FIANCO DESTR

"Pedrale è fuori da FdI", ma lui rientra dalla finestra

Il segretario vercellese Pozzolo lancia la fatwa: "Non siamo una discarica". E mentre c'è chi lavora per evitare lo strappo, l'ex capogruppo Pdl in Regione Piemonte ribadisce: "Sono iscritto ho la tessera". Tutto finirà in una bolla di sapone?

Lasciato sull’uscio di Fratelli d’Italia, Luca Pedrale potrebbe entrare dalla finestra. C’è chi è pronto a scommetterlo, in fondo “perché non dovremmo accettare la sua iscrizione?” si chiede uno dei tanti dirigenti del partito rimasti basiti dopo le dichiarazioni scomposte con cui ieri il segretario vercellese del partito Emanuele Pozzolo ha spiegato la sua intenzione di rifiutare la tessera all’ex capogruppo del Pdl in Consiglio regionale. Per tre legislature a Palazzo Lascaris, dal 2000 al 2014, prima ancora vicesindaco di Crescentino, Pedrale aveva annunciato in tempi non sospetti il suo definitivo allontanamento da Forza Italia “partito – aveva detto – che si sta eclissando su tutti i livelli”, soprattutto dopo che gli azzurri avevano scelto di non puntare su di lui come candidato del centrodestra alle scorse elezioni amministrative di Vercelli, spianando la strada all’ex primo cittadino Andrea Corsaro. Ieri Pozzolo l’ha gelato: “Io devo attenermi alla linea del partito, rispettando, salvo prova contraria, chi si è espresso per il no – dice il segretario provinciale di FdI dopo aver militato nella Lega e aver fatto parte di liste e movimenti civici –. Le persone serie e leali sono benvenute, d’altronde negli ultimi mesi abbiamo accolto tra le nostre fila uomini e donne di provenienza politica anche diversa da quella ex-An. Ma sia chiaro che non intendiamo diventare una discarica della vecchia politica”. Ora, che il povero Pedrale possa trasformare FdI in una discarica pare quantomeno ingeneroso.

Insomma, ovunque si giri il buon Pedrale pare avere qualche detrattore pronto a mettergli i bastoni tra le ruote (e spesso ci riesce). E probabilmente non gli giova il rapporto a dir poco freddo con l’ex compagno di banco in via Alfieri Alberto Cortopassi, oggi commissario azzurro a Vercelli, ma soprattutto tra gli esponenti politici più ascoltati da Pozzolo. Rancori personali e antiche ruggini sono alla base di quanto accaduto, mentre c’è già chi sta tentando di ricucire lo strappo.

L’assessore regionale Roberto Rosso, un altro giunto a FdI dopo anni in Forza Italia, pur essendo tra i punti di riferimento del partito vercellese per le sue origini di Trino, dov’è stato vicesindaco, pare non sapesse nulla di questa querelle che presto potrebbe riservare delle sorprese. “Vedrete, alla fine Pedrale rimarrà dentro, vogliono solo fargli capire che all’inizio dovrà mantenere un profilo basso” dice chi conosce bene il centrodestra vercellese. D’altronde siamo in una fase in cui FdI – così come la Lega – non ha certo bisogno di collettori di voti o ras locali: i sondaggi continuano ad assegnare un consenso crescente al partito, grazie all’efficacia di Giorgia Meloni, e i transfughi provenienti da altri lidi vengono visti più come una minaccia che come una risorsa. Non solo a Vercelli, anche altrove FdI sta filtrando i nuovi arrivi per evitare scalate ostili o di avere a che fare con chi in virtù di un pugno di voti pretende di sedersi al tavolo sempre più ricco delle nomine e delle candidature. Intanto Pedrale ribadisce che il tesseramento, avvenuto via internet, è valido: “Sono regolarmente iscritto con tanto di ricevuta. Ho la tessera da mostrare a chiunque”. Una posizione ribadita ancora ieri sera quando, a bufera in corso, Pedrale avrebbe partecipato proprio a una cena di Fratelli d'Italia.

De resto il partito ha istituito una piattaforma digitale in cui è possibile iscriversi. Una formazione che a livello nazionale vuole dare l’immagine di una comunità aperta pronta ad accogliere contributi e persone provenienti da altre esperienze, su che basi Pedrale dovrebbe restarne fuori? E infatti non ne rimarrà fuori.

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