POLITICA & GIUSTIZIA

Crac Asa, i Comuni non pagheranno un euro

La Corte d'Appello ribalta la sentenza di primo grado e dà ragione ai sindaci soci. Il commissario Ambrosini aveva chiesto un risarcimento da 74 milioni: "Valutiamo il ricorso in Cassazione"

I Comuni soci di Asa non pagheranno un euro per il crac del consorzio pubblico finito gambe all’aria sotto una montagna di oltre 70 milioni di debiti. La Corte d’Appello di Torino ha rigettato le richieste risarcitorie e ha confermato nullo il lodo arbitrale. Le amministrazioni della zona, difese dall’avvocato Stefano Cresta, non dovranno ripianare i debiti che hanno affossato il consorzio pubblico che, fino a qualche anno fa, si è occupato di raccolta rifiuti, acquedotto e opere stradali in 51 Comuni del Canavese. In prima battuta le amministrazioni erano state condannate a ripianare 37 milioni di euro. I diversi ricorsi presentati dai sindaci hanno prima sgravato i Comuni dai debiti successivi al 2010 e, con l’ultima sentenza, anche da quelli relativi al biennio precedente.

Una sconfitta per il commissario Stefano Ambrosini che ha tentato in ogni modo di recuperare almeno una parte dei soldi proprio rivalendosi sui Comuni, ai quali aveva chiesto complessivamente 74 milioni di euro con il rischio di mandarne buona parte in dissesto. “Il lodo oggi dichiarato nullo era stato redatto, all’unanimità, da tre professionisti del calibro di Casavecchia, Di Chio e Barosio, a riprova della non manifesta infondatezza delle nostre pretese e del fatto che quell’arbitrato andasse comunque promosso a tutela dei creditori – afferma Ambrosini –. Non a caso le spese legali dell’appello sono state interamente compensate. Adesso chiederemo ai  legali della procedura Asa un parere in ordine all’opportunità di ricorrere in Cassazione”.

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