PALAZZO CIVICO

Giunta in crisi sul monopattino

Appendino è furente, nella sua squadra c'è chi ormai è esausto. Dopo le dimissioni del comandante dei civich Bezzon, l'assessore Finardi restituisce le deleghe alla Sicurezza. Lapietra sulla graticola e Iaria inciampa sulla sua prima delibera. Quanto è lungo un anno e mezzo

La faccia pesta con cui l’assessora ai Trasporti Maria Lapietra è stata avvistata a Palazzo Civico, dove il suo nome è risuonato più volte nel dibattito in Consiglio seguito alle dimissioni del comandante della Polizia municipale di Torino Emiliano Bezzon, la dice lunga sul clima che si respira da giorni nella giunta di Chiara Appendino. Lei in aula si è ben guardata dal presentarsi, mentre dai banchi delle opposizioni fioccavano gli elogi per un dirigente pubblico che “ha pagato per aver fatto il proprio dovere”. Il passo indietro spintaneo di Bezzon rappresenta nei fatti l’intenzione della sindaca – sotto pressione della sua maggioranza – di salvare per il momento l’assessora considerata responsabile del pasticcio sulla sperimentazione dei monopattini elettrici. Allo stesso tempo, però, l’annuncio dalla prima cittadina di fare “una verifica interna tecnica e politica” sull’accaduto, perché “è chiaro che qualcosa non ha funzionato”, tiene Lapietra sulla graticola. E non bastano le rassicurazioni di facciata della stessa prima cittadina – “L’assessora Lapietra non era in aula perché impegnata altrove, non c’è la volontà da parte mia di allontanarla” – per far tornare il sereno. Per ora siamo al cartellino giallo.

Che il clima fosse teso Lapietra lo aveva capito già prima del Consiglio, durante un acceso confronto informale con alcuni componenti della maggioranza; le è stato ancor più chiaro nel successivo vis a vis con Appendino. La sindaca sa quanto Bezzon le è stato utile in questi due anni; quando gli è stato chiesto di far rimuovere le locandine nei locali del centro contro la nuova Ztl (a proposito di Lapietra) nei giorni in cui la protesta raggiungeva il culmine. E poi mantenendo ottimi standard di efficienza sui controlli per le infrazioni del codice della strada (i cui proventi sono fondamentali per chiudere il bilancio comunale), collaborando sulle operazioni di sicurezza nei campi nomadi. Insomma, alla sindaca Bezzon è stato utile, eccome, e non è un caso che prima di lasciarlo andare gli abbia chiesto di rimanere a capo dei civich almeno finché non sarà individuato un rimpiazzo (e a un anno e mezzo dalle elezioni, per un incarico fiduciario che scade con la fine del mandato della sindaca, non trovi i top player sul mercato). Le sue dimissioni sono il frutto non tanto di una scelta della prima cittadina quanto delle bizze della sua maggioranza. Con una nota ufficiale, il Movimento 5 stelle arriva addirittura a interpretare i pensieri di Appendino. Tra lei e Bezzon, scrive la capogruppo Valentina Sganga, si sarebbe rotto il “rapporto fiduciario”.

C’è un’aria viziata nella giunta e nella maggioranza, sentina ne è anche la scelta di un altro assessore, Roberto Finardi, di rimettere le deleghe alla Sicurezza e Polizia municipale. A lui nessuno glielo aveva chiesto, né in modo diretto né indiretto, il passo indietro è piuttosto l’epilogo di una vicenda che lo ha infastidito non poco. Fosse stato per lui Bezzon sarebbe rimasto al suo posto. Anche in maggioranza c’è chi ha auspicato un epilogo differente come Marco Chessa che ora chiede “un chiaro confronto politico per capire cosa non abbia funzionato e cosa abbia portato a una situazione del genere”. Il riferimento, neanche troppo velato, è ancora una volta a Lapietra.

A gettare sale sulla ferita, ci pensa nel dibattito in Sala Rossa il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo: “Come possiamo fidarci di Lapietra per la futura linea 2 del metrò se oggi non è in grado di gestire i monopattini?”. Le opposizioni ricordano alla sindaca tutte le teste rotolate sotto la sua amministrazione: il vicesindaco Guido Montanari, gli assessori Stefania Giannuzzi e Federica Patti, il capo di gabinetto Paolo Giordana, il capo ufficio stampa Luca Pasquaretta, ora pure il capo dei civich. “Per ogni problema lei chiede una testa sul vassoio” infierisce Lo Russo, “perché la responsabilità non è mai la sua”. Mala tempora currunt e a dimostrazione di quanto lungo rischia di essere l’anno e mezzo che separa Appendino dalle prossime elezioni amministrative, ci si mette anche il neo assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, che inciampa sulla prima delibera portata in aula: è un intervento di ristrutturazione, con ampliamento, di un centro commerciale in via Mortara, bloccata a fronte dell’opposizione del Pd e dalle perplessità della stessa maggioranza. Anche qui tutto da rifare.

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