LA NUOVA REGIONE

Ribaltone alla guida dei sindaci, il centrodestra conquista l'Anci

Pd e alleati perdono la maggioranza in seno all'associazione dei Comuni piemontesi. Per la successione di Avetta si fa largo la candidatura del giovane Pianetta, vicino a Costa e molto gradito a Cirio. La "disponibilità" di Cavallera. Il leghista Canelli all'Ifel

Un po’ di gentlemen’s agreement e un po’ di immarcescibile consociativismo uniti alla volontà di fare – nomen omen – fronte comune, sono la formula della ricetta che da sempre viene utilizzata per l’elezione del presidente di Anci Piemonte: arrivare al voto con un solo candidato, condiviso e sostenuto in partenza sia dal centrosinistra sia dal centrodestra, avendo ancor prima stabilito a quale dei due schieramenti spetti la guida in ambito regionale dell’Associazione dei Comuni italiani.

Nulla fa supporre che il prossimo 30 settembre, data fissata per l’elezione, non venga seguita questa prassi. Gli amministratori locali sono già al lavoro per individuare chi subentrerà ad Alberto Avetta, al vertice per due mandati e dopo il voto del 26 maggio consigliere regionale del Pd. Pare pressoché certo che il suo successore sarà un sindaco o un consigliere comunale di centrodestra.

La cartina aggiornata dopo le varie tornate elettorali amministrative degli ultimi anni vede ormai solo un paio di capoluoghi di provincia governati dal centrosinistra, Cuneo e Verbania, e se pure Pd e alleati, comprese le formazioni civiche specie nei centri più piccoli, conservano un buon numero di enti locali, i numeri sia pure non di molto propendono per una svolta. Non poco, come sempre, dipenderà anche da una ripartizione informale ma sostanziale che a livello nazionale assegnerà a questo o quello schieramento la guida dell’associazione in ciascuna regione.

Ma anche tenuto conto di questo passaggio, propedeutico all’elezione del presidente nazionale che avverrà nell’assemblea in programma ad Arezzo dal 19 al 21 novembre con la quasi certa riconferma del rieletto sindaco di Bari Antonio De Caro, i rappresentanti dei quasi duecento Comuni piemontesi associati con ogni probabilità saranno guidati da un presidente di centrodestra. Eletto senza avversari.

Tutto risolto a meno di un mese dal voto? Nient’affatto. Perché se ad oggi, proprio in virtù dello scenario che si prospetta, non sembrano profilarsi candidature dalle parti del Pd e dal centrosinistra in senso ampio, non mancano invece ambizioni e manovre nel fronte opposto. Per dare l’idea come la poltrona faccia gola anche a chi ne può vantare una collezione nella sua navigazione politica di lungo corso, basta guardare a uno dei nomi in lizza: quello dell’ex assessore regionale Ugo Cavallera.

Il democristiano alessandrino divenuto berlusconiano agli albori politici del Cavaliere pare non disdegni affatto l’idea di mettere la sua esperienza al servizio di paesi e città. Lungimirante come solo i figli della Balena Bianca sanno essere, il Cardinale Azzurro tanto per non perdere l’abitudine ad avere il nome sulla scheda elettorale si era candidato sindaco nella sua Bosco Marengo. Sconfitto, siede comunque su quel banco da consigliere di minoranza che gli consente di ambire, con tutte le carte in regola, alla guida dell’Anci.

Esclusa a quanto pare dal diretto interessato la pesante discesa in campo del primo cittadino di Novara Alessandro Canelli, proiettato verso il vertice di una importante società di servizi di Anci nazionale, la fondazione Ifel, la Lega potrà comunque giocare, numeri alla mano e Comuni importanti nel carniere, una sorta di golden share, importante soprattutto per un partito che nei comuni è nato e cresciuto e che adesso deve più di prima presidiare il territorio. E poi c’è il tema dell’autonomia sul quale interloquire con la Regione. Insomma, anche se di nomi dal Carroccio non ne spuntano non è detto che nei prossimi giorni il partito di Matteo Salvini ne metta uno pesante sul tavolo dove oltre a quello di Cavallera, ce ne sarebbero già almeno altri due.

Uno è quello di Mauro Barisone, consigliere comunale di Vinovo e attuale vicepresidente vicario di Anci Piemonte. Per lui si tratterebbe, quindi, di una promozione interna, scelta spesso adottata nell’ambito dell’associazione.  E sempre dell’attuale esecutivo fa parte colui che sembra, ad oggi, il favorito: Michele Pianetta, vicesindaco di Villanova Mondovì. Trentadue anni, laureato in Giurisprudenza, Pianetta è considerato uno dei Costa boys, visto il suo stretto legame con l’ex ministro e attuale parlamentare di Forza Italia. Il giovane amministratore monregalese sarebbe anche molto ben visto alla guida di Anci Piemonte dal presidente della Regione Alberto Cirio, il quale pur non essendo direttamente interessato alla vicenda avrebbe espresso in più di un’occasione il suo favore per un’apertura alle giovani generazioni anche in questo ambito. Da quel che trapela, pare che anche dalle parti del centrosinistra sia stato apprezzato il lavoro di Pianetta nel corso di questo mandato ormai agli sgoccioli.

Per formare la squadra e, soprattutto, individuare il candidato su cui far convergere i voti dei Comuni associati (con eguale peso indipendentemente da dimensioni e numero di abitanti) c’è meno di un mese. Molto dipenderà dall’accordo che dovrà trovare il centrodestra al suo interno, scegliendo un nome che vada bene alla Lega così come a Forza Italia e alle civiche di quel fronte. E non da ultimo agli amministratori del centrosinistra. Se poi si vorrà anche introdurre l’alternanza tra un presidente del Piemonte1 con uno del Piemonte2, dopo il canavesano Avetta si dovrà guardare a una delle province.

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