BRACCIO DI FERRO

Consiglio regionale ostaggio di Salvini, le opposizioni preparano la "resistenza"

I piani di Pd, Moderati, Lev e M5s per respingere l'offensiva del leader leghista sulla legge elettorale nazionale. Tra emendamenti e ostruzionismo si prepara la maratona a Palazzo Lascaris. Ravetti (Pd): "Pronti alle sedute notturne"

Le opposizioni a Palazzo Lascaris preparano la “guerriglia istituzionale” contro la richiesta di referendum abrogativo sulla legge elettorale avanzata dalla maggioranza dopo il diktat di Matteo Salvini a tutti i governatori di centrodestra (compresi quelli che, come Alberto Cirio, non sono della Lega). Il provvedimento, che dovrà essere approvato da almeno cinque regioni per poter approdare alla Corte Costituzionale, è incardinato in aula a partire da martedì e il Consiglio procederà a tappe forzate, anche con sedute notturne, fino a mezzanotte, per approvarlo entro il 30 settembre.

Il testo prevede l’abolizione di tutte quelle parti del Rosatellum che lo connotano in senso proporzionale, lasciando intatto l’impianto maggioritario. Insomma, una riforma della legge elettorale per sottrazione che fa storcere il naso a più di un costituzionalista.

Un parere tecnico degli uffici di Palazzo Lascaris conferma la (ovvia) facoltà dei consiglieri di presentare e discutere emendamenti pur lasciando in capo alla presidenza del Consiglio la facoltà di “decidere in merito all’accettazione”. Gli emendamenti dovranno pervenire entro 24 ore prima della seduta, i sub-emendamenti fino a un’ora prima. Si prepara una disfida tra commi e cavilli con il numero uno dell’aula Stefano Allasia cui spetterà l’ultima parola su ricevibilità e ammissibilità delle richieste che preverranno copiose da parte delle minoranze. Una funzione delicata che va ben oltre il dettato del proprio ruolo e declinato secondo alcune fattispecie nello stesso parere, compito che si annuncia particolarmente ostico per un presidente d’Aula ancora alle prime armi e un po’ fumantino.

Leggi qui il parere tecnico di Palazzo Lascaris

“Stiamo lavorando alla produzione di emendamenti, sia di merito sia ostruzionistici” conferma il capogruppo del Pd Domenico Ravetti, impegnato in un difficile lavoro di coordinamento con le altre opposizioni in via Alfieri e con i gruppi dem delle regioni coinvolte, che al pari di quelle piemontesi stanno affilando le armi. Anche Veneto, Lombardia, Liguria e Friuli incardineranno la prossima settimana il provvedimento. “Siamo pronti alle sedute notturne finché non cambieranno atteggiamento” prosegue Ravetti, “perché il problema non è sostenere il sistema maggioritario o il proporzionale, quanto piuttosto piegare gli interessi di una regione alla propaganda di un leader di partito”. “Vogliamo bloccare questa schifezza” fa eco Francesca Frediani del M5s, mentre secondo il numero uno di Luv Marco Grimaldi anche la maggioranza dovrà presentare un emendamento per inserire nel testo quali sono le altre regioni con cui presenta la richiesta di referendum. Una breccia dalla quale le opposizioni intendono far passare tutti gli altri emendamenti.

Il calendario della prossima settimana prevede sedute dal martedì al venerdì con orari 10-13, 14,30-18 e 20-24. Tappe forzate per non deludere il Capitano. Opposizioni permettendo.

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