RETROSCENA

Giorgis ministro (ma studia da sindaco)

Agevolato, si dice, dal passo indietro di Chiamparino, il giurista torinese avrebbe un posto sicuro nel governo giallorosso in gestazione. E da lì sarebbe più facile costruire la candidatura alla guida di Torino, sotto la regia dell'ex governatore

Per generosità fece il gran rifiuto? La domanda serpeggia nei vertici del Pd: mentre si avvicina il Governo con i Cinquestelle: perché Sergio Chiamparino allontana la concreta ipotesi di farne parte? La più probabile risposta sta nell’ascesa, data ormai pressoché certa, a uno scranno ministeriale di Andrea Giorgis. Quello del cinquantaquattrenne deputato alla sua seconda legislatura, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Torino, è uno dei pochi nomi sicuri, sicuri come lo possono essere in una situazione meno incerta dopo l’incontro di ieri sera tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, ma nient’affatto del tutto risolta. Chiamato da Zingaretti in segreteria ad occuparsi di questioni istituzionali, Giorgis l’antirenziano per definizione e meriti acquisiti sul campo (si espresse contro il referendum che costò Palazzo Chigi e Nazareno all’ex segretario-premier) è ministro in pectore per alcuni alti papaveri del partito.

Era e pare essere ancora Chiamparino la figura su cui punta un altro ex ministro, l’attuale capogruppo alla Camera Graziano Delrio. Il già titolare delle Infrastrutture, che nel 2011 subentrò a Chiamparino alla presidenza dell’Anci, in queste ore avrebbe pronunciato più volte il nome dell’ex presidente della Regione, che potrebbe portare in dote oltre a innegabili competenze politiche anche quell’entente cordiale che ha connotato i suoi rapporti con la prima cittadina grillina Chiara Appendino, ben incarnati nel Chiappendino. Eppure sarebbe (il condizionale è più che mai d’obbligo) proprio lui ad aver fatto evolvere la situazione a favore del suo pupillo o, comunque, averne favorito il percorso verso il nuovo esecutivo in gestazione, togliendo dall’imbarazzo il vertice del Pd di fronte a due papabili torinesi: troppi. Di sicuro se al Chiampa è stato chiesto un nome alternativo al suo non può che aver fatto quello del “suo” capogruppo in Sala rossa ai tempi in cui era sindaco. Un altruismo non usuale in politica e ancor meno nel personaggio che, a detta dei soliti malpensanti, nasconderebbe secondi fini

È noto come il costituzionalista sia da tempo il parlamentare più vicino a Chiamparino, il quale ha non poco contribuito a garantirgli un secondo mandato parlamentare, posto nient’affatto sicuro al momento della stesura delle liste dem. Strappato il seggio uninominale di Torino centro, Giorgis si è fatto largo sulla scena nazionale. Ancora nelle ultime ore il borsino aggiornato da rumors attendibili dà quotazioni sempre più alte per il parlamentare che alla vigilia della scissione bersaniana era stato a lungo dato tra gli uscenti. Poi, come il suo amico e sodale Gianni Cuperlo, restò.

Il professore ha standing accademico e politico ineccepibile per guidare un dicastero. Ma anche per proporsi come sindaco. Diffcile escludere che il passo indietro di Chiamparino, per mandare avanti il suo pupillo, non nasconda l’idea dell’ex inquilino di Palazzo di Città di preparargli la strada per la candidatura del 2021. Se il Governo nascerà e se durerà, Giorgis potrebbe tentare la conquista del Comune da ministro. Una buona ragione per il gran rifiuto (semmai i fatti lo confermeranno) del Chiampa.

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