PALAZZO LASCARIS

Borse di studio, dietrofront di Cirio

Il governatore prova a sedare le polemiche sulla sforbiciata ai contributi per gli studenti: "Non verrà tagliato neanche un euro". Ma l'oppposizione teme il colpo di mano e Marrone (FdI) chiede una riforma del diritto allo studio in senso "meritocratico"

“Non taglieremo neppure un euro delle risorse per il diritto allo studio, che per noi rimane un’assoluta priorità. Se vogliamo fare di Torino una città universitaria e puntare sull’istruzione, il sostegno alle borse di studio universitarie è per noi elemento assolutamente irrinunciabile. Forse abbiamo sbagliato dal punto di vista della comunicazione, e me ne scuso. Ma l’unico nostro intento era quello di fare chiarezza nei conti”. Dopo una giornata di polemiche è il governatore del Piemonte Alberto Cirio a chiarire il senso della delibera di Giunta che dimezza le risorse destinate all'Edisu per le borse di studio, dopo la scena muta del suo assessore al Bilancio Andrea Tronzano che, pur presente sin dalla mattina, ha atteso l'intervento del governatore per prendere la parola. E ricondurre il senso di quel provvedimento, che porta la sua firma, a questioni prettamente contabili.

“L’impatto economico – ha rimarcato Cirio – vuole essere perfettamente in linea con quello degli anni precedenti. La delibera che ha ridotto l’apertura del capitolo del 50 per cento è una scelta di ordine puramente contabile. Vorremmo che l’Edisu raggiungesse negli anni la capacità di spendere ciascun anno quello che ha in cassa, e ci piacerebbe in prospettiva che l’avanzo non si realizzasse”. Dice Cirio riferendosi a un avanzo di amministrazione di 15 milioni che ha in pancia l'Edisu. “La nostra scelta – ha ribadito il governatore – è un tentativo di mettere ordine nei conti. Nel pubblico, chi fa avanzo di amministrazione non è un soggetto che fa bene. Se, come Edisu, avanzi dalla tua gestione 15 milioni, vuol dire che dobbiamo riordinare qualche meccanismo, ecco perché abbiamo pensato che tanto varrebbe mettere lo stanziamento effettivo e non fare avanzi, usando l'avanzo per coprire la restante parte della somma necessaria”.

A dare una spiegazione di questa anomalia contabile è proprio la presidente dell’Edisu Marta Levi che spiega la natura dell'avanzo: “Io pago fornitori e stipendi da gennaio a dicembre, ma i trasferimenti dalla Regione per l'anno in corso arrivano sempre tra ottobre, novembre e dicembre, quando ormai gran parte della nostra attività è stata svolta”. Per questo finiscono in avanzo di amministrazione.

E che indipendentemente dalle rassicurazioni di Cirio, ci sia la volontà da parte della maggioranza di mettere mano alle regole con cui viene erogata la borsa di studio arriva la nota del Fuan, gruppo universitario di destra, vicino a Fratelli d’Italia e in particolare al suo capogruppo a Palazzo Lascaris Maurizio Marrone: “Serve una vera riforma meritocratica – commenta il presidente del Fuan Andrea Montalbano –. Basti pensare che agli studenti stranieri non viene richiesta alcuna prova della situazione patrimoniale del paese di origine. Fatto che rende facilissimo scavalcare gli studenti italiani in graduatoria”. Una riforma in senso meritocratico che premi davvero “i migliori” è l’auspicio espresso anche dallo stesso Marrone in aula.     

L’opposizione non si fida. Il Movimento 5 stelle punta il dito contro l’assessore Tronzano, responsabile di aver “orchestrato nell’ombra” un taglio solo in parte smentito da Cirio che ora dovrà tradurre la sua promessa con un atto di giunta e il ripristino delle poste, mentre per Marco Grimaldi (Luv), colui che ha sollevato il polverone “siamo davanti a una situazione drammatica gli idonei salgono a 14mila e invece di stanziare maggiori risorse si lanciano anatemi contro un ente tra i più efficienti in Italia”. Poi individua quello che sarà il prossimo terreno di scontro e cioè il restringimento dei criteri per stabilire chi è idoneo, già prospettato da Marrone. “Noi non saremo tranquilli finché non vedremo annullata la delibera e non avremo la certezza che la figura dell’idoneo non beneficiario non tornerà mai più”.

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