POLITICA & SANITA'

Ma quale Parco della Salute, così si rifanno le Molinette

Con lo scorporo di Regina Margherita e Sant'Anna viene meno l'ambizioso progetto del grande polo sanitario e della ricerca. La giunta Cirio paga la cambiale elettorale. Salizzoni: "Un grande errore che rischia di vanificare tutto"

“Gli ospedali Regina Margherita e Sant’Anna stanno fuori dal progetto del Parco della Salute”. L’assessore alla sanità Luigi Icardi, sul punto, non lascia spazio a dubbi tantomeno a ripensamenti. “Avviato l’iter per il Parco valuteremo se si dovrà fare una torre pediatrica e il posto dove farla”, aggiunge annunciando che nel giro di tre o quattro settimane l’atto aziendale con la modifica approderà in giunta.

Una decisione che se da più parti viene letta come un ridimensionamento del progetto del grande polo sanitario al punto di poter parlare di nuove Molinette, sul piano più politico rimanda alla linea tenuta del centrodestra in campagna elettorale a favore del mantenimento dell’autonomia dei due ospedali. Il primo punto appare oggettivamente difficilmente smentibile: senza i due grandi presidi e pur con la promessa di portare al suo interno il Cto (anche se segnali contrari non sono mancati in questi mesi e potrebbero riaffacciarsi) il Parco della Salute, nascendo monco, sarebbe una sorta di nuova Città della Salute, intesa appunto come Molinette.

Non meno rilevante la questione politica. Manifestazioni e sit-in all’insegna del “salviamo il Regina Margherita” e contro l’accorpamento avevano sempre trovato ampio sostegno di tutti i partiti della coalizione, dalla Lega a Forza Italia, passando per Fratelli d’Italia che aveva addirittura schierato la sua leader Giorgia Meloni di fronte all’ospedale. La giunta di Alberto Cirio onora, come sostengono alcuni, una promessa elettorale?

“Un errore lasciare il Sant’Anna dove si trova ora”, la reazione di Mauro Salizzoni. Il luminare dei trapianti, oggi nei banchi del Pd in Consiglio reginale, non usa giri di parole per dire che “qui è in gioco la sicurezza del parto e la salute di madri e bambini. Sarebbe grave che le donne ricoverate al Sant’Anna e che necessitano l’intervento urgente di altre discipline, per esempio cardiochirurgia, radiologia, rianimazione, debbano essere trasferite in ambulanza in un altro ospedale più distante”. Salizzoni osserva che “non si tratta solo di un aggravio organizzativo, qui vuol dire mettere a rischio la vita della donna e del nascituro. Bisogna avere chiaro il fatto che la percentuale di gravidanze a rischio e patologiche continuerà ad aumentare, attualmente sono circa il 30 per cento, e queste gravidanze devono essere trattate in una struttura ospedaliera con tutte le specialità medico-chirurgiche necessarie ad affrontare eventuali complicanze”. Il vicepresidente del Consiglio regionale si rivolge alla Giunta auspicando che prima di prendere una decisione definitiva si apra un confronto con gli esperti. “L’ipotesi mi lascia perplesso, anche e soprattutto in virtù delle decisione di lasciare Regina Margherita e soprattutto il Sant’Anna là dove si trovano ora. Non solo bisognerebbe capire il reale impatto dello scorporo sul progetto del Parco della Salute con il rischio di dover ripartire da zero, ma bisogna anche distinguere l’infantile-pediatrico dal materno-infantile. Ricordo che tre dei principali ospedali pediatrici italiani, il Gaslini, il Meyer e il Bambino Gesù sono esclusivamente mono-specialistici”.

A bocciare il mantenimento delle attuali due strutture ospedaliere, pur “senza pregiudicare la gara” come ribadito dall’assessore, è anche la sinistra che con il capogruppo di Luv in Consiglio regionale Marco Grimaldi definisce quella che assumerà la Giunta “una soluzione di comodo che rischia di snaturare il progetto: mantenere l’alta complessità di Sant’Anna e Regina Margherita all’interno del Parco della Salute è un obiettivo a cui non si può rinunciare". Per Grimaldi “la realtà unica di policlinico pediatrico del Regina Margherita, ma soprattutto la ginecologia e l'ostetricia del Sant'Anna devono stare all'interno del Parco della Salute, perchè soltanto la presenza di reparti specialistici medici e chirurgici nella stessa struttura garantisce la sicurezza delle donne, che altrimenti potrebbero vedersi costrette a essere trasportate in ambulanza dal Sant'Anna al Parco della Salute".

Sul tema prende posizione anche la Cgil. “Il futuro del materno infantile sarà uno dei punti centrali su cui vogliamo confrontarci perchè la Salute delle donne non può essere considerata residuale anche in termini culturali" scrive il sindacato in una nota. “La giusta esigenza di non perdere, con la costruzione del Parco della Salute, una eccellenza della sanità piemontese, non deve andare a scapito della salute delle donne”, osserva la Cgil ricordando di aver chiesto un incontro con l’assessore Icardi e con la sua collega Chiara Caucino senza avere avuto risposta.

E difficilmente l’avranno quelle richieste di non procedere verso un progetto del Parco della salute senza i due ospedali, peraltro non certo di recente costruzione. “Al Regina Margherita è stata fatta una serie di lavori e poi, appena partito il progetto per il Parco valuteremo se si dovrà fare una torre pediatrica e lo spazio dove eventualmente realizzarla” spiega l’assessore, lasciando aperta l’eventualità che quello spazio non sia all’interno del grande polo sanitario. Che, a questo punto, forse si dovrebbe chiamare Nuove Molinette.

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