LE REGOLE DEL GIOCO

Bocciato il referendum di Salvini

La Consulta dichiara inammissibile Il quesito perché "eccessivamente manipolativo". Tra gli sconfitti anche il Piemonte di centrodestra che, con altri sette consigli regionali, aveva "ubbidito" al diktat del leader leghista

Non si terrà il Referendum sulla legge elettorale sostenuto dalla Lega per abrogare le norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi e trasformare il sistema in un maggioritario puro. La Corte costituzionale lo ha dichiarato inammissibile perché “eccessivamente manipolativo”, proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l’autoapplicatività della “normativa di risulta”.. Il quesito referendario era stato proposto anche dal Piemonte, assieme ad altri sette consigli regionali (Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria), tutti guidati dal centrodestra.Proprio per assecondare quello che a molti era parso un vero e proprio diktat di Matteo Salvini, Palazzo Lascaris è stato impegnato per ben due volte (a seguito della richiesta di integrazione da parte della Cassazione) in lunghe maratone, con sedute anche serali. Un lavoro che alla luce della sentenza odierna si è rivelato del tutto inutile.

La Corte Costituzionale ha anche dichiarato inammissibile il conflitto fra poteri proposto da cinque degli otto Consigli regionali che avevano promosso il referendum. La ragione è che la norma oggetto del conflitto avrebbe potuto essere contestata in via incidentale, come in effetti avvenuto nel giudizio di ammissibilità del referendum.

Duro il commento di Salvini: ”È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica”. Positivo il giudizio del parlamentare piemontese e capogruppo di LeU alla Camera Federico Fornaro per il quale la Corte Costituzionale “ha fatto una scelta giusta. Un sistema elettorale fondato sul maggioritario modello inglese, infatti, avrebbe prodotto effetti devastanti nell’edificio costituzionale della nostra democrazia – aggiunge l’esponente della sinistra –. Adesso c’è più tempo per approvare una nuova legge elettorale che persegua l’obiettivo di garantire un corretto equilibrio costituzionale tra la rappresentanza e la necessaria stabilità delle istituzioni”.

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