrero scompare nuovamente. Non si è giustificata, invece, la collega Maura Paoli, esponente dell’area più critica nei confronti della sindaca, che ha abbandonato l’aula prima del voto, a dibattito in corso. D’altronde la macchia è rimasta ormai l’unica forma di dissenso ammessa nel Movimento 5 stelle, l’unica che non lascia la traccia di un voto contrario, pretesto per un provvedimento dalla Casaleggio. Alla fine la delibera passa con 22 voti: ad arrotondare il numero ci pensa Marina Pollicino, appena uscita dal Movimento 5 stelle, ma evidentemente ancora vittima di un pizzico di nostalgia.  

Mercoledì si torna in aula con il bilancio. L’ultima giornata di passione prima della pausa estiva. Se ne riparlerà a settembre.

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