POLITICA & AMBIENTE

Effetto Greta, tornano i Verdi

Sull'onda del dibattito per l'emergenza climatica ecco gli eredi del Sole che Ride: "Una forza ecologista alle prossime amministrative di Torino". E alla Regione chiedono maggiore impegno per migliorare la qualità dell'aria

Il caldo di un inverno ancor più anomalo dei precedenti infiamma il dibattito del nuovo sindaco di Torino che, volente o nolente, dovrà dare delle risposte a chi oggi chiede politiche ambientali efficaci. È l’effetto Greta, un vento che spira ormai a livello globale, un’onda che in tanti provano a cavalcare. Alle elezioni del 2021 “occorrerà avere una forza politica ecologista come Europa Verde, capace di impegnarsi ed essere sentinella, affinché il sogno Verde possa diventare realtà” affermano in una nota i portavoce piemontesi Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi, assieme al referente di Torino, Antonio Fiore.

Sono gli eredi di una storia trentennale fatta di lotte e posizionamenti politici, congressi e scissioni. A Torino come a Roma il movimento ambientalista nacque sulle ceneri della sinistra extraparlamentare, pezzi di Lotta Continua – da dove arrivavano l’ex sottosegretario Gianni Vernetti, il radicale Silvio Viale, l’architetto Dino Barrera – o di Democrazia Proletaria com’è il caso dell’ex consigliere regionale Pasquale Cavaliere e di Mariano Turigliatto, sindaco di Grugliasco tra il 1994 e il 2002, sull’onda dell’affaire Le Gru che fu il primo a denunciare prima che le manette scattassero a decapitare l’allora giunta di sinistra. Un movimento magmatico in cui confluirono anche ex socialisti come Roberto Tricarico, che si plasmò a suon di marce contro il nucleare, con la centrale di Trino assurta a nemico pubblico. Prima furono le liste del Sole che Ride, poi spuntò l’Arcobaleno: dagli anni Novanta ai primi Duemila, fino all’eclissi con la fine dell’ultimo governo Prodi e l’esplosione del Movimento 5 stelle che nella sua prima fase prometteva di rappresentare le istanze ambientaliste. Tanti dei protagonisti d'allora hanno poi preso altre strade: chi nella Margherita come Vernetti chi nel Pd come Tricarico, prima dell'ultima metamorfosi in grillino di complemento. Anche le esperienze nate a destra, i Verdi Verdi, ideato dalla dai fratelli Lupi tramontarono dopo una decina d’anni di gloria e l’orsetto che ride, simbolo della formazione famigliare, fu definitivamente accoppato dalla magistratura che condannò il capogruppo Maurizio Lupi e la figlia, collaboratrice, nell’ambito della Rimborsopoli regionale.  

Ora, secondo i nuovi Verdi “è indispensabile riunire tutti gli ecologisti, volontari dell’ambientalismo, comitati e semplici cittadini sotto un unico riferimento politico”. Europa Verde, appunto. Nella nota inviata dai portavoce locali c’è anche l’ennesimo pungolo alla Regione: “Chiediamo alle istituzioni che governano in Piemonte più attenzione all’ambiente, partendo proprio dalla qualità dell’aria, attuando per esempio politiche per sviluppare in maniera capillare la mobilità sostenibile, potenziare il trasporto pubblico locale incentivando i cittadini torinesi e della provincia a lasciare a casa l’auto offrendo un’alternativa quando si limita la mobilità privata”. E poi “investire su politiche green, potenziare la riforestazione urbana e il cambio di tutti gli impianti di riscaldamento più datati”.

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