POLVERE DI (5) STELLE

M5s, facilitatori cercasi

Sulla piattaforma Rousseau il voto per individuare le figure che si occuperanno della macchina organizzativa in Piemonte. Tra i candidati anche lo storico leader Bono e la deputata D'Arrando. Scaramucce nel gruppo a Palazzo Lascaris. Tanto alla fine deciderà Di Maio

Parte la corsa anche in Piemonte per eleggere i facilitatori regionali del Movimento 5 stelle, nuove figure che nelle intenzioni di Luigi Di Maio dovranno segnare il radicamento sul territorio per tentare il rilancio invertendo il crollo dei consensi e preparando la macchina organizzativa per le prossime elezioni. Dopo la nascita del Team del Futuro, una sorta di cabina di regia che affianca il capo politico sempre più nel vortice delle contestazioni interne, ora gli attivisti sulla piattaforma Rousseau sono chiamati a votare per gli assetti regionali. E se il Piemonte, a livello nazionale, è rappresentato dal deputato torinese Luca Carabetta, messo a capo del settore Innovazione, pare ancora piuttosto nebulosa la composizione dell'organigramma che uscirà dalle urne virtuali.

La competizione, tanto per cambiare, rischia di aprire una ennesima faglia nel gruppo a Palazzo Lascaris, dove sono ben tre su cinque i consiglieri in corsa. Si tratta dell’alessandrino Sean Sacco, del cuneese Ivano Martinetti e di Sarah Disabato, eletta a Collegno, nell’hinterland di Torino, la stessa città della viceministra Laura Castelli e della deputata Celeste D’Arrando (anche lei in campo) delle quali è storica antagonista. Restano fuori dalla partita la capogruppo Francesca Frediani e l’ex candidato a governatore Giorgio Bertola. “Mi sono candidata perché nel Movimento siamo tutti un po’ facilitatori e in questo momento dovremmo esserlo ancora di più” dice Disabato che parla di un “percorso che porterà a un maggior coinvolgimento e partecipazione nelle scelte”. Poi una puntura che sembra riservata proprio a Bertola: “Chi parla di scelte calate dall’alto, imposizioni e verticismi non ha capito nulla. Coordinare non significa comandare, organizzare non equivale a imporre una linea piuttosto che un’altra. Anzi, è proprio nell’assenza di ruoli chiari e regole condivise che si creano posizioni di potere che non trovano giustificazione da parte di nessuno”. Bertola, infatti, annunciando la sua indisponibilità, aveva parlato proprio di una scelta “calata dall’alto” e criticato Di Maio per averlo abbandonato in campagna elettorale, alle scorse regionali. “Non mi candido a nessuno dei ruoli da facilitatore regionale, perché penso che prima di individuare nuove figure ci sia urgente bisogno di fare dei passi per recuperare la fiducia tra di noi”. Bertola e Frediani, gli unici due consiglieri regionali al secondo mandato, hanno ormai una posizione di aperta critica nei confronti dei vertici nazionali: il primo ancora rimugina per essere stato lasciato solo durante la sfida contro Alberto Cirio e Sergio Chiamparino, la seconda non perdonerà mai a Di Maio il via libera del governo alla Tav. Motivi per i quali alla fine dello scorso anno c’era stato anche un aperto confronto all’interno della formazione pentastellata in Consiglio regionale, concluso con le dimissioni (poi congelate) di Frediani da capogruppo.

Sono tre le aree in cui i facilitatori regionali opereranno: Relazioni esterne (rapporti con associazioni, comitati e stakeholder locali); Relazioni interne (rapporti con gli eletti); Formazione e coinvolgimento. Il Piemonte avrà sei facilitatori in tutto, dunque due per ogni area d’azione. Ma attenzione, non è affatto detto che siano i più votati a essere selezionati giacché è facoltà di Di Maio e del Team del futuro selezionare i due facilitatori per ogni area “tra i sei più votati” come si legge nel regolamento.

Scontata la candidatura di Davide Bono, naturalmente non prima di “aver ricevuto diverse richieste” di attivisti e amici. Tra i tanti che stanno annunciando la propria discesa in campo c’è anche la ex consigliera metropolitana Silvia Cossu, la portavoce di Borgaro Torinese Cinzia Tortola e tanti attivisti ed eletti. Ma tra i candidati non mancano anche tanti semplici attivisti. C’è lo staffista regionale Marco Nunnari, il professor Giuseppe Mastruzzo, già in corsa alle scorse politiche, l’ex dirigente dell’Arci subalpina Gianni Limone e poi Marco Galluzzi, collaboratore del gruppo in via Alfieri, Gianluca Pilot, candidato alle scorse elezioni regionali, e Patrizia Monica Triolo che si era presentata nel 2018 alle parlamentarie. 

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